16 novembre, GIORNATA DELLA TOLLERANZA, dichiarata dall'UNESCO per ...

per ricordare i principi ispiratori della Dichiarazione universale dei diritti umani Potremmo ritenerci più tolleranti di altri che perseguitano gli infedeli, eppure da cristiani evitiamo di vantare superiorità (peccammo anche noi di intolleranza persecutoria) e cerchiamo di praticare paziente tolleranza nei loro confronti anche prima che crescano in reciprocità; il che non ci esime dal tentare correzione fraterna a chi ci perseguitasse, onde favorire il cammino verso una pari dignità, insegnata, praticata e integrata nelle leggi civili, costasse correggere quelle religiose.

 [Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 17/10/2021; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

Pagine correlate: nostra capacità di integrazione dei migranti; INTOLLERANZA insegnata dall'alto, intolleranza pretestuata, guai dare degli intolleranti agli islamisti; doc Abu Dhabi 2019; fraternità; reciprocità

 

2020.11.20 commento su fb il post con cui il Sign. NC notizia che lunedì 16 novembre si è celebrata la giornata internazionale della TOLLERANZA, istituita dall'UNESCO nel 1995 come osservanza annuale per ricordare i principi ispiratori della dichiarazione dei diritti umani: <Giornata internazionale della tolleranza - Wikipedia>

[CzzC: celebro volentieri la dichiarazione universale dei diritti umani e promuovo TOLLERANZA, peraltro consapevole che alcuni stati hanno sottoscritto una diversa dichiarazione e, conseguentemente, hanno anche della tolleranza una accezione diversa, ad esempio ritenendosi tolleranti anche verso le persone diversamente credenti perché le rispettano se esse pagano una tassa (Jizya.) per farsi tollerare: una diversa dichiarazione dei diritti umani insegnata fino alle università.

    Lasciamo perdere le università di Pakistan, Iran, Arabia Saudita, dove si insegna a rispettare la Sharia che prescrive l'uccisione di abiuri e blasfemi, ma vorremmo che almeno nelle università di Casablanca e del Cairo, con le quali collaboriamo, venisse insegnata la tolleranza come la intendiamo noi, invece ... ecco cosa mi raccontava qualche anno fa un autorevole testimone benefattore di scuole in Senegal:

  «nei villaggi frequentati c'erano buone relazioni tra la minoranza cristiana e la maggioranza islamica, tanto che si invitano reciprocamente alle rispettive festività e si celebrano matrimoni anche misti ».

    Gli chiesi se si trattava di un caso di paradiso di tolleranza: si rattristò un po’ mentre mi narrava di minacce incombenti per questa pace, e non da parte del popolo semplice, ma dalla più DOTTA DOCENZA islamista; in che senso?

  «Cresce il tenore di vita e sempre più numerosi giovani vanno all'università; quelli che vanno all’università di Casablanca o del Cairo tornano indottrinati integralisti cui non sta più bene quel clima di tolleranza verso i cosiddetti infedeli (kafir) e vieterebbero ad una ragazza musulmana di sposare un infedele senza che questo si converta all'islam».

    Annoto che quest'ultima intolleranza è stata confermata pubblicamente come islamica virtù anche a RadioAnch'io da un'autorevole esponente dell'islam italiano, Amina Natascia Al Zer, sedicente moderata e tollerante, italiana convertitasi all'islam.

  Se invertissimo le parti e fossero i cattolici ad insegnare oggi la suddetta intolleranza verso gli infedeli, verrebbero messi al bando dall'Europa per razzismo religioso.

    Mi dici che occorre avere pazienza, aspettare che cambino un po' alla volta, perché anche da noi fino a qualche secolo fa non si celebravano matrimoni cattolici misti? Negare il sacramento del matrimonio sarebbe diverso che punire fisicamente la ragazza che sposasse un infedele, ma in nome della tolleranza non litighiamo ... e speriamo che non occorra attendere un secolo perché Paesi che siedono nel direttivo ONU dei diritti umani aboliscano le pene fisiche prescritte dalla Sharia ad abiuri, blasfemi, musulmane che sposassero un infedele o che si vestissero all'occidentale senza velo o che ...

  Pazienza e tolleranza, in sincerità, senza ironia.]

NC: non capisco del tutto questo fervore: è evidente che in alcuni paesi mussulmani non c'è tolleranza. E' un problema di tutto l'Islam? credo di no, ci sono anche paesi con un maggior grado di tolleranza (Indonesia, Malesia, Marocco... certamente altri). Certo i casi di intolleranza ci sono e vanno dalla repressione violenta, alla riduzione degli spazi per le altre religioni, al divieto di proselitismo. Non è così ovunque e non è sempre stato così.

    Poi si pone il problema di come confrontarsi con gli intolleranti: dalle tue righe sembrerebbe emergere una forma di ritorsione, magari contro tutto l'Islam, che non prende sufficientemente le distanze. Mi pare che sarebbe una sconfitta: il tema della laicità dello stato è importante, riconosciamo che anche ai cristiani ci sono voluti secoli per arrivarci, non perdiamolo in questa situazione: è il valore della civiltà occidentale, teniamolo alto.

    Ci sono due estremi: quello francese con la difesa dello stato da tutte le religioni e divieto dei simboli religiosi nei luoghi pubblici, che arriva a difendere il diritto di satira (anche se è provocazione), vissuto come imposizione dai giovani emarginati e senza prospettive sociali; e quello americano, che difende le religioni dallo stato, ma è messo in discussione dalla destra cristiana, che in quanto tale si è alleata con Trump.

[CzzC: I più tolleranti sarebbero INDONESIA, MALESIA, MAROCCO? Vediamo:

  1) INDONESIA. Traggo dal Corriere/2017 imprigionato per blasfemia il governatore cristiano di Jakarta Basuki Ahok Tjahaja Purnama: aveva già perso le elezioni di aprile dopo che gli estremisti islamici che lo avevano falsamente accusato di blasfemia. Cresce il fondamentalismo nel Paese con il maggior numero di musulmani al mondo.

  2) MALESIA. Sai che a nessun cittadino di etnia malese è consentito rinunciare all'Islam, mentre cercare di convertire all'Islam cittadini non musulmani è consentito? Vita Trentina/2014: «professare la fede cristiana è pericoloso in molte parti del mondo: ... cristiani arrestati in Malaysia ... »
Avvenire/2010 : «in Malaysia furia islamica contro chiese cristiane ...»

  3) MAROCCO. Oltre al già citato indottrinamento a base Sharia in Uni-Casablanca, forse sai che fino al 2016 un apostata in Marocco doveva espatriare per evitare la pena capitale.
E forse conosci anche
quanta preoccupazione espresse l'Alleanza evangelica italiana in merito alla drammatica situazione dei cristiani che vivono in Marocco, dove diversi missionari evangelici sono stati arrestati o espulsi dal Paese. Ma dirai che è colpa degli evangelici perché fanno più proselitismo dei cattolici: già, stessa solfa della pazienza secolare ...]

[CzzC: tolleravano la presenza pubblica ed educativa dei cristiani ben più i seguenti stati islamici:

  1) IRAQ. Nell'area di Ninive antichissime osai cristiane vivevano in pace con un regime il cui vice primo ministro Tarek Aziz era cristiano.

  2) SIRIA. Tante osai cristiane antichissime vivevano in pace col regime islamico.

  3) LIBIA. Il vescovo Martinelli era amico di Gheddafi.

  Sappiamo che fine han fatto fare ai suddetti 3 stati islamici gli scristianizzati Us-Uk-Fr + Sa-Il, con le conseguenti diaspore e stragi di cristiani].

[CzzC: dici che io userei forme espressive di RITORSIONE? Permettermi di supporla un'accusa infondata (un'offesa involontaria) rispetto ad una espressività documentata con nomi, fatti e riferimenti di cronaca, per invocare più rispetto e RECIPROCITÀ in trasparente tentativo di correzione fraterna.

  A proposito di Macron, detesto il laicismo che dimentica la fraternità; e sto alla larga da Trump. Lasciamo fuori campo la politica partitica.

  Non sublimerei il politically correct perché lo ritengo utile in qualche occasione (necessario quando fossimo perdenti in rapporti di forza bruta), ma forse alla lunga potrebbe non essere il metodo migliore per perseguire pace, libertà, verità per tutti.

  Attendo esempi di islam moderato migliori dei primi top3 suddetti: sappimi certo che l'ISLAM MODERATO ESISTE.

NC: Sì, so che i cristiani erano garantiti in Iraq e Siria (non lo sapevo per Libia) ma questo non vuol dire che i regimi non fossero oppressivi e non commettessero atti criminali contro la popolazione interna. Naturalmente questo non vuol neppur vuol significare che quello che è successo alla caduta dei regimi o nelle rivolte sia meglio e che la scomparsa dei cristiani non sia un grave problema.

- Un altro commentatore (M.S.): io resto con Popper, non si può essere tolleranti con gli intolleranti, con il rischio di diventare intolleranti ...