«NON CONFORMATEVI A QUESTO MONDO, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare

per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto» dice Paolo (Rm 12).

LETTERA AI CRISTIANI D’OCCIDENTE” scritta nel 1970 da don Joseph Zvěřina, di Charta 77, che trascorse quattordici anni ai lavori forzati in un lager comunista.

[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 03/09/2023; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

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2023.09.03 traggo da Facebook Dice Paolo nella seconda lettura di oggi: «Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto».

Io il greco l’ho studiato, ma non mi ero accorto che dentro questo imperativo c’era nascosta la parola “schema”: Non conFORMAtevi! mè sySCHEMAtízesthe!

Dunque: “Non permettete a nessuno di ridurre tutto a forme e formule, a schemi e schemini!”.

Il punto è un altro: urge cambiare mentalità e modo di pensare rispetto a quello del “mondo”.

Quando l’ho capito e da chi? Da un prete dell'Est, quasi mezzo secolo fa...

In quegli anni c’era ancora il Muro di Berlino e c’erano i dissidenti. Uno di loro, il moravo don Joseph Zvěřina, di Charta 77, che trascorse quattordici anni ai lavori forzati in un campo di prigionia comunista, riuscì a farci giungere la sua “LETTERA AI CRISTIANI D’OCCIDENTE” scritta nel 1970.

La ripropongo integralmente. Non spaventatevi per qualche parola in Greco, si capisce tutto benissimo. Evidenziando col maiuscolo i punti che io e i miei amici di Lettere sapevamo a memoria. Attualissimi:

«Fratelli, voi avete la presunzione di portare utilità al Regno di Dio assumendo quanto più possibile il saeculum [il “mondo”], la sua vita, le sue parole, i suoi slogan, il suo modo di pensare. Ma riflettete, vi prego, cosa significa accettare questa parola. Forse significa che vi siete lentamente perduti in essa? Purtroppo, sembra che facciate proprio così.

È ormai difficile che vi ritroviamo e vi distinguiamo in questo vostro strano mondo. Probabilmente vi riconosciamo ancora perché in questo processo andate per le lunghe, per il fatto che vi assimilate al mondo, adagio o in fretta, ma sempre in ritardo. Vi ringraziamo di molto, anzi quasi di tutto, ma in qualcosa dobbiamo differenziarci da voi. Abbiamo molti motivi per ammirarvi, per questo possiamo e dobbiamo indirizzarvi questo ammonimento: “NON VOGLIATE CONFORMARVI A QUESTO SECOLO, MA TRASFORMATEVI RINNOVANDO LA VOSTRA MENTE, AFFINCHÉ POSSIATE DISTINGUERE QUAL È LA VOLONTÀ DI DIO, CIÒ CHE È BENE, CIÒ CHE GLI È GRADITO, CIÒ CHE È PERFETTO” (RM 12,2).

NON CONFORMATEVI! MÈ SYSCHEMATÍZESTHE! COME È BEN MOSTRATA IN QUESTA PAROLA LA RADICE VERBALE E PERENNE: SCHEMA. PER DIRLA IN BREVE, È VACUO OGNI SCHEMA, OGNI MODELLO ESTERIORE.

DOBBIAMO VOLERE DI PIÙ, L’APOSTOLO CI IMPONE: “CAMBIARE IL PROPRIO MODO DI PENSARE IN UNA FORMA NUOVA!” – METAMORFOÛSTHE TÊ ANAKAINÓSI TOÛ NOÙS. COME È ESPRESSIVA E PLASTICA LA LINGUA GRECA DI PAOLO! DI CONTRO A SCHÊMA O MORPHÉ – FORMA PERMANENTE – STA METAMORPHÉ – CAMBIAMENTO DELLA CREATURA. Non si cambia secondo un qualsiasi modello che è comunque sempre fuori moda, ma è una piena novità con tutta la sua ricchezza (anakainósis). Non cambia il vocabolario ma il significato (noûs).

Quindi non contestazione, desacralizzazione, secolarizzazione, perché questo è sempre poco di fronte alla anakaínosis cristiana. Riflettete su queste parole e vi abbandonerà la vostra ingenua ammirazione per la rivoluzione, il maoismo, la violenza (di cui comunque non siete capaci).

Il vostro entusiasmo critico e profetico ha già dato buoni frutti e noi, in questo, non vi possiamo indiscriminatamente condannare. Solo ci accorgiamo, e ve lo diciamo sinceramente, che teniamo in maggior stima il calmo e discriminante interrogativo di Paolo: “Esaminate voi stessi per vedere se siete nella fede, fate la prova di voi medesimi. O non conoscete forse neppure che è in voi Gesù Cristo?” (2 Cor 13,5).

Non possiamo imitare il mondo proprio perché dobbiamo giudicarlo, non con orgoglio e superiorità, ma con amore, così come il Padre ha amato il mondo (Gv3,16) e per questo su di esso ha pronunciato il suo giudizio.

NON PHRONEÎN – PENSARE –, E IN CONCLUSIONE HYPERPHRONEÎN – ARZIGOGOLARE –, MA SOPHRONEÎN – PENSARE CON SAGGEZZA (CFR. RM 12,3). ESSERE SAGGI COSÌ CHE POSSIAMO DISCERNERE QUALI SONO I SEGNI DELLA VOLONTÀ E DEL TEMPO DI DIO. NON CIÒ CHE È PAROLA D'ORDINE DEL MOMENTO, MA CIÒ CHE È BUONO, ONESTO, PERFETTO.

Scriviamo come gente non saggia a voi saggi, come deboli a voi forti, come miseri a voi ancor più miseri! E questo è stolto perché certamente fra di voi vi sono uomini e donne eccellenti. Ma proprio perché vi è qualcuno occorre scrivere stoltamente, come ha insegnato l’apostolo Paolo quando ha ripreso le parole di Cristo, che il Padre ha nascosto la saggezza a coloro che molto sanno di questo (Lc 10,21)».