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modificato 18/09/2017 |
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La vicenda De Gasperi - Guareschi |
Correlati: Guareschi |
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Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità: contrassegno miei commenti in grigio rispetto al testo attinto da altri. |
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Perché Guareschi finì in carcere? Aveva pubblicato su “Candido” ‒ il settimanale di cui era fondatore e direttore ‒ due lettere con le quali <corrispondenzrRM, bastabugie> De Gasperi nel 44 chiedeva agli inglesi di bombardare la periferia di Roma. [CzzC: attenzione! Prendere con beneficio di inventario]
trassi 10/03/2013 da http://it.wikipedia.org/wiki/Alcide_De_Gasperi Nel gennaio 1954 Giovannino Guareschi, direttore del Candido, fece pubblicare due lettere datate 1944 e firmate da De Gasperi, una dattiloscritta su carta intestata della Segreteria di Stato vaticana e una manoscritta. Contenevano una richiesta diretta al Comando alleato di Salerno di effettuare il bombardamento della periferia di Roma, per causare una reazione della popolazione e affrettare il ritiro dei tedeschi. Guareschi (che imputava a De Gasperi un atteggiamento troppo poco deciso verso il comunismo) vi aggiunse un proprio commento politico, in toni assai pesanti, che portò De Gasperi a denunciarlo per diffamazione nel febbraio dello stesso anno. Il Tribunale di Milano dopo tre giorni di udienze condannò Guareschi per diffamazione a mezzo stampa a un anno di reclusione senza disporre alcuna perizia calligrafica. Nella sentenza venne scritto che la perizia non avrebbe potuto far diventare credibile e certo, ciò che obiettivamente è risultato impossibile ed inverosimile, avendo lo statista dichiarato false le lettere. Una perizia richiesta dal Candido a un perito accreditato presso il tribunale aveva dichiarato autentiche le lettere. Nel 1956 in un processo intentato in contumacia presso lo stesso Tribunale nei confronti del presunto fornitore delle lettere, una serie di perizie diedero risultati contraddittori (i periti della difesa sostennero che le lettere periziate presentavano diversità palesi con quelle pubblicate sul Candido). I giudici decisero di non tener conto di alcuna perizia e di assolvere nel 1958 dal reato di truffa l'imputato, mentre quello di falso era estinto per amnistia. Il giornalista e scrittore, che si riferì alla vicenda chiamandola il ta-pum del cecchino, aveva già subito quattro anni prima una condanna a otto mesi con la condizionale per vilipendio a mezzo stampa del Presidente della Repubblica Einaudi. Si rifiutò di chiedere l'appello o la grazia o di escogitare altri modi per sfuggire alla pena. A fine maggio si presentò volontariamente al carcere di Parma, dove scontò 409 giorni, uscendo in libertà vigilata per buona condotta. La vicenda ebbe una coda a cavallo tra luglio e agosto: uscì la notizia di una richiesta di grazia operata dalla moglie di Guareschi, Ennia, che risultò falsa e alla quale il giornalista reagì violentemente. La Procura di Roma aveva dato seguito alla richiesta di grazia effettuata da un gruppo di grandi invalidi di guerra medagliati e De Gasperi, interpellato dalla Procura, aveva risposto meno di un mese prima di morire di non opporsi. In realtà non venendo dal condannato o da suoi congiunti la richiesta avrebbe dovuto non avere seguito da subito ai sensi dell'art.595 del Codice di Procedura Penale. Nondimeno alcuni anni dopo, nel maggio 1957, Guareschi ebbe a scrivere che a confronto dei politici dell'epoca De Gasperi era un gigante. [CzzC: è vero che la documentazione fu fatta sparire? Se sì, cui prosit la sparizione? Parrebbe meno a Guareschi e più a chi lo condannò per falsità su quella rivelazione. E se si fosse potuto provare successivamente che non era un falso? Se davvero fu fatta sparire la documentazione sospetta, ciò sarebbe un fatto grave, non ben deponente nella causa di beatificazione di De Gasperi] |
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