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modificato 01/01/2017 |
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Illuminata disinformazione da E.Scalfari e S.Romano su ebraismo cristianesimo e islam |
Correlati: illuminate matrici della cultura dominante, religione e laicità |
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Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità: contrassegno miei commenti in grigio rispetto al testo attinto da altri. |
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Strafalcioni sui Vangeli sinottici e sui Testi sacri di riferimento delle tre religioni, con imprecisioni ingannevoli contro i cattolici soprattutto. Traggo da <introvigne 2016.12.31>: - Eugenio Scalfari, quello con i ritratti degli avi grembiulinati, ci ha proposto su “Repubblica” una riflessione sui “quattro Vangeli sinottici”; ma i Vangeli sinottici sono solo 3 (Marco, Matteo e Luca); il Vangelo di Giovanni non è sinottico. - sul “Corriere
della Sera” Sergio
Romano, sedicente massone, scrive che
il “tratto comune delle tre grandi religioni monoteiste è l’esistenza, per
ciascuna di esse, di un libro che contiene le verità rivelate e i
precetti del Signore”. L’espressione “religioni del libro” sarebbe
superata perché Gesù non scrisse alcunché; l’espressione può riferirsi all’ebraismo
e soprattutto all’islam, che è nato intorno a un libro,
già durante la vita del suo Profeta; o può riferirsi al protestantesimo,
fondato sul “sola
Scriptura”, ma non al cattolicesimo che, pur dando grande importanza alla
Bibbia, ne dà altrettanta alla Tradizione e al Magistero vivente del
Papa. - Quando alla domanda “Quali sono le sacre scritture del cristianesimo, dell’ebraismo e dell’islam?” Sergio Romano risponde così: “Per gli ebrei è la Bibbia, con particolare riferimento all’Antico Testamento; per i cristiani è il Nuovo Testamento (ma molti protestanti leggono anche l’Antico Testamento); per i musulmani è il Corano. Esistono anche altri libri fra cui la Torah per gli ebrei, gli Atti degli apostoli per i cristiani, gli Hadith (detti autentici del Profeta) per i musulmani”. Quando ho letto questa parte della risposta, sulle prime ho pensato a uno scherzo. Nessuno studente di un corso elementare di storia delle religioni passerebbe un esame sostenendo queste cose. Per gli Ebrei la risposta di Romano è perfino offensiva: per gli Ebrei la Bibbia consiste esclusivamente in quello che i cristiani chiamano Antico Testamento, espressione cristiana che presuppone l’esistenza di un Testamento Nuovo, il quale per gli Ebrei evidentemente non fa parte della loro Sacra Scrittura. Molto equivoco è anche scrivere che per gli Ebrei “esistono anche altri libri fra cui la Torah”, perché i libri della Torah non sono “altri libri” rispetto alla Bibbia ma parte di essa, tanto che alcuni usano “Torah” come sinonimo di “Bibbia” (ebraica): forse Romano ha confuso “Torah” con “Talmud” (raccolta di tradizioni ebraiche). - Disinformazione anche verso i musulmani, per essi le varie raccolte di detti del Profeta (Hadith), opera di uomini per quanto saggi e autorevoli, non stanno sullo stesso piano del Corano, uscito direttamente e perfettamente dalle mani di Dio. - Ma chi sta peggio di tutti, nella risposta di Romano, sono i cristiani. La Sacra Scrittura dei cristiani - cattolici, ortodossi e protestanti - non è il Nuovo Testamento, è la Bibbia, di cui l’Antico Testamento fa parte integrante. La toppa poi secondo “molti protestanti leggono anche l’Antico Testamento” è peggiore del buco. Implica non solo che ci siano protestanti, magari “pochi”, che non leggono l’Antico Testamento, il che fa torto al grande amore dei protestanti per la Bibbia - tutta la Bibbia - ma farebbe surrettiziamente intendere che i cattolici e gli ortodossi non considerino il Vecchio testamento parte della Sacra Scrittura, o addirittura non lo “leggano”. Naturalmente non è così e se Romano fosse andato qualche volta a una Messa cattolica avrebbe sentito proclamare brani dell’Antico Testamento nella prima lettura e ascoltato l’assemblea pregare con il salmo responsoriale. Anche i salmi fanno parte dell’Antico Testamento e non del Nuovo. È vero poi che i cristiani considerano parte della Scrittura gli Atti degli apostoli. Ma non come un “altro libro” rispetto al Nuovo Testamento, dal momento che gli Atti ne sono parte, così come le lettere di Paolo, le lettere cattoliche di Pietro, Giacomo, Giovanni e Giuda, e l’Apocalisse. Si potrebbero derubricare le uscite di Scalfari e di Romano a incidenti di percorso. Certamente tolgono poco alla loro fama e carriera di illustri giornalisti. Ma costituiscono una spia del modo con cui una certa cultura laica italiana guarda al cristianesimo e alla religione in genere. Soprattutto grazie a Papa Francesco la Chiesa intriga, incuriosisce, riscuote anche una certa simpatia. E a causa del conflitto in Medio Oriente e della presenza di un terrorismo ultra-fondamentalista che nasce in seno al mondo islamico (pur rappresentandone una fazione molto minoritaria) anche l’ebraismo e l’islam beneficiano di maggiore attenzione. Ma questa attenzione resta molto superficiale. Anche firme celebri di grandi giornali sembrano avere informazioni di terza mano sulla religione, quando basterebbe una rapida lettura di Wikipedia – che pure ha tutti i suoi limiti – per evitare svarioni. L’analfabetismo religioso che oggi è oggetto di seri studi sociologici in Italia non è diffuso solo fra le persone con un’educazione limitata. Contagia anche le élite (soprattutto se simpatiche a certi lumi). È importante? Il mondo, certo, ha problemi maggiori. Tuttavia non si può veramente comprendere quello che non si conosce. La stragrande maggioranza delle persone del mondo professa una religione. Gli atei e gli agnostici, per quanto rumorosi, rimangono una minoranza, diffusa soprattutto in Occidente: come rivelano molte ricerche, al di là dei sondaggi di regime, in Cina la grande maggioranza della popolazione crede in una vita dopo la morte e in un influsso di potenze divine sulla vita quaggiù. Anche molti dei grandi conflitti politici e delle guerre, pur non essendo a rigore “guerre di religione”, hanno componenti religiose. L’arte, perfino quella moderna, non può neppure cominciare a essere capita senza la spiritualità e la religione. I grandi giornali danno l’esempio e creano opinione. Tra i propositi per l’anno nuovo, forse qualcuno dovrebbe includere quello di studiare un po’ di più le religioni. [CzzC: mi perdoni Massimo Introvigne, se ho trascritto gran parte di questo suo testo, ma è troppo forte e non mi dispiacerebbe che Google lo potesse pescare da più parti per proporlo in rilettura ai naviganti] |
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