LITIGI – titola l’Adige - sulla revoca del voto a Cristo Re
La formula di orazione che esplicitava il voto fatto nel 1946 dal Consiglio comunale di Rovereto a Cristo Re è stata sostituita con una nuova formula generica che non nomina più la città.
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↑2012.11.22 Trassi da l'Adige giovedì 22 novembre 2012 pag 31
Rinnovato [CzzC: rinnovato = modificato] il rito religioso che ricorda la consacrazione di Rovereto, voluta dal Consiglio comunale nel lontano 1946
Litigi su Cristo Re: ci pensa il vescovo - Una lettera per richiamare i parroci
LUISA PIZZINI
l.pizzini@ladige.it
Rovereto è «consacrata» a Cristo Re e domenica, nell'ultima giornata dell'anno liturgico che è da sempre dedicata a questa festa, rinnoverà la preghiera con la quale la comunità cristiana e quella civile affidano la città al Signore. Da 65 anni ormai, anche se il rito è diventato via via sempre meno partecipato. Per questo stavolta, si è scelto di farlo in un modo nuovo.
LA DECISIONE
È stata una decisione che è stata presa assieme, ormai la partecipazione era poca
Don S. N*
Molti roveretani non ne sono a conoscenza ma la consacrazione fa parte della storia della città, anche se è sempre passata in secondo piano rispetto al voto della Madonna Ausiliatrice che si rinnova il 5 agosto. Fu una decisione che venne presa nell'immediato dopoguerra dal sindaco Giuseppe Veronesi e dal Consiglio comunale. Era il 20 ottobre 1946. «Pur non essendoci stato un voto formale di ripetere ogni anno la consacrazione nella festa di Cristo Re - ricorda oggi il decano della città, don S.N* - la preghiera da parte del sindaco fu rinnovata annualmente in luoghi diversi della città in forma solenne e con la partecipazione corale della Giunta comunale».
Per molto tempo veniva scelto di anno in anno un luogo diverso della città in cui ripetere il rito, fino agli anni Sessanta quando cominciarono le contestazioni. Dal 1968 l'appuntamento si «spostò» all'interno della chiesa di San Marco, ma il gesto non bastò a placare le contestazioni che indussero perfino l'arcivescovo di Trento, monsignor Gottardi, ad intervenire. Era il 1977.
La storia si ripete. Anche quest'anno infatti è dovuto intervenire il vescovo, monsignor Luigi Bressan, per mettere d'accordo le parrocchie roveretane che avevano idee diverse sulla celebrazione del rito religioso. La tradizione voleva che venisse celebrata una messa pomeridiana prima della recita dei vespri e della preghiera di affidamento.
«Fino all'anno scorso lo abbiamo fatto - racconta don S.N* - ma la partecipazione era sempre più ridotta ed anche se è sempre stata garantita la presenza di un rappresentante della giunta comunale, si capiva che ormai era a disagio. [CzzC: Se quell’atto partecipativo non era un dovuto, perché veniva ancora? Non sarebbe bastato un preavviso da parte civica della serie “dall’anno prossimo non veniamo più, anche perché non siamo tenuti a farlo e, se un tempo aveva senso per farlo perché la maggioranza dei cittadini ciò gradiva, ora non è più così”. Ma potrebbe esserci stato un patto parasociale civico-religiose? Ad ipotesi della serie «caro decano, fa’ tu il primo passo, se no io ci rimetto politicamente assai più di quanto ci rimetta la Chiesa in serenità tra i fedeli, notoriamente più accomodanti degli uomini di partito»]. Da qui la decisione di ripensare il momento di preghiera, di renderlo più attuale. È stato un percorso che abbiamo seguito assieme al Consiglio comunale».
Come detto è intervenuto anche il vescovo, che a marzo ha inviato una lettera sull'argomento: «Rovereto si è distinta per un'accentuata devozione a Cristo Re. In seguito la comunità cristiana ha pensato bene, pur non esistendo un impegno formale, di avere una celebrazione solenne ogni anno in forme che hanno subito mutamenti nel tempo. Si tratta di cogliere questa bella tradizione e darvi una dimensione più approfondita e farne un'occasione di comunione anche tra le parrocchie».
Da qui la decisione di sottolineare la ricorrenza di Cristo Re in ogni celebrazione eucaristica della domenica, ma di riservare alla memoria della consacrazione la recita dei vespri e della preghiera di affidamento della città. «Le autorità pubbliche saranno invitate - suggeriva il vescovo nella sua missiva - nel rispetto delle loro libertà di azione». Infine una raccomandazione ai sacerdoti del decanato di Rovereto,
L'AUSPICIO
Questa bella tradizione sia un'occasione di comunione tra le parrocchie cittadine.
Monsignor Luigi Bressan
che sulla questione non riuscivano a trovare un accordo. La voce fuori dal coro, in particolare, era quella della parrocchia di Santa Maria guidata da don E.F*. [CzzC: vedi, don Sergio, come i giornali della cultura dominante enfatizzino la divisione tra conciliaristi di continuità e conciliaristi di rottura categorizzandoli in tradizionalisti e modernisti con la solita semplificazione partitica da stadio. Non vedi che di Cristo non gliene frega nulla a questi commentatori se non quando vedono polli cristiani beccarsi tra di loro come quelli di Renzo, e si godono quel gratuito birdwatching?]
«Nella mia responsabilità di Pastore - aggiunge il vescovo - esorto con pressante sollecitudine i sacerdoti, i laici e i responsabili delle varie aggregazioni di Rovereto ad attuare questa modalità celebrativa nello spirito di comunione, di riconoscenza a Cristo e a quanti ci hanno trasmesso i valori fondamentali».
Domenica 25/11 a San Marco - La preghiera.
È in programma per domenica prossima, il 25 novembre, alle 17 nella chiesa di San Marco il rito religioso che rinnova la consacrazione della città di Rovereto a Cristo Re. Quest'anno, per la prima volta dal lontano 1946, non verrà celebrata la messa ma verranno recitati i vespri e, a conclusione, la preghiera di affidamento della città [CzzC: che non nomina la città come la precedente].
Domenica è anche l'ultimo giorno dell'anno liturgico secondo il calendario della Chiesa ed è il giorno in cui si ricorda appunto la ricorrenza di Cristo Re