«No a scontri ideologici sul voto a Cristo Re»
Il sindaco: c’è la necessità di una riflessione laica.
E Zambelli contesta l’intervento di decano e vescovo
[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 29/12/2023; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]
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↑2012.11.24 trassi da Trentino Corriere delle Alpi<>
«No a scontri ideologici sul voto a Cristo Re»
Il sindaco: c’è la necessità di una riflessione laica. E Zambelli contesta l’intervento di decano e vescovo
ROVERETO. Sembrava una festa quasi dimenticata, che passava sotto tono: qualche decina di fedeli, un rappresentante dell’amministrazione comunale, la lettura del voto e amen [CzzC: qui il testo letto fino allo scorso anno]. Ma quest’ anno la celebrazione del voto del 1946 a Cristo Re ha riaperto la discussione tanto che è intervenuto l’arcivescovo Luigi Bressan con una lettera alle comunità cristiane per smorzare i toni di una polemica (semplificando tra “tradizionalisti” per enfatizzare i toni del voto e “progressisti” per riportarlo in una dimensione più attuale) che rischiava di provocare profonde divisioni tra le parrocchie.
Ora però il dibattito si sposta sul fronte civile. Il sindaco Andrea Miorandi parla di un voto «legato alla storia della città: è giusto discuterne non solo in ambito religioso ma anche civico. E’ inutile dire che il voto ha criticità dalle quali possiamo uscirne in due modi: con un arretramento oppure con un rilancio. E’ vero che la città non lo sente come il voto del 5 agosto, più popolare e più partecipato, ma se c’è la necessità di una riflessione laica posso farmene carico. Non vorrei - prosegue il sindaco che ha avuto uno scambio di idee con il decano don S. N* - che la questione del voto diventasse elemento di scontro: no agli estremismi, no allo scontro tra i due mondi civile e religioso o all’interno del mondo religioso. L’obiettivo di tutti è la volontà di costruire e non di demolire. Questa amministrazione con il decanato ha saputo innovare la festa del 5 agosto portandola ad una dimensione popolare, culturale e sociale: e i risultati si sono visti con la chiesa di San Marco piena, la processione partecipata così come il momento conviviale a fine serata».
Il consigliere dei Civici Andrea Zambelli, auspicando un dibattito che coinvolga tutta la città, non manca di sottolineare la «situazione paradossale, un esempio di clericalismo all’incontrario dove l’autorità religiosa (il riferimento è al vescovo e al decano ndr) entra nel merito di un atto civile. La politica, non il vescovo, si deve riprendere questo atto e decida se modificare o meno il voto fatto da un consiglio comunale che si è espresso sulla spinta di associazioni di volontariato, di categoria. [CzzC: condivido questa argomentazione, anche perché configura il criterio che informa la mia riflessione in pagina SvotoRov, che aprii per amici in aiuto al comune discernimento sulla mal-gestita vicenda; mi spiace che il TRENTINO abbia definito detta pagina web un sito «dai toni duri e da oltranzisti»; gli chiesi aiuto di correzione fraterna, così]. Se dopo la guerra la città si è trovata unita, la stessa situazione mi auguro che possa accadere ora con un confronto e un dibattito per trovare quello che unisce non quello che divide» [CzzC: stessa finalità avranno certamente tenuto in debita attenzione anche gli ispiratori dell’operazione SvotoRov].
Zambelli dà atto a questa amministrazione comunale di aver fatto, con la festa del 5 agosto «un’ottima cosa pur tenendo distinti i diversi ambiti. Perché non fare la stessa con il voto a Cristo Re? In maniera laica perché su un atto pubblico ci pensi la politica: la città deve dibattere».(g.r.)
24 novembre 2012