Per Bertinotti il COMUNISMO È SCONFITTO: ripartire dal buono di liberalismo e cattolicesimo
L’idea comunista è finita con una sconfitta: la cultura liberale e cattolica in difesa dei diritti della persona è indispensabile per intraprendere il nuovo cammino di liberazione.
[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 28/04/2019; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]
↑2014.08.31 Trovo magistrale quest’analisi di Bertinotti: < youtube> Come nasce l’idea "proletari di tutto il mondo unitevi"? Nasce perché "voi senza potere unitevi, conquisterete il potere, per farci tutti uguali" Quella cosa lì è finita con una sconfitta: io appartengo a questo mondo, che è stato sconfitto dalla falsificazione della sua tesi (Unione sovietica) e da un cambiamento della scena del mondo che possiamo chiamare globalizzazione e capitalismo finanziario privato. Nel momento in cui questa scena viene cambiata, io penso che la cultura liberale, che è stata attenta più della mia all’individuo, cioè alla difesa dei diritti dell'individuo e della persona contro tutto (il potere economico ma anche lo stato) questa cultura è indispensabile per intraprendere il nuovo cammino di liberazione. Ma io appartengo a una cultura (certo, faccio fatica a dirlo) che ha pensato che si potessero comprimere, almeno per un certo periodo, dei diritti individuali in nome di una causa di liberazione (per cui, va beh, se dobbiamo in un certo periodo mettere la mordacchia al dissenso, ragazzi miei, per la rivoluzione). Ma l'intellettualità europea tra il ‘45 e il ‘50 è stata quasi tutta comunista, intellettualità prevalente in Francia, in Italia tutti, dai grandi scrittori ai registi ai cattedrattici, alle case editrici: beh, adesso non mi dite per favore che non si sapeva niente di cosa accadeva in Unione Sovietica e che bisognava attendere il ‘56 o Praga. Io penso che la cultura liberale abbia cose da farsi perdonare, tuttavia, in maniera feconda ha difeso prima, scoperto poi, e rivalutato poi, il diritto individuale come incomprimibile. A me paiono oggi come assolutamente indispensabili alla mia ricostruzione: cioè se io debbo riprendere il cammino, nel mio bagaglio dovrei mettere ciò che di meglio c'è nella mia tradizione, rivisitata criticamente, assieme a ciò che viene portato e che io considero più dialogante con me della tradizione liberale come da quella cattolica: le parole che (Papa Francesco I) usa quotidianamente e che gli stanno guadagnando il consenso e l'attenzione anche di mondi lontani dal mondo cattolico è che davvero sembra di assistere alla presenza sulla scena del mondo di una parola profetica: delle tre grandi componenti (liberale, comunista e cattolica) sembra essere l'unica che abbia riacquistato una grande vitalità e non casualmente nasce da un atto rivoluzionario cioè dalle imprevedibili dimissioni di un papa; l'operazione di rottura realizzata da Benedetto XVI ha consentito che si producesse questa grandissima innovazione, di un uomo chiamato dall'altro mondo.
[CzzC: potresti leggere anche su Repubblica: è il tempo di mescolarsi con liberalismo e cattolicesimo politico; la Chiesa ha una leadership all'altezza della sfida; il Pontefice pronuncia parole profetiche su guerra, capitalismo e immigrazione]