ultima modifica il 03/03/2018

 

Augusto Goio pubblicizza Kairos Palestine pro Gaza

Correlati: Pace; Pax Christi, Palestina, Augusto Goio

Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità: contrassegno miei commenti in grigio rispetto al testo attinto da altri.

 

Sono con te, caro Augusto, a piangere il dolore di tanti innocenti massacrati a Gaza, ma alla promozione della vera Pace in Palestina potrebbe far più male che bene abbracciare analisi di parte e sottoscrivere appelli sedicenti pacifisti che criminalizzano senza scusanti le reazioni di difesa dell’avversario obbligato a tutelare i suoi cittadini inermi dagli attacchi terroristici orditi per statuto e con maestri di odio taciuti dai medesimi appelli.

 

Traggo da Vita Trentina#32p32 08/08/2014, commento e pongo domande#n all’autore, numerate

progressivamente per sua comodità di riferimento dell’eventualità che volesse rispondere.

Muro contro Muro

La crisi internazionale nella Striscia. Caritas Internationalis chiede la revoca del blocco. L'appello del presidente card. Maradiaga

di Augusto Goio 10 agosto 2014

Il bilancio della campagna militare israeliana "Barriera di protezione" nella Striscia di Gaza è (al primo agosto) di 1.450 morti palestinesi, in larga parte civili, 61 israeliani, 200k sfollati interni e migliaia di feriti. E' la campagna più cruenta tra quelle che si sono susseguite dal 2006 ad oggi; peggio ancora dell'operazione "Piombo fuso" che, con l'obiettivo dichiarato di mettere fine al lancio di razzi da Gaza contro il sud d'Israele dal 27 dicembre 2008 al 18 gennaio 2009, provocò 1.400 vittime tra i palestinesi (in maggioranza civili) e 13 tra gli israeliani.

Dopo le forti denunce del Segretario generale dell'Onu, Ban Ki-Moon ("Nulla è più vergognoso che attaccare dei bambini mentre dormono", ha detto riferendosi al bombardamento da parte dell'esercito israeliano di una scuola dell'Unrwa, l'agenzia Onu per i rifugiati palestinesi) e dell'Alto Commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite, Navi Pillay, che ha evidenziato una "violazione deliberata degli obblighi che il diritto internazionale impone a Israele" e accusato gli Stati Uniti di fornire armi pesanti a Israele, senza peraltro assicurare protezione agli abitanti di Gaza, diversi responsabili Onu hanno lanciato un allarme umanitario. "Il territorio palestinese è sull'orlo del precipizio. Il blocco illegale di Gaza deve terminare" ha detto Philippe Krahenbul, massimo responsabile dell'agenzia Onu peri rifugiati palestinesi (Unwra). In tutto a Gaza ci sono 440k sfollati, centinaia di migliaia di civili privi di cibo, acqua e energia elettrica. "Tutti siamo stati testimoni con orrore della disperazione dei bambini, dei civili sotto attacco e senza alcun posto sicuro dove rifugiarsi" ha aggiunto Krahenbul.

Sulla crisi nella Striscia di Gaza è intervenuto il primo agosto il cardinale Oscar Andrés Rodrfguez Maradiaga, arcivescovo di Tegucigalpa (Honduras) e presidente di Caritas Internationalis. "Dall'inizio del mese di luglio, quasi due milioni di palestinesi a Gaza e la popolazione in Israele sono stati coinvolti in una guerra devastante. La gente non ha alcun luogo sicuro per nascondersi quando le bombe piovono su questa piccola distesa di terra densamente popolata che è Gaza.

Vedono i loro figli massacrati, i loro quartieri rasi al suolo e tutte le speranze per un futuro di pace strappate in brandelli. Il campo di battaglia sono quartieri pieni di bambini, donne e uomini. Contengono ospedali sovraffollati dai feriti e dai morti e scuole che sono bombardate anche se sono concepite per offrire un riparo". "Come Caritas - ha detto - abbiamo chiesto un cessate il fuoco permanente, ma questo è solo il primo passo sulla strada verso una pace giusta basata sui negoziati inclusivi in tutta la regione".

Quella in corso, ha aggiunto Maradiaga, "è la terza guerra in cinque anni tra Israele ei militanti di Gaza. Negli anni intercorsi, i palestinesi di Gaza hanno vissuto una vita in cui l'acqua è scarsa, molto del loro cibo proviene da organizzazioni umanitarie e la dignità di un Lavoro è fuori dalla portata di molte persone. Caritas porta aiuto materiale e spirituale alla popolazione di Gaza nei suoi momenti di bisogno e di disperazione. Chiediamo la revoca del blocco a Gaza per permettere agli abitanti di Gaza di proteggere Le loro vite ei loro mezzi di sussistenza così da poter vivere una vita dignitosa".

Si fa sentire anche la voce dei cristiani di Palestina e Israele, uniti in una sola voce nell'appello "Pressure for Gaza" diffuso da "Kairos Palestina, la rete delle organizzazioni cristiane in Palestina. "E' un documento che fotografa con lucidità una realtà che vede uno stato occupante e un popolo occupato; un esercito che sta facendo strage di civili e un popolo ingabbiato che non ha né esercito né diritto a sopravvivere", afferma Pax Christi Italia.

[CzzC: sull’analisi del disastro causato dai bombardamenti a Gaza potremmo aggiungere testimonianze anche più agghiaccianti di queste, e aumentare l’esecrazione contro i bombardieri, ma ti chiederei#1, caro Augusto, se ritieni davvero di favorire il processo di pace senza analizzare e ponderare più adeguatamente le cause di questo conflitto onde azionare un’efficace loro rimozione (ad es. come tenterei di prospettare nell’abstract di questa pagina su Palestina): la suddetta fotografia sarà anche lucida, ma appare scattata con un’ottica troppo ristretta per inquadrare le condizioni al contorno originanti il conflitto, dal che l’analisi e la terapia derivabili potrebbero fuorviare rispetto all’efficacia del processo di pace. Di Kairos Palestine (KP) ci possiamo fidare ciecamente? E se millantasse credito nel definirsi ora chiesa cristiana di Palestina, ora rete delle organizzazioni cristiane in Palestina, a seconda di chi ne veicola gli appelli (a prescindere dalle storiche ottiche parziali del veicolatore Pax Christi)? Mi indusse dubbio il ricordare un’ottica ancora più parziale nell’analogo appello 2009 di KP che commentai con domande e correzioni: memore delle perplessità di allora, ho cercato oggi di togliermi dubbi circa l’appello2014 chiedendo informazioni a un sacerdote cristiano arabo del luogo, uomo di cultura e di ampie relazioni con le confessioni cristiane di Palestina: egli mi risponde che non sa tanto di questa associazione. Ma chiederei#2 anche a te di porti qualche dubbio analogo, ad esempio, se leggessi su VT#32 nella stessa p32 del tuo articolo la ben più lucida, equilibrata e proattiva analisi-testimonianza di Boulos, vescovo ausiliare del Patriarcato di Gerusalemme; ringrazio a proposito la professionalità di VT che in par condicio eodemque pagina controbilancia

- parzialità con imparzialità,

- credito dubbio con fonte indubbia per il Magistero petrino).

Se poi appurassimo che tra i firmatari degli appelli di KP non c’è Boulos ma solo l’emerito Michel Sabbah ti chiederei#3 se preferiresti ritenere Boulos fuori dalla rete delle organizzazioni cristiane in Palestina o piuttosto ritenere KP impigliata nella rete delle delle partigianerie zavorranti anziché acceleranti il processo di pace.]

 

"Ciò che sta avvenendo in questi giorni a Gaza non è una guerra. Si tratta di un massacro di civili, uomini, donne e bambini. Più di 1.000 persone uccise e migliaia e migliaia di feriti, in maggioranza civili; questo non può essere giustificato come un atto di autodifesa! Quello che sta avvenendo a Gaza è il male cieco che colpisce attraverso una visione sbagliata di sicurezza, di autodifesa e di pace", vi si legge tra l'altro, insieme alla richiesta di "uno sforzo condiviso e risoluto per portare la pace a tutti: israeliani e palestinesi, sulla base della quale ognuno si possa sentire sicuro e godere della libertà e di pari diritti in uno Stato sovrano e democratico". Nel testo, che si può sottoscrivere on-line all'indirizzo: http://chn.ge/lqwMCyD, c'è anche un appello alle Chiese ad "assumersi le loro responsabilità verso la Terra Santa'; facendo pressione "su Israele e anche sui loro governi nazionali per porre fine all'impunità di Israele e renderla responsabile". [CzzC: ti chiederei#4 se con porre fine all'impunità di Israele intenderesti bombardarlo o quantomeno boicottarne i prodotti come chiesto dall’appello 2009 di KP, amplificato dal compagno di vedute Alex Zanotelli sul sito del Comitato per la Pace di Rovereto a tal punto da definire boicottatori quelli che non hanno attuato il suo/vostro bellicoso invito].

 

[CzzC: ripeto: commenti e domande configurano un tentativo di correzione fraterna con questi intendimenti].