Botta e risposta su facebook con riferimento al nostro raggio di solitudine
↑2021.12.23 <lastampa> La Nasa convoca 24 teologi: cosa cambierà se gli alieni esistono? L’incontro è in programma al Center for Theological Inquiry di Princeton, un organismo che riceve finanziamenti dalla NASA. <padre cavalcoli> Nel racconto biblico non c’è spazio per la teoria poligenista che è stata positivamente esclusa da Pio XII nell’enciclica Humani Generis del 1950. [CzzC: il poligenismo delle razze umane è ritenuto compatibile con la Parola di Dio da molti teologi: non è più il tempo di brandire la Genesi contro Darwin; comunque qui il problema è doppio: l'esistenza di una civiltà aliena e la sua comunicabilità con noi]
- [CzzC: gli UFO sono più un problema degli scientisti illudenti che dei teologi: questi possono starsene tranquilli e, anziché brandire la Genesi contro Darwin, possono starsene a guardare la faccia contrariata di certi scientisti che, dopo aver azzardato cifre sul numero di civiltà aliene che ci sarebbero nella sola nostra Galassia, sono sempre più delusi man mano che scoprono l'allungarsi del nostro raggio di solitudine]
- Giovanni Cavalcoli: C., la ringrazio per questa comunicazione.
- L.B.: CzzC: le osservazioni contenute nel link da lei postato (che condivido) riguardano le scarse se non nulle possibilità di mettersi in relazione con esseri intelligenti alieni a causa della vastità non la loro esistenza. Il fatto che non potremo mai conoscerne l'esistenza non vuol dire che non esistano. Non siamo idealisti hegeliani per cui ciò che non è pensato non esiste.
- CzzC:
Sign L.B., il metodo della
conoscenza è imposto dall'oggetto; se un oggetto non comunica la
sua esistenza attraverso sensibilità fisica o attraverso un modello matematico
predittivo certo (come fu per il bosone di Higgs) è
fantasia da "Odissea nello spazio" (o atto di fede) ipotizzarne l'esistenza, e
sarebbe inganno quando se ne ammantasse l'esistenza con argomentazioni
pseudoscientifiche.
Lei crede nel multiverso? Io no oggi, perché non ne abbiamo alcuna
comunicazione fisica e perché i modelli matematici che lo ipotizzano sono
credibili solo perché qualcuno millanta che basti la bellezza della loro simmetria
per crederli affidabili.
Non
capisco la logica della affermazione «Il fatto che non potremo mai conoscerne
l'esistenza non vuol dire che non esistano»: questo frasario si può
usare per le verità di fede, ma qui stiamo parlando di fisica. L'esistenza di
un oggetto fisico si conosce solo attraverso i due suddetti metodi: se nemmeno
il metodo matematico predittivo certo è in grado di supplire alla mancanza di
riscontro sperimentale, di che "esistenza"
stiamo parlando, dell'iperuranio?
Nulla vieta che fra qualche anno si affacci alla nostra Terra un
messaggio intelligente inviato da qualche civiltà aliena;
nulla vieta che fra qualche anno si arrivi a formalizzare un modello
matematico predittivo certo della esistenza di civiltà aliene (modello non
semplicemente probabilistico o semplicemente elegante come certe
rappresentazioni lagrangiane del modello standard); ma
finora ...boh; questo "nulla vieta" ha la stessa potenza del
"nulla vieta che si possa far galloppare la fantasia".
Se volessimo rimanere sul piano delle probabilità anziché delle certezze,
facciamo due calcoli probabilistici; dividiamo 4 milioni di anni (vita homo
sapiens) su 13 miliardi di anni (esistenza dell'universo): risulta un numero
che ha ordine di grandezza 10 alla meno 4, una frazione tanto infinitesimale da
farci dire che è più alta la probabilità che l'uomo si estingua per colpa sua o
di un virus o bruciato dal Sole rispetto alla probabilità che nella sua così
breve esistenza colga il messaggio di esistenza di un'altra civiltà aliena,
visto che sono decine di anni che si è messo in ascolto senza ricevere nulla,
mentre riceve le onde elettromagnetiche puramente fisiche, non intelligenti,
emesse da corpi celesti distanti da noi molti più anni luce dei nostri poveri
4 milioni di anni di homo sapiens;
consideriamo inoltre che su 4 milioni di anni, l'homo sapiens solo da 150 anni
sa emettere segnali elettromagnetici e qui ci casca un altro rapporto: 150 anni
fratto 4 milioni fa un ordine di grandezza di 10 alla meno 5: tanti auguri a
chi crede nella esistenza degli UFO, pago del «fatto che se non
potremo mai conoscerne l'esistenza non vuol dire che non esistano».
Sign. L.B., il fatto che io e Lei siamo QUI ORA a parlarci è un
miracolo dal punto di vista probabilistico rispetto agli ordini di grandezza
suddetti: questo non lo dico da me, uso le parole di un fisico di fama
internazionale come José Gómez Cadenas,
spagnolo, 61 anni, dirige l’esperimento Next sui neutrini al LSC, il
laboratorio sotterraneo di Canfranc, nei Pirenei iberici. Cadenas ha lavorato
in tutto il mondo, dagli Stati Uniti al Giappone, passando anche per il Cern di
Ginevra, portando avanti i suoi studi di Fisica delle particelle. Non è un credente. Dice così: «Si può dire -
posizione nichilista - che nulla ha
senso, che l’uomo non conta nulla, è parte di una specie irrilevante in un
mondo irrilevante, e così via. Oppure si può guardare alla possibilità che lei
ed io siamo QUI, ORA, a parlare: se la prospettiva è la storia dell’universo,
con tutte le variabili che ci sono in gioco, la PROBABILITA' è ZERO. Ma allora
perché siamo qua? È un MIRACOLO. Miracolo di Dio? Io non lo so, non penso. Ma
mi sento incredibilmente fortunato».
Cercando in Google "il miracolo di esserci"
potrebbe trovare il link all'intervista
completa]