2024.12.02 <S24h Rai google> Joe Biden ha graziato Hunter, motivando che il figlio fu perseguito da un errore giudiziario commesso per colpire lui: Biden si è così rimangiato ciò che aveva promesso, e dissimula che …Raccolgo un commento.fb  che condivide questo <insideover>: Quello che il presidente Usa non dice. L’amore per il figlio è certamente comprensibile, soprattutto per uno come Joe Biden che ha dovuto affrontare, nel 2015, il dramma della scomparsa del figlio primogenito Beau Biden, morto a causa di un male incurabile. Ciò che non è tollerabile è l’ipocrisia dello stesso Joe Biden e il doppio standard di una larga fetta dell’opinione pubblica che ora difende tale decisione, che politicamente rimane indifendibile. “Non ci dovrebbero essere re in America”, dichiarò l’inquilino della Casa Bianca commentando la decisione della Corte Suprema di concedere l’immunità parziale a Donald Trump nei mesi scorsi. E ancora: “Nessuno è al di sopra della legge, nemmeno il presidente“. È lo stesso Biden che oggi grazia il figlio, a poche settimane dalla pensione?

A quanto pare, sì. Dopotutto, con complicità di una larga fetta della stampa, Joe Biden non ha fatto altro che mentire su tutto ciò che riguarda il figlio Hunter, giurando di non aver mai avuto nulla a che fare con gli affari del figlio quando fu proprio lui a piazzarlo nel consiglio d’amministrazione della società ucraina Burisma nel 2015, dopo Euromaidan. Come si è poi scoperto negli ultimi anni, i soci di Hunter hanno visitato la Casa Bianca oltre 80 volte tra il 2009 e il 2016, incluso un dirigente di Rosemont Seneca, società collegata a Hunter, che sarebbe stato lì 17 volte. Inoltre, nel marzo 2016 l’allora vicepresidente Usa incontrò gli avvocati del figlio per discutere del mandato di comparizione emesso contro Devon Archer, socio di Hunter.

E non finisce qui, perché Joe Biden incontrò anche un dirigente di Burisma, poco prima che l’allora vice di Barack Obama facesse pressioni per il licenziamento di un procuratore che indagava su Burisma. Il tutto è dimostrato dalle e-mail contenute in un laptop abbandonato in un negozio del Delaware che era stato derubricato a “disinformazione russa”, salvo poi scoprire che era tutto vero e il laptop esisteva veramente, così come le e-mail. Ucrainagate. Una serie di bugie e depistaggi che la grazia concessa dal presidente Usa al figlio non potrà mai cancellare.