Tra natura e relazione: altro inno di P.Cattani alla legge di natura cangiante: pongo domande all’autore

Il lucido analista Piergiorgio Cattani sul settimanale diocesano VT#21/2014 ribadisce che l’insegnamento di Gesù non può essere rubricato in un modo razionale di comportarsi, altrimenti la rivelazione sarebbe stata inutile per ribadire che occorre cambiare paradigma ed elaborare un’etica a partire dalla relazione, non dalla presunta oggettività della natura. [CzzC: in aiuto al discernimento e con i soliti intendimenti qui precisati commento e pongo le seguenti domande all’autore che risponde dandomi del farneticante]

[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 05/08/2024; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

Pagine correlate: altri inni su VT alla legge di natura cangiante

 

↑2014.05.24 Da: CzzC     Inviato: sabato 24 maggio 2014 00:54

A: Piergiorgio Cattani)

Oggetto: l’insegnamento di Gesù non può essere rubricato in un modo razionale di comportarsi, altrimenti la rivelazione sarebbe stata inutile?

   sono il solito che, con questi intendimenti, ti interloquì anche per VT#15, VT#17, VT#19, con riferimento a tue riflessioni fromativo-catechetiche a pag38 del nostro settimanale diocesano. Letta la tua analisi su Vita Trentina#21p38 del 25/05 afferente l’oggetto della presente (che mi interessa avendo da poco offerto un supporto formativo-catechetico degli adulti in parrocchia) scelsi di porti qui altre domande nella solita forma (se troppe, salta pure subito all’ultima), sperando che tu mi comprenda come sperai la volta precedente. Ti chiederei di segnalarmi eventuale dissenso o istruzioni correttive.

Con la promessa di un ricordo nella preghiera, felice della nostra comune affezione a Cristo, ti offro un abbraccio fraterno in Lui. Cordiali saluti. CzzC.

Elenco in nero alcuni stralci della tua diocesana catechesi su VT,  e accludo in grigio i miei commenti prefissati da “- [CzzC:”, con domande .numerate progressivamente per immediatezza di riferimento

 

Tra natura e relazione

Alcune domande del questionario sulla famiglia che il Papa ha voluto diffondere in tutto il mondo per sentire le opinioni dei fedeli in vista del Sinodo straordinario di ottobre, vertevano intorno al complesso concetto di “legge naturale”. Che cosa significa “natura”? Molte persone hanno detto di ritrovarsi a disagio di fronte a questo tipo di linguaggio. Alcune domande del questionario sulla famiglia che il Papa ha voluto diffondere in tutto il mondo per sentire le opinioni dei fedeli in vista del Sinodo straordinario di ottobre, vertevano intorno al complesso concetto di “legge naturale”. Che cosa significa “natura”? Molte persone hanno detto di ritrovarsi a disagio di fronte a questo tipo di linguaggio

- [CzzC: il disagio per un linguaggio, quando non sia volgare o aggressivo, deriva da confusione semantica; ti chiedo.1 se a anche a tuo avviso non ne avremmo ben d’onde di ritenerci confusi a fronte di tante definizioni contrastanti col Magistero petrino profuse sul termine da sermonanti teologi, ...
Il 25/05 P.Cattani mi risponde
definendo farneticanti le mie domande: che sia soprattutto per questa #1 che enucleo a parte?]

 

Mi rendo conto che riflettere su certi temi rischi di allontanare il lettore, di ingarbugliare ancora di più la matassa e di finire sul terreno tipico di qualche astrusa accademia filosofica o teologica. Eppure non possiamo fare a meno di parlarne. Perché il concetto di natura non solo fonda in gran parte la dottrina etica cattolica, in particolare quando cerca di presentarsi come un discorso “razionale”, ma entra pure nel dialogo quotidiano, con il suo corredo di approssimazioni, fraintendimenti e luoghi comuni.

- [CzzC: ti chiederei.2 di verificare le tue fonti informative: mi pare che la statistica indichi il contrario del tuo “riflettere su certi temi rischia di allontanare il lettore”;  perfino il lucro mediatico si avventa sul tema, tanta è la sete dei lettori per attingere aiuto al discernimento sul significato di parole vitali (padre, madre, figli, educazione, sesso, ...) significato che è attaccato da un’usurpazione senza precedenti da parte di interessati potentati, lontani dai bisogni concreti e primari della naturale convivenza, ma che hanno corredato di fraintendimenti parole inequivoche da millenni.]

 

Torniamo allora ad occuparci di questo argomento. Il termine “natura” è particolarmente ambiguo. Presenta almeno due significati diversi: natura come biologia, ambiente esterno, insieme delle regole che guidano la realtà, ciclo della vita animale e vegetale; dall’altro lato natura come essenza profonda di una cosa, verità oggettiva di un fenomeno, nucleo fondante, ideale a cui tendere. Si può dire allora che la natura subisce cambiamenti climatici o che influisce sull’evoluzione di una specie. Ugualmente si afferma che la natura di un elemento chimico presenta quelle date caratteristiche. Il concetto di natura, nella sua seconda accezione, si applica anche agli enti astratti: ecco cosi la “natura di una civiltà”, la “natura dell’uomo”. Natura qui intesa, è bene ripeterlo, come essenza e identità sostanziale di una cosa.

- [CzzC: ti chiederei.3 perché sottolinei particolare ambiguità quando si tratta semplicemente di due ovvii significati del termine natura, trattandosi cioè di bivalenza non di particolare ambiguità, come dire tempo meteorologico e tempo grandezza fisica che la lingua tedesca distinguerebbe in Wetter e Zeit; non c’è bisogno della tua spiegazione per sapere che la legge naturale che fa nascere e allevare la vita, cioè la natura dell’uomo, è un concetto diverso dalle evoluzioni climatiche; ma a te serve parlare di particolare ambiguità del termine natura per rifilarci surrettiziamente ben altra ambiguità? Ti chiederei.4 se consoci lo sleale trucco dialettico sgamato da Shopenhauer come #12 ”Scegliere similitudini favorevoli alla propria affermazione, introducendo nella definizione ciò che si vuole provare in seguito”]

 

Proviamo a fare un esempio più concreto. Nei discorsi ecclesiali si sentono spesso frasi del genere: “la legalizzazione delle coppie di fatto contrasta con la natura della famiglia”; oppure “la natura del matrimonio implica l’unione di un uomo e di una donna aperta alla generazione dei figli”. E ancora: “non si può andare contro la natura, contro la verità oggettiva!”; “è la natura che prevede la differenza sessuale tra maschio e femmina”. Da queste semplici affermazioni si capisce come i piani rischiano di confondersi e sovrapporsi.

[CzzC: i piani rischiano di confondersi e sovrapporsi se accettiamo il tuo sleale trucco dialettico che postula ambiguità: non a caso eviti accuratamente da ben 4 tornate/natura su VT di nominare la nota dei Vescovi del Triveneto in materia: è più comodo ma sleale alluderla con un processo in contumacia, mentre la sua trasparente semplicità sgamerebbe i trucchi di una astrusa accademia terminologica, per porti una domanda.13 semplice e riassuntiva di tutta la questione che ti porrò alla fine.]

 

La legge naturale viene così interpretata grosso modo come il “piano che Dio ha immesso nella creazione”, come quell’insieme di regole e di comportamenti ai quali bisognerebbe conformarsi per avere una vita buona. Questo approccio servirebbe per poter parlare su un piano razionale anche con quanti non hanno una credenza religiosa su cui fondare la propria etica.

- [CzzC: quest’altro trucco dialettico lascio a te scoprire nella lista dei suddetti di Shopenhauer: la difesa della famiglia naturale non è questione di discorsi ecclesiali, e la Chiesa non usa Dio per darsi ragione, ma usa la ragione (che non è solo razionalità) parlando a tutta l’umanità in difesa dei diritti umani, quando chiarisce ad esempio che “ideologia del gender è fonte di confusione sul piano giuridico” o invita anon avere paura nel continuare ad utilizzare, anche nel contesto pubblico, le parole tra le più dolci e vere che ci sia mai dato di poter pronunciare: "padre", "madre", "marito", "moglie", "famiglia" fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna. Difendiamo e promuoviamo la libertà di educazione dei figli che spetta, di diritto, al padre e alla madre“/art26.3]

 

Purtroppo così non avviene perché il concetto di natura non è capito. Che cosa è la “morte naturale”? Ci sono persone che hanno una vita intensa e piena, pur dipendendo completamente da macchine artificiali, frutto delle conquiste tecnologiche, lontanissime da qualunque cosa si intenda come naturale. Come la mettiamo in questi casi?

[CzzC: il concetto di natura è capito benissimo dalla stragrande maggioranza degli umani sulla terra, ma una minoranza di potenti interessati investe aggressivamente ed inquisitoriamente per farlo intendere a modo loro. Affermazione A: oggi si va in aereo anziché in calesse o si vede dentro il corpo con la TAC senza aprirlo; affermazione B: cambia dunque anche il modo di generare e allevare i figli: derivare da A la legittimità di B è un altro trucco dialettico che potresti scoprire nella suddetta lista degli sgamati, mentre ti chiederei.5 se sai che l’accanimento terapeutico fu definito innaturale dalla Chiesa ben prima di te]

 

Ancora peggio succede quando ragioniamo di etica e di costumi. Essi cambiano incessantemente nella storia, nelle diverse culture. Non esiste una morale “naturale” a cui per forza adeguarsi.

[CzzC: ti chiederei.6 per favore di non confonderci la legge naturale invocata dai Vescovi con costumi e precetti; essa invero afferisce a “fondamenti oggettivi di differenze e complementarietà” e ai diritti umani da mettere al riparo del criterio di maggioranza perché “se la maggioranza di un momento diventasse l’ultima fonte del diritto, basterebbe la storia a dimostrare con grande chiarezza come le maggioranze possano sbagliare].

 

La proposta cristiana, l’insegnamento di Gesù non possono essere rubricati in un modo razionale di comportarsi. Altrimenti la rivelazione sarebbe stata inutile.

- [CzzC: La proposta cristiana, l’insegnamento di Gesù debbono essere rubricati in un modo ragionevole di comportarsi, altrimenti la rivelazione sarebbe una follia. Ti chiederei.7 di superare la strumentalmente banale identità tra razionale e ragionevole: qui ti spiegherei come cominciare]

 

Ciò non vuol dire che non esistano regole universali valide per ogni tempo, come per esempio il “non uccidere”. A ben vedere però nella natura non avviene così, ma è il più forte che vince sul più debole.

[CzzC: ti chiederei.8 se fingi di non vedere come sia proprio la ragione e la ragionevolezza della fede, più che la razionalità, ad insegnarci che deve prevalere la forza del diritto e dunque (almeno per i diritti fondamentali) da fondare al riparo dal relativismo e ultimamente anche dal criterio di maggioranza, perché le maggioranze possono operare col diritto della forza (quantomeno numerica, concetto razionale) con le conseguenze storiche che sappiamo sulla forza del diritto.

 

Oggi va per la maggiore un altro tipo di ragionamento, dagli esiti ugualmente ambigui e forse più pericolosi. Alla natura si è sostituita la “cultura”, collegata alla tecnica. In teoria non esistono dati naturali, l’uomo interpreta se stesso e il mondo a suo piacimento, di volta in volta, appunto secondo le varie culture.

- [CzzC: ti chiederei.9 se fingi di non sapere che da sempre il concetto di natura è figliato dalla cultura; non a caso i potenti interessati di cui sopra forzano con copiosi investimenti nella cultura dominante una Weltanschauung che assicuri il perdurare del loro potere, costasse la forzatura del concetto di legge naturale; i mezzi tecnici sono anche veicolo di cultura, non un problema; il problema si pone quando la cultura con la ragione non riesce più governare la tecnologia mossa da criteri razionali (misurabili) di partita doppia, che del bene comune potrebbe anche beffarsi se, sacrificandolo, efficientasse il budget. Vedi anche il concetto di libertà: ti chiederei.10 se ti sei perso il meglio del festival dell’economia_TN]

 

Un altro esempio concreto, molto dibattuto anche a sproposito. È il tema dell’identità sessuale.

Fino a ieri l’omosessuale era semplicemente “contro natura”, sbagliato, da curare e da condannare a livello morale. Molti cattolici pensano ancora cosi. Ma cosa potrebbe pensare una persona a sentirsi dire di essere contro natura? Si sentirebbe perlomeno escluso.

[CzzC: a scanso di aduse allusività, ti chiederei.11 di farmi il nome di due cattolici che tu avessi sentito dire ad un omosessuale di essere e semplicemente sbagliato, da curare e da condannare a livello morale. Ti chiederei.12 se ritieni che siano tutti dei fanatici cattolici gli psicologi e psichiatri che aiutano pazienti con certe forme di omosessualità ammettendole superabili; anche in questo caso potresti trovare il trucco negli sgamati di sui sopra]

 

Tuttavia non tutto è ascrivibile alla libera scelta individuale o alla moda del momento. L’uomo è una specie animale incomprensibile se si ragiona soltanto a livello biologico, perché esso è anche anima, spirito. Però deve fare i conti con la biologia che, di norma, si distingue in maschile e femminile.

Come incide questo a livello etico? Credo che occorra cambiare paradigma ed elaborare un’etica a partire dalla relazione, non dalla presunta oggettività della natura. È un discorso aperto, una sfida affascinante da affrontare senza paura.

- [CzzC: potremmo sgomberare il campo dall’astrusa accademia filosofica o teologica, perché come disse uno studioso dell’esimio ISR-FBK trattasi di «Una disciplina impalpabile”, perché tutto è difficilmente misurabile, quasi semplici “chiacchiere”»; dobbiamo usare la ragionevolezza in questi campi, parlare di diritti umani fondamentali, superare il perimetro della semplice misurazione fisica; già ti chiesi di discernere sul rapporto etica-relazione da te analizzato su VT#15: se è vero che l’etica non può prescindere dalla relazione, ciò non  implica che l’etica si esaurisca nella relazione; come abbiamo visto la necessità di mettere i diritti fondamentali dell’uomo dal relativismo e ultimamente anche dal criterio di maggioranza, così potremmo arrivare a scoprire che la creatura umana ha bisogno di partire dal suo Creatore e conformarsi a lui, soprattutto se può contare sulla sua rivelazione in carne ed ossa (Gesù) oltre che sulla gnoseologia delle umane accademie].

 

[CzzC: se tu fossi giunto a leggermi fin qui, potresti anche esserti stancato (spero non irritato) e chiedermi “ma cosa vuoi da me in parole più semplici?”. Anzi potresti chiedermi cosa intendevo per soprassedere ad astruse accademie terminologiche con una domanda semplice e riassuntiva di tutta la questione: basta stare sul piano dei Vescovi, non filosofico-teologico, ma semplicemente il piano dei diritti umani, della forza dei diritti fondamentali moderatrice del diritto della forza, mentre convengo con te che statisticamente non avviene così, perché è il più forte che vince sul più debole.

IL CONTESTO DELLA DOMANDA

Non c’è bisogno di scomodare ancora Shopenhauer per capire che tutta questa invadenza di omosessismo non è per contrastare un’invasione di omofobi; i tifosi del “matrimonio per tutti” brandiscono l’omofobia come pretesto tattico per mirare all’obiettivo strategico, quello di poter procurare cuccioli d’uomo ai gay: senza tale diritto, ai suddetti tifosi importerebbe ben poco che sussistesse il rispetto degli altri diritti per le unioni gay, perché non ammettono che la loro unione sia di serie B rispetto al matrimonio naturale. Il riconoscimento dei diritti reciprocamente affettivi e patrimoniali (tra due o  più adulti LGBT) non è messo in discussione praticamente da nessuno: fra l’altro tali diritti sarebbero garantibili anche azionando opportunamente la normativa dell’ordinario codice civile, ma se i suddetti tifosi pretendono specifica normativa PACS, DICO et similia, siano accontentati, purché non impongano anche di relativizzare l’intendimento di legge naturale, o di confliggere con l’attuale matrimonio costituzionale (vedi significato del termine famiglia) che per millenni è stato inteso come patto speciale che lo stato fa anche nel suo interesse con coppie eterosex fertili che promettessero in atto pubblico (vincolante e meno facile da sciogliere rispetto alle coppie di fatto) fedele impegno per far crescere bravi figli/cittadini, il che senza discriminare i minori rispetto ai genitori biologici, comunque siano venuti alla luce. Non mi sorprenderei che il legislatore delle prossime unioni civili italiane non contemplasse l’obbligo di fedeltà, appunto per marcare la differenza con il matrimonio naturale costituzionale, almeno finché anche quello non venisse snaturato con la banalizzazione del suo scioglimento.

Da che dunque deriva l’accanimento dei tifosi del “matrimonio per tutti”in epoca in cui a matrimoniarsi sono sempre meno? È la GPA pro gay il nocciolo della questione, perché incrocia il desiderio/diritto individuale di adulti gay col diritto di un neonato, parte debole che rischia di soggiacere al diritto della forza se gli venisse negata, almeno precauzionalmente, la forza del diritto.

I tifosi del “matrimonio per tutti”, hanno ben chiaro il suddetto obiettivo: non è per baciarsi davanti al Sindaco o per ottenere la pensione di reversibilità che scalpitano i tifosi del matrimonio per tutti: non a caso sono solerti a raccogliere prove che non esista la necessità di un “principio di precauzioneperché, a loro avviso, il neonato ceduto a due gay andrebbe incontro a non più rischi di un adottato da matrimoniati eterosex. Se fosse scientificamente dimostrata una totale indifferenza (se fosse zero il delta di correlazione al danno tra allevamenti gay e allevamenti eterosex programmati) verrebbe depotenziata anche la residua resilienza religiosa al “matrimonio per tutti” (islamici, cattolici, evangelici, ortodossi oggi paiono addomesticati meno dei protestanti dall’illuminato spirito del mondo in tema); ma fra qualche decennio (occorrono almeno due-tre generazioni per un campione significativo) potrebbe essere confermato significativamente maggiore di zero il suddetto delta e, in vista di ciò, con gli indicatori che già abbiamo (vedi danni da omosessismo) il principio di precauzione sarebbe ben più necessario (trattandosi di minori indifesi) rispetto alla precauzione adottata, ad esempio, verso gli OGM o verso il nucleare. In realtà i negatori del principio di precauzione che neglige la GPA pro gay, sono a corto di argomenti scientifici a lor favore, anzi, ce ne sarebbero di più a lor torto, ed allora ricorrono ai metodi della guerra ideologica, ampiamente collaudata dai potenti matrici della cultura dominante, fino ad azionare gender-inquisizione.

LA DOMANDA.13

E’ la stessa che posi al neonatologo dott. Pedrotti: se tu avessi la facoltà di decidere liberamente in scienza e coscienza e avessi disponibile un bambino adottabile e ti trovassi davanti due coppie aspiranti a quella adozione, una eterosessuale e l’altra omosessuale, con profilo idoneo ad allevare bene il cucciolo, a parte la differenza omo-etero, tireresti la monetina o che altra decisione prenderesti?

Ovviamente laddove avessimo a che fare con un bambino (ancorché GPA-comprato) già cresciuto in affezione ad una coppia gay, a lui dovremmo rispettare gli stessi diritti e dare le stesse attenzioni che riconosciamo ad ogni bambino, ma da qui a riconoscere il diritto generalizzato alla GPA pro gay, ne passa.

Qui sta il punto della questione, il resto degli arzigogoli su concetto di natura, omofobia, relazione fondante l’etica sono corazza per incapsulare il suddetto obiettivo, onde permetterne il raggiungimento anche attraverso riserve legali e culturali con il diritto della forza contro i diritti naturali del minore: oppure ritieni.14 che anche i diritti naturali del minore siano cangianti al fine di soddisfare capricci di adulti giustificati da un’etica che parte dalla loro relazione, non dalla presunta oggettività della natura?

Ripeto le motivazioni del mio interloquirti: i presenti commenti e domande, come quelli che formulai nelle tue precedenti analisi VT#15, VT#17, VT#19, sottintendono un tentativo di correzione fraterna, ma ti assicurerei quanto già in finale alla mia del 19/05.

Un abbraccio fraterno in Cristo. CzzC.]