Prof discriminata o tentante criminalizzazione al S.Cuore TN?

A una prof del Sacro Cuore di Trento non viene rinnovato il contratto a termine così come ad altri insegnanti a tempo determinato; lei però ha orientamento sessuale Lgbt: ghiotta occasione per criminalizzare le scuole paritarie con l’accusa di discriminazione sessuale, in tempestivo pressing omosessista pro approvazione ddl PAT#2/2014?

Il giudice che ha condannato la scuola avrà tenuto conto che il Consiglio d'Europa aveva riconosciuto il diritto all'obiezione di coscienza in materia?

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[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 18/01/2024; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

Pagine correlate: ideologia di gender; criminalizzare il disaccordo

 

↑2021.11.02 <corriere> condannata in cassazione la scuola S.Cuore di TN

 

↑2016.07.02 <tempi>: errori nella sentenza che ha condannato una scuola paritaria a risarcire una insegnante per un contratto non rinnovato: intervista al giuslavorista Marco Ferraresi [CzzC: Il giudice che ha condannato la scuola avrà tenuto conto che il Consiglio d'Europa aveva riconosciuto il diritto all'obiezione di coscienza in materia?]

 

↑2016.06.23 <repubblica, corriere nuovabq>: il Tribunale di Rovereto ha condannato l'Istituto paritario Sacro Cuore di Trento per "discriminazione nei confronti di un'insegnante". Alla donna era stato chiesto di smentire delle voci per le quali avrebbe intrattenuto una convivenza sentimentale con un'altra donna. La sentenza è storica perché sarebbe "il primo caso di condanna mai pronunciata per discriminazione sessuale e la seconda per discriminazione collettiva". [CzzC: cvd]

 

↑2015.09.06 <VT google>  suor Eugenia Libratore è morta domenica 6 settembre all’età di 78 anni all'ospedale S. Chiara di Trento. "Storica" preside dell'Istituto Sacro Cuore e Superiora di quella comunità religiosa fino a due giorni prima del ricovero in ospedale, a causa dell’aggravarsi di problemi cardiaci di cui soffriva da tempo. <nbq> deceduta prima della sentenza.

 

2014.07.22 Traggo da Avvenire p15; Prof di Trento, preside: non è discriminazione

 

2014.07.01 <giornaleTN google> Prof accusa il Sacro Cuore: "Licenziata perché sono lesbica". La docente accusa: "Questo il motivo del mancato rinnovo contrattuale". L'Istituto: solo tagli dovuti al bilancio

I fatti risalgono a qualche giorno fa, quando la docente, che da alcuni anni insegna al Sacro Cuore, viene convocata dalla direttrice, la madre superiora Eugenia Libratore

 

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SEGUITO DEL SOMMARIO

Ad una prof del Sacro Cuore di Trento non è stato rinnovato il contratto a termine così come ad altri 30 insegnanti a tempo determinato; lei però ha orientamento sessuale Lgbt, che avrebbe usato anche come intento formativo in classe con disappunto di qualche genitore, dal che la suora aveva colloquiato con la prof sulla congruenza tra il progetto educativo dell’Istituto (non accettato dalla prof?) e la sua prassi in classe.

Forse la suora avrebbe dovuto essere più guardinga nel colloquiare con la prof in materia, ma se ti venisse il sospetto che tale prof, sapendo di non poter guadagnare dal contratto (→normativa, interpretazioni, comunicato stampa dei giuristi per la vita), abbia giocato per guadagnare dalla ideologia di gender pro adozioni gay, Scalfarotto e approvazione ddl PAT#2/2014, ti direi che anch’io sospetterei sulla tecnica, ma la presumerei finalizzata anche ad un ulteriore obiettivo: sgambettare le scuole paritarie: indizio? ilfattoquotidiano sotto il titolo «Gay: licenziata perché lesbica ovvero per aver detto la verità» mette la pubblicità del referendum abrogativo del finanziamento alle scuole paritarie (ovviamente <ilfattoquotidiano> titola anche per i precedenti obiettivi: «non smentisce omosessualità, la scuola non le rinnova il contratto».)

Mi pare che la versione della preside riportata da Avvenire sia illuminante e sbugiardante, ma temo che non basterà per evitare la condanna]

Traggo da Avvenire 22/07/2014p15;

Prof di Trento, preside: non è discriminazione

Francesco Dal Mas

22 luglio 2014

Nessuna discriminazione nei confronti della professoressa. Al momento la direzione dell’Istituto Sacro Cuore di Trento, mille tra bambini e ragazzi, 137 insegnanti, ha deciso di non rinnovarle il contratto scaduto a fine giugno. Ma nessun rinnovo anche per altri 30 insegnanti con contratto a termine. Decisioni in merito avverranno solo ai primi di settembre, a seconda del monte ore da assegnare e del numero di classi. La scuola, d’altra parte, è impegnata a garantire le assunzioni anzitutto al personale abilitato. E la professoressa al centro della vicenda non lo è. Il Sacro Cuore, però, mantiene i rapporti con tutti i docenti, che ricontatta in base alle esigenze.

 

È vero che la docente in questione avrebbe scelto di non condividere il progetto educativo dell’istituto. «Un progetto – spiega  madre Eugenia Libratore, la superiora – che si àncora ad alcuni valori fondamentali, come quello della famiglia e ad una determinata concezione della vita. Quando, in un colloquio riservato, ho chiesto all’insegnante di condividerlo, non ho ricevuto risposta».

 

La professoressa ha dato tutta un’altra versione, attribuendo a madre Eugenia un’indagine ritenuta inammissibile sui suoi orientamenti sessuali. «Mi dispiace, ma l’insegnante non mi ha capito – puntualizza la responsabile del Sacro Cuore – volevo semplicemente aiutarla in un chiarimento doveroso rispetto alle preoccupazioni di tanti genitori, che anche in queste ore mi hanno manifestato vicinanza e solidarietà». Il colloquio, avvenuto a metà luglio, era «solo interlocutorio, di carattere privato, e in vista di eventuali futuri contatti, qualora si fossero aperte nuove opportunità di lavoro, al momento assenti», precisa l’Istituto.

 

Per nessuno, quindi, ci sono le porte chiuse. «Abbiamo diritto di avere un nostro programma educativo e il dovere di farlo rispettare. I genitori ci scelgono per questo. Nel colloquio con l’insegnante era mia intenzione capire qualcosa di più riguardo a talune lamentele espresse da alcuni genitori, da alunni e colleghi, riguardo a specifiche affermazioni che lei avrebbe fatto in classe, ad esempio in tema di sessualità. Affermazioni considerate inopportune, fuori luogo e non compatibili con il nostro ambiente scolastico, che aveva dimostrato turbamento».

 

Su questo punto, da parte della docente, nessuna chiarificazione, a quanto pare. Ma non per questo il rapporto contrattuale non è stato rinnovato. Nessun ricatto, né alcuna discriminazione sessuale. Il Sacro Cuore ha una precisa impostazione – fa notare la superiora – ed è significativo che anche dei genitori omosessuali abbiano chiesto di poter iscrivere a questa scuola i loro figli. È bastato, tuttavia, che la docente portasse in piazza il colloquio privato perché esplodesse la polemica. Trento, in questo periodo, è un ambiente caldo, a motivo della dibattuta proposta di legge provinciale sull’omofobia. [CzzC: ritengo che l’obiettivo di certi gender inquisitori sia più ambizioso dell’approvazione del ddl PAT#2/2014: più gli premerebbe far vincere Scalfarotto e più ancora stroncare chi volesse normalizzare il finanziamento della scuola paritaria con la quota capitaria].

 

Apriti cielo. Arcilesbica, Agedo, Equality Italia e Famiglie Arcobaleno non hanno trovato di meglio che chiedere al ministro Stefania Giannini di «restituire all’insegnante offesa la sua dignità di persona». I Comitati trentini per Tsipras hanno sollecitato, dal canto loro, un intervento del presidente della Provincia, Ugo Rossi, perché verifichi la legittimità dei fondi passati alla scuola paritaria. «Certo, noi riceviamo un contributo, ma perché svolgiamo un servizio pubblico. Sfido chiunque – insiste suor Eugenia – a dimostrare il contrario».

 

Venti deputati del Pd fanno pressing sul ministro Giannini perché faccia rispettare le leggi: «Valuteremo il caso con la massima rapidità e con un confronto chiaro e doveroso con le parti coinvolte», ha risposto il ministro. Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente della Provincia, Rossi,  che dice di voler approfondire ma tenendosi lontano da ogni «clamore di piazza» e «nel rispetto del diritto di tutti». [CzzC: criminalizzare la scuola paritaria potrebbe essere il mezzo più efficace per taluni potenti al fine di impedire che lo stato ne definisca un sostegno certo con la quota capitaria; se pensi che io pensi che la prof sia eterodiretta allo scopo di attentare alla vita delle scuole paritarie cattoliche e alla loro libertà di educazione, stroncando sul nascere qualunque tentativo del governo di inserire nella riforma un sostegno certo al servizio pubblico da esse erogato,

- ti direi che conto sulla libertà di pensiero ma temo che, se diventasse espressione, gli scalfarottiani potrebbero incriminarcela come ci conculcherebbero la libertà di coscienza e di educazione ancorché proclamate dagli Art.18, 19, 26.3 della dichiarazione universale: quindi cautelativamente non esprimerei né sì né no e penserei al Samizdat;

- ti ricorderei il referendum trentino che voleva abrogare il finanziamento alla scuola paritaria cattolica, intentato da Cgil e dalla Uil capitanata dal massone Bonmassar, e che oggi <23/07Avvenire.p11> la Uil sfrutta il caso del S.Cuore per battere che c'è un nodo da sciogliere, ed è quello dei contributi pubblici ad una scuola definita privata].

Mentre il senatore leghista Sergio Divina parla di «vicenda montata ad arte» e il senatore Ncd Carlo Giovanardi di «distorsione della realtà» e altri cinque senatori Ncd intervengono per difendere la libertà di «un imprenditore di licenziare un lavoratore assunto a tempo determinato». Per Paolo Campisi, presidente dell’Associazione Agesc, non ci sono dubbi: l’unica discriminante, in vicende come questa, è la condivisione del progetto educativo. «Se questa c’è, l’accoglienza non ha confini». La vicenda è seguita con particolare preoccupazione anche dall’arcidiocesi di Trento [CzzC: questa volta il settimanale diocesano Vita Trentina, non mi pare così condiscendente alla cultura dominante sulla elasticità del concetto di legge naturale come quando la volle ridefinire in più puntate con Cattani e filosofi di Uni_TN, ancorché perfino la laica ONU abbia votato di tutelare la famiglia naturale respingendo un emendamento che voleva sostituire il termine «famiglia» con la frase «famiglia nelle sue varie forme»; questa volta il settimanale diocesano, pur ritenendo che non ci siano né vincitori né vinti (mentre a me pare che ci sia un gran perdente, il bene comune, come usualmente provocano gli interventi aggressivi della cultura dominante individualista e sarà perdente la preside in tribunale), trovo ampiamente sagge le riflessioni  “fra privato e primato”, “copione già scritto”, “non c’era sintonia”, “partono le verifiche”, nonché l’editoriale di Marco Zeni “caccia alle streghe”].

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