Facebook può/deve frenare i maestri di odio su web?

L’web favorisce i mestri di odio? La Boldrini scrive a Zuckerberg e secondo il <fattoquotidiano> sbaglia obiettivo perché educare non è compito di Facebook ma delle istituzioni: la politica abdica alle proprie responsabilità, chiedendo ad altri di fare il suo mestiere. [CzzC: tenterei correzione fraterna sia alla Boldrini sia a Borracino del Fattoquotidiano.

- Che ci sia bisogno di educazione è da millenni che l’uomo lo sa ed oggi non è solo la Chiesa a preoccuparsi dell’emergenza educativa (ancorché qualche illuminato negliga il termine emergenza).

- Il processo educativo è fatto di comunicazione che si avvale di singole persone, contesto sociale (comunità educante), strumenti e metodi che variano a seconda del modello valoriale di riferimento (Weltanschauung), della tecnologia della comunicazione, della potenza dei maître à penser che conformano la cultura dominante.

- Ha ragione la Boldrini (e sbaglia fattoq a sminuirne l’intento) nel sostenere che occorre agire anche sugli strumenti, come quello dell’web che è divenuto potentissimo in pochi anni, rispetto ai secoli e millenni che trascorsero nell’evoluzione comunicativa dalla parola alla scrittura alla pittura alla stampa alla telefonia alla radio alla fotografia al film e alla TV alla registrazione e trasmissione digitale. Solo apparentemente gli strumenti sono neutri: anche le armi possono essere usate per potenziare legittima difesa o criminale offesa e dunque debbono essere regolamentate.

- Hai torto, cara Boldrini, se amplifichi l’importanza dello strumento ignorando quanto lo stato (soprattutto occidentale) stia trascurando la sua responsabilità educativa e di come si stiano vaporizzando i corpi intermedi dello stato (famiglia, associazioni di opere e di pensiero, di cultura e di politica, di fede e di sindacato, di volontariato e di sussidiarietà, ... ) da sempre pilastri dell’organizzazione sociale.

- Hai torto, cara Boldrini, se dissimuli la responsabilità che su tale disintegrazione valoriale-educativa hanno avuto (più di loro avversari che anche tu accusi di conservatorismo) i compagni nostalgici di quel ’68 che, partiti dal vietato vietare sono finiti a brandire lo scardinare, il sabotare, il tanto peggio tanto meglio e i “diritti acquisiti” da una generazione anche a detrimento delle successive con un immane debito pubblico, compresi i compagni del tuo partito adusi a far cadere i vostri governi.

- Non è acqua passata e mi piacerebbe sentirti, cara Boldrini, stigmatizzare dall’alto della tua responsabilità educativa gli allevati dai suddetti nostalgici che in questi giorni fracassano la biblioteca universitaria a Bologna con gli stessi metodi intimidatori dei loro compagni di 50 anni fa: non limitarti a scrivere a Facebook (curato anche da paesi n volte più pesanti del nostro), altrimenti dovremmo dirti di “scavare vicino invece di cercare lontano” per snidare e neutralizzare i maestri di prepotenza e di odio]

[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 22/04/2024; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

Pagine correlate: comunicazione, cultura dominante, emergenza educativa e valoriale

 

↑2017.02.13 L’web favorisce i mestri di odio? La Boldrini scrive a Zuckerberg e per il <fattoq> sbaglia obiettivo perché non è compito di Facebook ma delle istituzioni educare: la politica abdica alle proprie responsabilità, chiedendo ad altri di fare il suo mestiere. [CzzC: farei correzione fraterna sia alla Boldrini sia a Borracino del Fattoq]. <imola>: Bologna: biblioteca universitaria in ostaggio di punkabbestia, anarchici e centri sociali. Sono la responsabile della Biblioteca in oggetto. La Biblioteca di Discipline Umanistiche ospita in modo ricorrente la presenza di alcuni membri di un collettivo (CUA) che la reputano propria. Più o meno una trentina di persone. Già in passato avevamo avuto problemi e occupazioni da parte loro, con i quali, vi assicuro, abbiamo provato ma non è possibile né il dialogo né la mediazione. Sono prepotenti, violenti e squadristi. Per loro questo è un centro sociale, uno spazio di aggregazione, non una Biblioteca. [CzzC: Boldrini, va bene scrivere a Zuckerberg perché freni i maestri di odio su web, ma Facebook è curato anche da paesi n volte più pesanti del nostro, mentre tu, nel frattempo, potresti “scavare vicino invece di cercare lontano” per snidare e neutralizzare i maestri di prepotenza e di odio]

<repubblica2017.02.13>: Bologna: "Io, intimidita sul web per le denunce sulla violenza in biblioteca. Voi che parlate di libertà e rivoluzione non avete visto cosa succede alla biblioteca di via Zamboni 36. E io sono una di sinistra ..”. E che cosa succede al 36? Ci può entrare a chiunque, soprattutto i “punkabbestia” che vivono sotto ai portici del Teatro Comunale. La scorsa primavera, quando ho fatto tirocinio lì, un tizio è entrato, si è ***. su una ragazza seduta accanto a lui, poi è uscito. Lei si è messa a urlare, è venuta da noi al front desk in lacrime.