«Neppure la sua (di Cristo) Resurrezione ha trasformato la terra» dice un lucido analista del settimanale diocesano VT, ...

eppure con il suo annuncio quell’uomo è l’incarnazione di Dio, è, se così si può dire, la carne che divinizza ... il suo stile di vita può aprirci il cielo». Pongo alcune domande a P.Cattani in aiuto al discernimento della sua catechesi sul settimanale diocesano VT

[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 27/10/2018; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

Pagine correlate: catechesi confondente? Valore soterico secondo Mancuso ed altri

 

2014.08.08 traggo da Vita Trentina#31p30, commento e pongo domande all’autore

Aspettando una buona notizia

Testimoniare la fede significa portare al mondo una buona notizia, come aveva fatto Gesù.

31/07/2014 di Piergiorgio Cattani

Che bello quando arriva una buona notizia specie nei momenti più difficili! La aspettiamo con trepidazione, a volte siamo talmente sfiduciati da non pensare che essa giungerà, perché ormai non c’è niente da fare, la situazione in cui siamo resta immutabile.

Oggi i mezzi di comunicazione quotidianamente ci travolgono con notizie di conflitti, di stragi, di violenza; sembra che il mondo stia andando verso una completa barbarie. Allora nascono i siti Internet che vogliono dare soltanto buone notizie, magari arrampicandosi sui vetri oppure segnalando sciocchezze o eventi davvero inutili. Così nella nostra vita di ogni giorno desideriamo di poter godere di una realtà diversa, speriamo di trovare nuove possibilità, vogliamo uscire da noi stessi e delle nostre inquietudini per respirare aria fresca. Se poi non sperimentiamo niente di tutto questo, ecco che smettiamo di attendere, cercando di sopravvivere attraverso il grigiore di una esistenza sempre uguale a se stessa. Non bastano le vacanze o il divertimento, presto, troppo presto, torna il lavoro usato, torna l’abituale sofferenza.

Gesù si presenta al mondo come il messaggero di un annuncio lieto, gioioso, attraente, capace di cambiare la vita. È il Vangelo. Allora quella notizia aveva smosso il cuore di semplici pescatori. Dovevano essere uomini in ricerca, in attesa di qualcosa. 2000 anni fa nella terra di Israele c’era un fervore religioso molto diffuso, ma anche un acceso sentimento identitario che sognava la liberazione dal giogo straniero e la restaurazione del regno di Davide. Insomma qualcosa nell’aria faceva presagire l’avvento di una grande novità. E poi: di che cosa avevano parlato i profeti? Che cosa si poteva leggere nelle sacre scritture? Dio doveva ancora compiere prodigi in favore del popolo. Un nuovo liberatore sarebbe giunto. Le promesse di Dio si sarebbero adempiute. Guardando Gesù che li chiamava, i primi discepoli sulla riva del lago di Galilea avranno pensato a questo.

- [CzzC: Evangelo deriva da εὐαγγέλιον (euangelion) che significa buona notizia: giusto! Ma Gesù attrasse Giovanni, Andrea, Zaccheo, Pietro ... con una corrispondenza di cuore umano precisata subito divina (già al Giordano “questi è il mio figlio ...”) e smentì i discepoli che avessero pensato alla grande novità come liberazione dal giogo straniero.]

 

Gesù portava sulle strade della sua terra una buona notizia: il regno di Dio è vicino. Dio stesso è vicino: è padre misericordioso. Non c’è un abisso tra la terra e il cielo, perché Dio ci ama per primo e viene in cerca dell’uomo e della donna a prescindere dai loro comportamenti morali. Per questo annuncio di perdono si può incominciare una vita nuova, secondo la logica delle beatitudini. Una logica soprannaturale che supera l’ordine della natura in cui sono i poveri, gli umili, i malati, i carcerati, gli stranieri a dover soccombere. Gesù parla invece di una alternativa voluta da Dio: il mondo si regge sui giusti, cioè sui miti, sui puri di cuore, sui portatori di pace, sulla sofferenza dei perseguitati in nome di un modo di vivere veramente degno dell’uomo, ma negato da chi si basa sulla paura e sulla sopraffazione dell’altro.

La logica delle beatitudini porta alla felicità e al successo. Agli occhi del mondo l’amore porta spesso al fallimento: questo si potrebbe dire anche della vicenda terrena di Gesù. Neppure la sua resurrezione ha trasformato la terra. Eppure con il suo annuncio, concretizzato nella sua esistenza fino alla fine, Gesù diventa il Cristo, quell’uomo è l’incarnazione di Dio, è, se così si può dire, la carne che divinizza, la via che conduce verso il cielo. Il suo stile di vita può aprirci il cielo. Anche adesso. Chi lo ha seguito per davvero ci ha lasciato la testimonianza che questa via porta alla felicità, all’appagamento, a una pace intesa come compimento e pienezza.

- CzzC: la logica delle beatitudini è propriamente quella del suo regno: i suoi fedeli sanno che essa porta alla vera felicità, ma sanno anche che essa non porta al successo mondano; agli occhi del mondo (cultura dominante) non è l’amore che porta al fallimento, ma è la logica delle beatitudini che porta all’insuccesso, perché contrasta la legge naturale del diritto della forza che è assolutamente prevalente sulla forza del diritto nel darwinismo sociale caro alla suddetta cultura per la quale, “se i soldi non fanno la felicità, figurarsi la miseria!

- Neppure la sua resurrezione ha trasformato la terra? Lascio all’Ufficio catechistico, ben più competente di me, giudicare eventuali sfumature confondenti in certe espressioni formativo catechetiche tra le pagine di VT, ma laicamente ti chiederei_#1: te lo immagini come sarebbe la Terra/umanità se fosse cresciuta con le culture del jihad islamico, massonico giacobine o cino-leniniste senza tracce di trasformazione cristiana? Non pensi che col potenziale nucleare distruttivo accumulato sulla Terra, forse io e te non ci saremmo, se le fregole bellicose di potenti armaioli non fossero state inibite da statisti con tracce di esperienza cristiana, ciò anche a prescindere dal fatto che a sganciare la prima bomba atomica sia stato un Truman che aveva tracce di esperienza cristiana (ma era massone).

- Non credi_#2 che la vera trasformazione della terra/umanità sia stata la verità e il significato della vita svelato dal figlio di Dio in quanto tale e non solo grazie suo stile di vita?

- Non credi_#3 che l’incarnazione di Dio sia un avvenimento reale e non un a metafora della carne che divinizza, via che conduce verso il cielo?

 

Che cosa resta oggi di questo bellissimo annuncio? Noi cristiani non crediamo più a questa buona notizia. Anzi, non sappiamo che cosa sia la buona notizia di Gesù. Forse perché, troppo abituati a sentirla, la diamo per scontata. Se però facciamo un vero esame di coscienza, scopriamo una triste verità: non capiamo più il Vangelo. Che cosa ci racconta? Che cosa significa salvezza? Redenzione? Sapremmo raccontare a chi ignora completamente il cristianesimo in che cosa crediamo? Ho paura di no.

Testimoniare la fede significa però portare al mondo una buona notizia, come aveva fatto Gesù. Questa è la nostra vocazione: narrare al mondo il messaggio di Cristo. Cosa portiamo invece? Un’etica più o meno ragionevole e oggettivamente valida? Un modo di vivere moderato, senza eccessi ma anche senza slanci? Alcune dottrine per capire meglio la vita? Cosa vuol dire oggi parlare del Vangelo? Cercare di comportarsi come Gesù, altra risposta non riesco a darla.

- [CzzC: Noi cristiani non crediamo più? Credi_#4 che non creda più nemmeno il Papa che ti abbracciò? Perché_#5 ti chiedi Che cosa significa salvezza e redenzione senza citare alcuna delle risposte fornite dal magistero a partire dal Catechismo? Son certo che non copi Mancuso per il quale non è necessario credere nella resurrezione di Cristo per essere salvi, ma non ti parrebbe_#6 che definire salvezza e redenzione solo come nostri tentativi di «Cercare di comportarsi come Gesù» emargina la Grazia e i peccatori che egli salvò non a patto che non peccassero più?]

 

Ripeto che Commenti e domande configurano un tentativo di correzione fraterna con questi intendimenti.