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modificato 23/12/2016 |
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Apertura di credito tra la furbetta Valeria Fedeli e Tarquinio direttore di Avvenire |
Correlati: gender didattica in onta alla priorità educativa dei genitori? vuolsi soffocare le paritarie? |
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Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità: contrassegno miei commenti in grigio rispetto al testo attinto da altri. |
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Traggo da Avvenire 2016.12.20p2 qui in pdf - Valeria: caro direttore, ho apprezzato l'apertura di credito nei miei confronti ... - Tarquinio: credo che sia molto interessante l'impostazione che dichiara di voler dare al suo lavoro di governo della scuola italiana ... e pongo domande all’autore (sperando che mi scusi la forma del tu). Non trovi, caro Tarquinio, che appaia troppo appagata la tua risposta? A più d’uno parrebbe che avresti potuto non solo citare come dulcis in fundo il diritto costituzionale dei genitori, ma farne il fulcro della tua risposta e invocare anche l’Art26.3 della dichiarazione universale dei diritti umani che sancisce la priorità educativa dei genitori, esercitabile perfino nei confronti di qualche scuola statale. Se avessi tempo di leggermi oltre, troveresti nel seguito altre mie domande in merito. - Non è compito di noi cattolici entrare nel merito dei contenuti della gender didattica praticata dagli esperti pagati dal Miur, fossero pure provenienti da Arcigay della serie Cassero: comanda chi paga; - ma è compito non solo dei cattolici difendere i diritti umani e, dunque, poter pretendere, qualunque sia la legge o la norma attuativa, l’esplicitazione del diritto dei genitori di ritirare da specifiche lezioni i propri figli, ad esempio qualora apprendessero che il docente specifico proviene dalla serie suddetta; - ferma restando la necessità di educare al rispetto della dignità della persona e dunque anche la necessità di contrastare le varie forme di offesa di tale dignità che vanno dall’umiliazione della donna da parte di certe religioni e degli schiavisti del sesso, al bullismo, all’omofobia, il direttore di un giornale cattolico potrebbe aiutarci energicamente a difendere la suddetta priorità educativa dei genitori, costasse anche eccezionare - su questioni sensibili come la gender didattica - il criterio di maggioranza degli organi collegiali? - Ti chiederei, caro Tarquinio, se non ti accorgi del classico trucco dialettico della furbetta Fedeli - che fino a ieri sbraitava con illuminati compagni per dire che l’ideologia di gender non esiste (ma di sè proclama <corriere2016.12.14> che «ha difeso la teoria del gender»), onde smentire il Papa per il quale la “teoria del gender è uno sbaglio della mente” e che dal Chiapas alla Georgia punta contro le «colonizzazioni ideologiche» che diffondono «ideologie distruttrici della famiglia» ... - mentre oggi, battendo in finta ritirata, la ministra ti addolcisce con un “vorrei che la parola gender uscisse dal nostro vocabolario”. - E se la reverente cautela della risposta ufficiale del giornale della CEI alla ministra Miur, fosse dettata da timore? Timore di che? Ad esempio che, in linea con quanto promosse il sindacato della Fedeli contro le scuole paritarie cattoliche al Referendum di Bologna e non solo, la nuova ministra miri a sostenerne la linea di soffocamento delle scuole paritarie, - sia tagliandone il sostegno pubblico (ad esempio brandendo l’art.33 “senza oneri per lo stato” alla lettera e contro l’intendimento dei padri costituzionalisti), - sia istanziando cause in Europa per far tassare le paritarie come se operassero a fini di lucro. Ti ricordi cosa scrivevi nel luglio 2015 dopo il pronunciamento della Cassazione sul caso della scuola paritaria di Livorno? - Se il tuo inchino fosse condizionato da questo timore, ti comprenderei eccome, Tarquinio, perché ci sarebbe d’averne ben d’onde: non credi? - A meno che la reggenza in parola non abbia molto a durare ...] |
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