In principio è la relazione
Piergiorgio Cattani su VT: legge naturale = presunta verità delle cose: dato che l’etica oggi è messa in crisi dalla sensibilità diffusa che non capisce più i precetti fondati sulla cosiddetta legge naturale, dovremmo parlare di più di relazione e meno di legge naturale cioè una presunta verità delle cose.
[CzzC: forse VT trova indigesta la nota dei Vescovi del Triveneto sul concetto di famiglia naturale, tanto che, non bastandogli il prof Ghia su VT#13p4 “... il concetto di natura non è statico, ma in costante cambiamento ... ad esempio sulle unioni di persone dello stesso sesso”, rinforza la sua linea catechetica emancipata con Cattani/VT#15 che invoca la scienza per farci cambiare la prospettiva?].
[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 06/07/2022; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]
Pagine correlate: P. Cattani; catechesi; Vita Trentina; legge naturale cangiante, Francesco Ghia
↑2014.04.10 Traggo da Vita Trentina#15p38, commento e pongo domande all’autore che risponde.
In principio è la relazione
In principio era la relazione, cioè la Parola al cospetto di Dio, perché la Parola stessa è Dio. Il cosmo che vediamo - sterminato, interdipendente, proteso alla vita - nasce da questa relazione.
10/04/2014 di Piergiorgio Cattani
La scienza può ancora dialogare con la teologia?
La fisica moderna ha rivoluzionato la nostra visione del mondo. L’universo si è dilatato nel tempo e nello spazio, concetti anch’essi completamente trasformati rispetto a quanto da sempre pensiamo. Il tempo e lo spazio sono strettamente collegati l’uno con l’altro, non sono realtà assolute e immutabili, ma si modificano, si piegano, accelerano, curvano, insomma cambiano a seconda di altre grandezze fisiche, come per esempio il campo gravitazionale. Intanto si scoprono particelle elementari sempre più piccole, con comportamenti strani che mettono a dura prova non solo le equazioni escogitate per descriverli, ma pure la stessa fantasia di scienziati e ricercatori. Questa ricerca diventa così un’avventura straordinaria tra la matematica e la filosofia, tra la cosmologia e la tecnologia necessaria per costruire macchine sofisticatissime.
Il tema è molto complesso. Tuttavia c’è un aspetto, ormai posto come fondamento solido per ulteriori teorie, che avvolge l’odierna visione scientifica della realtà, ma che può gettare un ponte incredibilmente ardito con altre discipline, dalla sociologia alla teologia. La scienza può ancora dialogare con la teologia? Per certi professori, insigni scienziati, tutto quello che odora di religione, puzza di oscurantismo, creduloneria, dogmatismo, costrizione. Eppure, per strade diverse, si arriva ad utilizzare gli stessi concetti, come per esempio quello di relazione.
[CzzC: che alcuni concetti possano essere usati in ambiti diversi e talvolta opposti è una banale ovvietà, comunque sono felice quando trovo elementi, come questo, che aiutano a riconoscere la fede amica della ragione e della scienza].
La fisica ci dice che gli elettroni di un atomo si manifestano, si percepiscono, possono essere misurati dalle macchine, in pratica esistono soltanto quando interagiscono con altre particelle. [CzzC: mi permetterei, caro Piergiorgio, di chiederti se ei sicuro di quel soltanto e se forse volevi dire che gli elettroni, come altre particelle, si rivelano quando interagiscono con altri corpi o campi di forze: se parliamo di osservazione (conoscenza, rivelarsi ) concorderei con te, mentre non mi parrebbe corretto dire che un elettrone non esiste prima di interagire; trovami un fisico che sostenesse che il flusso di particelle emesso dal Sole non esiste durante gli 8 minuti che passano tra la sua nascita dal Sole e il momento in cui interagisce con la nostra atmosfera (aurora boreale); comunque passi, perché dal nostro settimanale diocesano non possiamo pretendere la precisione scientifica].
Ulteriori teorie molto complicate, ma con un supporto teorico e sperimentale notevole, arrivano a dire che non esiste una realtà ma esiste soltanto la relazione. Semplicemente non esistono enti separati, tutti sono legati, interdipendenti. Se non ci fosse la relazione non ci sarebbe l’universo, l’essere stesso in cui siamo immersi. [CzzC: forse volevi dire che non esiste osservazione senza relazione? Se così, concorderei con te, perché nell’universo è impossibile che le entità fisiche non interagiscano tra di loro sebbene tale relazione sia più o meno intensa a seconda della maggiore o minore prossimità spazio-temporale tra le parti in relazione; ma il fatto che la relazione tra le parti si intensifica all’aumentare delle prossimità spazio-temporali tra le medesime, autorizza a ritenere che le parti esistano anche quando la loro distanza faccia tendere a zero la loro interrelazione].
L’essere è relazione. Ma cosa dice la teologia cristiana? Dice che Dio è relazione. La Trinità è relazione. Non sono tre dei concepiti in una maniera incomprensibile e un po’ bizzarra che quando fa comodo agiscono separatamente, ma che poi devono essere considerati uniti… Quanta confusione si genera! Eppure il concetto di Trinità ci parla di un Dio unico in tre Persone: Padre, Figlio e Spirito Santo non possono dividersi, stanno sempre in una relazione di amore, cioè di donazione di sé. La Trinità, unico Dio, esiste soltanto attraverso le tre Persone.
Nello stesso atto di creare il mondo Dio, se così si può dire, si lega per sempre a qualcos’altro da sé, cerca la relazione. E dato che non ci può essere nessuna relazione se non attraverso un mezzo, ecco che la Parola creatrice diventa l’artefice di questa comunicazione. In principio era la relazione, cioè la Parola al cospetto di Dio, perché la Parola stessa è Dio. Il cosmo che vediamo - sterminato, interdipendente, proteso alla vita - nasce da questa relazione. Il cristianesimo approfondisce a tal punto questa primigenia intuizione, cardine della rivelazione di Dio all’uomo, da ricorrere al termine di incarnazione. [CzzC: mi pare che per il cristiano credente non si tratti di ricorrere a termini, ma si tratti di fatti accaduti: incarnazione, morte e risurrezione di Gesù, figlio di Dio]. La Parola si incarna, mette le tende in mezzo a noi, diventa carne, mortalità.
Potremmo continuare a lungo. I credenti vivono soltanto se stanno vicini al Cristo, se rinsaldano ogni giorno la relazione con Lui, buon pastore. Da questo rapporto nasce la Chiesa, chiamata a instaurare una comunione nuova perché basata sull’amore tra i fratelli, su nuovi vincoli di perdono e di accoglienza reciproca.
Dunque il concetto di relazione, insieme con quello di evoluzione, è uno dei lasciti maggiori della scienza moderna (non parliamo della sua importanza in ambiti come la psicologia o l’educazione dove tutto si gioca nell’incontro/scontro con l’altro); ma come abbiamo visto anche la fede ci parla sempre di relazione. Intorno ad essa può essere ricompresa anche l’etica, oggi particolarmente messa in crisi dalla sensibilità diffusa. Non si capiscono più precetti, imposti o anche solo proposti, fondati sulla cosiddetta legge naturale, cioè una presunta verità delle cose impressa nella natura. Abbiamo visto come la scienza (ma anche la cultura) ci cambia la prospettiva. Ora se parlassimo di più di relazione e meno di natura forse potremmo spiegare meglio le verità cristiane anche ai nostri contemporanei.
[CzzC: in cauda venenum il vero obiettivo di cotanto sciorinare la fisica? Per dire anche tu, come Ghia su VT#13p4 che “... il concetto di natura non è statico, ma in costante cambiamento ... ad esempio sulle unioni di persone dello stesso sesso” avresti potuto anche fare una fatica minore di quella che ti ha portato a scudarti con le particelle; o sbaglio?].
Piergiorgio Cattani.