L'INFLUENZA CINESE economica e culturale è IMPERIALISMO senza guerra?
pare che il modello politico - economico - militare occidentale non sia più così promettente pace e prosperità come quello che ci liberò da nazismo e stalinismo; anche senza condividere il parere di mons Sorondo, dovremmo riconoscere che da oltre mezzo secolo la Cina non muove guerra ad altri stati e sta conquistando mercati più degli occidentali; forse occorre cercare modelli nuovi di convivenza planetaria, compreso considerare la Cina parte della soluzione più che parte del problema.
[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 03/11/2024; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]
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↑2024.11.03 Nel 2010 il 6° festival dell’economia di Trento titolava «protezionismo non più tabu?» ma allora si argomentava sulla crisi del 2008, quando, per salvare le banche, vennero statalizzate imprese che avevano un patrimonio pari al PIL di interi paesi. Ma oggi, stante la riscaldatasi guerra fredda e la terza guerra mondiale a pezzi, si aggiungono altre forti motivazioni (occupazionali, di bilancia commerciale, anche strategiche) che spingono a tradire-cambiare gli accordi mondiali sulla liberalizzazione dei commerci (WTO/OMC, GATS, globalizzazione, …). Dai dazi sulle auto cinesi all’esclusione di Huawei e Zte dal 5G, quasi ogni mese vediamo alzarsi nuove barriere reciproche tra i grandi concorrenti-contendenti mondiali. Oggi, ad esempio, leggo che <google s24h telef> l’Indonesia bandisce sia i prodotti di Apple sia quelli di Google: perché? Aveva richiesto che almeno il 40% dei componenti presenti nel dispositivo fosse prodotta localmente, ma nessuno dei due produttori ha raggiunto quella percentuale. Anche i BRICS spingono ad allargare il fossato, perfino smarcandosi dal fronte “occidentale” che all’ONU votava la condanna del Putin aggressore dell’Ucraina e alimentando il discredito delle nostre democrazie, concentrate a sublimare i cosiddetti “diritti civili”: è solo una questione economica o siamo all’inizio di uno scontro di civiltà che si aggiunge a quello creato dall’islamismo?
↑2021.09.23 <ilsussidiario> dal Myanmar: il martirio dei 5 ragazzi della 44th Street ignorato dal mondo; la caccia della polizia ai dissidenti che preferiscono suicidarsi piuttosto che cadere nelle loro mani; le sorti del golpe dipendono dalla gerarchia buddista; fortissima la rete di servizi segreti (retaggio del governo comunista) che qui è al livello della Stasi. "Siamo un business della Cina e dopo Kabul di noi non si parla più".
↑2020.03.02 <il foglio intervista a D'Alema> riassunto da EM <fb.post>
Tutta da leggere l’intervista, ma la sorpresa è la similitudine tra sinologia bagettiana e d’alemiana.
- 2004, Baget: “Il caso più significativo è quello della Cina, in cui Mao tentò di realizzare un’esperienza comunista perfetta, solamente cinese e come tale non tendente a un’egemonia mondiale. Il maoismo fu un tentativo di combinare la cultura delle identità cinese con un modello di società perfetta, che agisce producendo la sua mimesi nel mondo. Ma non ha mai costituito un potere militare mondiale e non aspirato a un’egemonia globale.”
- 2020, D’Alema: “Difficile esportare il ‘socialismo con caratteristiche cinesi’, perché troppo legato alla tradizione culturale confuciana e alla storia di un grande impero la cui esperienza è stata più quella di proteggersi dalle minacce esterne che non quella di espandere il proprio dominio nel mondo”. - “La loro è una visione egemonica, non imperialista: i cinesi sono convinti che la loro civiltà, con i suoi quattromila anni di storia, sia superiore alle altre, e forse non è una tesi infondata. La Cina punta a esercitare un’influenza mondiale sul piano economico e culturale.”
[CzzC: vi leggo una parte di verità, ma trovo ingenuo o in mala fede millantare che il PCC non miri ad "espandere il proprio dominio nel mondo”. Riconoscerei invece che il popolo cinese non può essere identificato con il PCC (e non solo per l'eccezione di Hong Kong), che ha una grande cultura, capacità di lavoro e inventiva, che per espandere il proprio dominio nel mondo è da mezzo secolo che non muove guerra ad altre nazioni, mentre quasi tutte le guerre da mezzo secolo a questa parte sono state mosse da un'altra nazione per espandere o mantenere il proprio dominio nel mondo. Ho l'impressione che anche la pace mondiale ne guadagnerebbe se la ricchezza del mondo, anziché denominata per l'80% in dollari, fosse denominata in parti più equilibrate tra divisa Usa, Europea ed asiatica.
EM: caro CzzC, il PCC ha cercato di creare una società comunista perfetta che fosse motivo di imitazione nel mondo: una espansione basata sull’influenza culturale non sul potere militare.
[CzzC: se mi perdoni la semplificazione, direi che quella cinese è influenza culturale ed economica all'esterno, influenza culturale e MILITARE all'interno: chi dissente trova fucili puntati nei Laogai resta a terra in Tienanmen, mentre il PCC ... Comunque ad innescare guerre esterne con stragi di inermi vedo propensi, ben più che i cinesi, i Paesi occidentali inciuciati coi petroldollari e con l'islamismo sunnita. Ma chi semina vento raccoglie tempesta e così vediamo
- Paesi Nato scatenare guerra petrolifera contro gli interessi di altri Paesi Nato (schiaffi francesi all'Italia in Libia)
- altri Paesi Nato, come Turchia e Grecia, con fuciili reciprocamente puntati ex guerra a Cipro, ed ora nel mare comune per il petrolio, e nei confini comuni per i migranti
- Paesi Nato che armarono i talebani per cacciare la Russia dall'Afghanistan, poi fecero guerra per cacciare i talebani da Kabul dopo le torri gemelle, ora fare accordi per lasciare tornare i talebani a Kabul
- Paesi Nato foraggiare terroristi contro Assad, poi usare i Curdi per combattere quei terroristi che avevano decapitato un americano, poi mollare i Curdi in pasto ad Erdogan ...
Ce n'è abbastanza per ritenere che il modello politico - economico - militare occidentale non sia più così promettente pace e prosperità come quello che ci liberò da nazismo e stalinismo e che, dunque, occorra cercare modelli nuovi di convivenza planetaria, compreso considerare la Cina parte della soluzione più che parte del problema.
O sbaglio?