Hai mai provato a mettere lo stesso POST su Facebook e su Linkedin?
A me è parso di notare una correlazione tra il numero di visualizzazioni e la banalità del post: nel primo social la correlazione mi parrebbe somigliare più a una proporzionalità diretta che inversa; nel secondo viceversa. Forse sbaglio, ma azzardo un esempio.
[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 15/02/2022; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]
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↑2022.02.15 Mi capita di scrivere qualche post su Facebook di mia iniziativa, ma preferisco commentare quelli di amici, anche perché mi si dice che scrivo difficile e noto pochi riscontri. Domenica scorsa (13 Febbraio) percorrevo il giro del Monteghello durante un soleggiato pomeriggio quando catturai un Meteo che segnalava in loco 12 °C ma anche l'alert «disagi dovuti a neve e ghiaccio»; osai postare come banalità per Facebook l'apparente incongruenza, accompagnandola con la domanda «un'impertinenza di oggi o un alert per domani?». Quel post raccolse comenti multipli, sia like sia risposte impertinenti.
Non oserei pubblicare la stessa pochezza in Linkedin, social sul quale ho pubblicato verso le 18 di oggi il seguente post, raccogliendo dopo un'ora 21 visualizzazioni (33 alle ore 22): oso provarlo anche su Facebook, vedremo:
«Nella pletora di pagine grondanti expertise su CRIPTOVALUTE trovo raro chi denunciasse come tali strumenti di pagamento siano appetiti da quella criminalità che sarebbe capace di farle grondare di sangue innocente, un uso raddoppiato dal 2020 al 2021 (14G$).
Ci chiediamo se nelle nostre democrazie esista una volontà politica che sia capace di stroncare quell'anonimato che rende le transazioni in CRIPTOVALUTE funzionali ai peggiori criminali: la tecnologia consentirebbe di intervenire, visto come i regimi autoritari la usano per condizionare i nodi della rete.
Ci chiediamo se nella fattispecie dobbiamo aspettarci il buon esempio da quel Partito Comunista Cinese aduso a castigare i diritti umani degli innocenti.»