Viene solo DALLA NECESSITÀ LA VIRTÙ? Oppure viene anche da un sistema valoriale educante?
Secondo Galimberti «non esistono le virtù morali esistono le necessità che ti fanno virtuoso». Convengo sul motto «fare di necessità virtù», ma farei opportuno discernimento su tale sentenza ad effetto di Galimberti
[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 09/08/2024; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]
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↑2019.08.25 riassumo <fb.video> Umberto Galimberti situazione attuale: come Roma che è caduta per decadenza dei costumi, divenuti incapaci di combattere si sono appoggiati ai barbari; siamo tra i più deboli della terra perché tra i più assistiti; il potere decisionale si è spostato dalla politica alla tecnica; la depressione non è più per senso di colpa ma per senso di inadeguatezza (perdenti / vincenti); gli immigrati arrivano invece con potenza biologica, sfidata dal pericolo di morire, e diventano imprenditori al posto dei nostri giovani; non esistono le virtù morali esistono le necessità che ti fanno virtuoso. [CzzC: Galimberti conclude con questa frase ad effetto, ma la sua eziologia è sfuocata a mio avviso, perché a farci virtuosi (o criminali) è primariamente il sistema educante basato su virtù morali (o amorali - mafia, Hitler, Isis, ...), in carenza del quale non resta che la legge della sopravvivenza, del più forte, che fa di necessità virtù, ma come tra le bestie; la civiltà cristiana è alimentata da un sistema educante valori morali, ben più che sulla legge del più forte dettata dalle necessità, che pur c’erano; forse anche tu, caro Galimberti, sapresti focalizzare cosa veramente è venuto a mancare e la cui carenza induce questo tuo Cahiers de doléances: più che la capacità di combattere manca la capacità di educare con un sistema valoriale: siamo caduti in una immane emergenza educativa; ma non tutto è perduto, se riaccettiamo la sfida educativa, forse non modo Azzolina col soffocamento delle scuole paritarie].