Neo istigati a brandire lo SLOGAN DELL’ANTIFASCISMO, come 68ttini
2018.02.20 scrivo a Radio Anch’io: ho apprezzato la pacatezza con cui Massimo Fini ha aiutato a discernere nella diatriba fascismo-antifascismo: aggiungerei una riflessione ed una domanda.
La spaccatura a sinistra nel PD e l'enfasi antifascista - che con Boldrini vorrebbe purgare associazioni anziché i comportamenti illegali (come quelli espressi da troppa violenza di piazzaioli mascherati) - a mio avviso ha a che fare con il tentativo di rivitalizzare i nostalgici del '68 nella ricorrenza di un 50esimo che vede scemata tale nostalgia nella maggior parte degli italiani: siamo ormai ampiamente convinti che i comportamenti violenti e intolleranti (perfino contro la libertà di espressione, perfino contro l'obiezione di coscienza) sono azionati assai più da tifosi dell’estrema sinistra che additano l’altra estremità come fascista, ancorché meno violenta. Non per dare suggerimenti di voto, ma forse la verità sta nel mezzo.
Domanda: e se la suddetta spaccatura fosse mirata a sfruttare al meglio il 68ttino slogan dell'antifascismo, inculcato come imprinting negli immigrati africani di prossima cittadinanza, onde colmare i vuoti nelle fila dei suddetti canuti nostalgici?
[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 22/04/2024; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]
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↑2019.07.08 <fb.F.Agnoli, lib> Lo scrittore Antonio Scurati, vincitore del premio Strega 2019 per un libro sul fascismo, saluta con il pugno chiuso, come a dire che chi non è fascista, deve essere comunista, costasse dimenticare la formazione culturale di Benito Mussolini, per anni uno dei leader del socialismo massimalista, correlato pure al socialista massone Alberto Beneduce, primo presidente dell'Iri; costasse cancellare gli stermini dei comunisti, persino quelli in Italia (dagli assassinati, a guerra finita, nel triangolo della morte, agli istriani ...).
↑2019.05.25 <<tw fb tw> «il più bello esemplare di fascista in cui ci si possa oggi imbattere è quello del sedicente antifascista unicamente dedito a dar del fascista a chi fascista non è» (Leonardo Sciascia, nero su nero, 1979)