MENO RESILIENZA E PIÙ RESISTENZA?

non mi sorprende che venga da sinistra il sì alla domanda in titolo

[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 16/08/2020; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

Pagine correlate: pazienza e perseveranza, speranza, il senso della vita; resilienza al relativismo e all’ideologia negante l’esperienza

 

↑2019.06.20 non mi sorprende che <sinistrainrete> magnifichi un pezzo uscito su Linus dal titolo "Meno resilienza, più resistenza", perché fa sinistramente comodo ridurre il significato del termine resilienza al letterale metallico (che dopo uno stress deformante ritorna allo stato iniziale), per surrettiziamente

negare che resilienza significhi anche impadronirsi della propria esistenza, non farsi sovrastare dagli avvenimenti, riuscire ad affrontare qualunque situazione spiacevole, senza escludere l'aiuto che può venire dalla consapevolezza di un senso della vita

e sermonare invece che essere resilienti significa aspettare passivamente che le cose spiacevoli passino perché nella resilienza non c’è l’idea di agire attivamente per affermare qualcosa in cui si crede, non c’è visione del futuro, è una malattia che si spaccia per cura, è rendersi funzionali al mondo, fingerci stoici; mentre resistenza significa attività non passività, punto di partenza di quello che Nietzsche definiva nichilismo attivo, significa capacità di imporre invalicabili limiti etici, sociali e politici, pur nella consapevolezza dell’assenza di senso della vita.

[CzzC: trattasi a mio avviso di una pelosa manipolazione del significato delle parole, scusabile a chi da sinistra temesse che il suo monopolio sul termine resistenza possa essere offuscato dal neologismo resilienza, ma non scusabile

- a chi si attribuisse attivismo valoriale antirelativista mentre nega che la vita abbia senso

a chi millantasse di non fare il gioco della società neoliberista mentre impone limiti invalicabili con dogmatismo coercitivo, proprio quello che sta facendo il pensiero dominante del conformismo ideologico come ben spiega la lettera sulla giustizia e dibattito aperto in difesa della libertà di parola minacciata dalla "cancel culture".