Decine di basi USA in Siria a sostegno dei jihadisti contro Assad, e ne bombardano i soldati

in lfb assieme con Israele e wahhabiti, e, seppure con obiettivi diversi, con Erdogan

[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 04/12/2024; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

Pagine correlate: Inciucio coi terroristi, chi foraggia Isis?

 

2024.12.03 <pn> Siria: il senso dei jihadisti per Turchia e Israele. Non è andato bene l’incontro tra il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, e quello turco, Hakan Fidan, che avrebbe potuto contrastare l’ondata di terrore che ha travolto la Siria: secondo Fidan il problema sarebbe Assad, che continua a rifiutare di far partecipe del potere “l’opposizione”, cioè le fazioni islamiste radicali che si sono annidate in territorio siriano sotto la protezione di Ankara al tempo del conflitto siriano. E c’è il rischio di uno scontro tra difensori di Assad e le quasi 30 basi USA in Siria. <oraprosiria> padre Firas Lutfi: gli islamisti di Hayat Tahrir al-Sham (HTS), finanziati e addestrati da potenze straniere sono alle porte di Hama, snodo nevralgico a livello nazionale: non dimenticateci, pregate.

 

2016.06.19 <asianews>: Vicario di Aleppo: il raid della coalizione Usa-wahhabiti del 17/09/2016 contro l’esercito siriano (90 morti) non è stato un errore. <corriere>: Mosca protesta all’ONU. <fattoq>: Us pro Isis. [CzzC: Isis ringrazia?]

 

↑2016.06.18 <fattoq>: “gli Usa difendono Isis”: l’ira di Mosca sul bombardamento dei militari di Damasco. Anche la Danimarca ammette di aver partecipato al Raid, ma si scuserebbe se fosse confermato l’errore.

 

2015.07.12 <cittàFutura> Divide et Impera: come distruggere lo Stato siriano. Fin dagli inizi degli anni ’80 i piani imperialisti tendenti a garantire la sopravvivenza d’Israele e la sua affermazione nel Grande Medio Oriente prevedevano un processo le cui tappe sarebbero dovute essere lo smantellamento dell’Iraq, della Siria e del Libano. Da 4 anni la Siria sta resistendo agli attacchi che puntano alla disgregazione della convivenza tra le sue molteplici comunità etnico-religiose, che nella regione rappresentava un raro, se non unico, esempio di laicità: almeno dieci diverse chiese cristiane, più i sunniti arabi, i curdi, i circassi o turcomanni, i cristiani non arabi come gli armeni, gli assiri o i levantini, i musulmani sincretisti e quindi non classificabili, come gli alawiti e i drusi. L’obiettivo imperialista: ridisegnare la mappa del Medio Oriente e renderla conforme agli interessi israelo-statunitensi costasse la diaspora di cristiani.