ARMI UE: è opportuno aumentarne efficacia-efficienza? Se sì, come?

Stante il fatto che sta crescendo nel mondo il diritto della forza a detrimento della forza del diritto, pare che alla domanda in titolo si debba rispondere più sì che no; ma è la risposta alla seconda domanda che fa la differenza sul rapporto tra obiettivi e costi.

[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 22/03/2025; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

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2025.03.07 per quali obiettivi primari dovremmo aumentare l’efficacia-efficienza degli armamenti UE? Per la nostra difesa e per la nostra capacità di influire anche mediante la dissuasione nelle trattative con altri stati, stante la prevalenza del diritto della forza sulla forza del diritto nei rapporti internazionali (come purtroppo anche tra individui).

   Il problema è insorto a seguito delle minacce di Trump verso non solo l’Ucraina ma anche verso l’Europa, scopertasi scoperta in termini di potenza armata senza gli USA; ma il problema si è fatto scottante in UE il giorno dopo che la Germania autonomamente decise di mettere 500 miliardi di euro per il suo riarmo, una quantità di soldi esorbitante rispetto a quel che riuscirebbero a mettere altri stati europei che hanno molto minore Pil e che sono zavorrati da un debito pubblico superiore al 110% del Pil come Francia e Italia.

La proposta UE di 800 miliardi di euro appare perfino modesta al confronto con la Germania, ma appare anche campata in aria, perché manca il coordinamento tra gli stati membri sui dettagli del cosa fare come quando.

Macron, sentitosi messo in minorità da una Germania che dal 1945 non avrebbe dovuto più riarmarsi, sta provando a “vendere” alla UE il suo ombrellino nucleare, sperando che gli altri non si accorgano di quanto sia sfilacciato per l’obsolescenza sia dei suoi vettori aerei (il Rafale) sia dei suoi vettori missilistici (quando li usarono contro Assad, fu un flop clamoroso e forse fu per la fallosità della missilistica francese che venne abbattuto il DC9-Ustica).

Proposte?

- Stante il fatto che la Germania può davvero investire più degli altri e forse anche di testa sua, la si induca a produrre, quantomeno il nuovo che avanza, con standard non privati ma concordati UE e coordinati con l’ombrello che per ora è unico a nostra difesa, l’ombrello USA-Nato.

- Stante la polverizzata differenziazione tra le armi inventate e prodotte dai singoli stati UE, si investa per far produrre secondo uno standard unico, come la UE riuscì ad imporre uno standard unico sui caricatori dei telefonini, sulla segnaletica stradale, sulle banche, sulla privacy, sull’antiriciclaggio e adesso perfino sulle criptovalute.

- Stante la vulnerabilità del nostro territorio, ben più densamente popolato rispetto a USA, Russia e Cina, sarebbe inutile investire per creare bombe atomiche pensando di spaventare gli avversari: investiamo invece

   - nell’antimissilistica, copiando o comperando tecnologia da Israele che ce l’ha già di tipo laser, tecnologia che, quando sarà affermata, renderà meno deterrenti gli arsenali nucleari

   - nella robotica guidata dall’AI, la sola tecnologia che è capace di compensare la nostra carenza di uomini disponibili a mettere gli scarponi in trincea di prima linea, indisponibili pure ad infilarsi nei blindati facilmente annientabili da bazooka e droni, titubanti perfino ad imbarcarsi, vista la vulnerabilità delle corazzate russe nel Mar Nero.

Con tali criteri spenderemmo anche meno a parità di obiettivi raggiungibili, e comunque molto più saggiamente potremmo parlare di investimenti per la DIFESA, anziché per il RIARMO, parola stridente non per il Giubileo, ma perché confligge con le ben maggiori priorità di impiego dei soldi pubblici presi a debito, che saranno pagati con minore welfare per i nostri figli e nipoti e con maggiori loro fatiche.