Bagnasco: legge Cirinnà come equiparazione al matrimonio e alla famiglia

<google corriere qs>: Bagnasco denuncia che la legge Cirinnà sancisce di fatto una equiparazione al matrimonio e alla famiglia, anche se si afferma che sono cose diverse: in realtà, le differenze sono solo dei piccoli espedienti nominalisti, o degli artifici giuridici facilmente aggirabili, in attesa del colpo finale compresa anche la pratica dell’utero in affitto, che sfrutta il corpo femminile profittando di condizioni di povertà». [CzzC: caro Presidente CEI, apprezzo la tua chiarezza e coraggio, come nelle precedenti tue uscite sulla Cirinnà, ma mi rattristo per il fuori tempo e fuori spazio. Perché? Continua qui alla data.

[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 17/06/2024; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

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2016.05.17 <google corriere qs>: Bagnasco denuncia che la legge Cirinnà sancisce di fatto una equiparazione al matrimonio e alla famiglia, anche se si afferma che sono cose diverse: in realtà, le differenze sono solo dei piccoli espedienti nominalisti, o degli artifici giuridici facilmente aggirabili, in attesa del colpo finale compresa anche la pratica dell’utero in affitto, che sfrutta il corpo femminile profittando di condizioni di povertà». [CzzC: caro Presidente CEI, apprezzo la tua chiarezza e coraggio, come nelle precedenti tue uscite sulla Cirinnà, ma mi rattristo per il fuori tempo e fuori spazio. Perché?

Fuori tempo:

A legge approvata, a che serve tanto sdegno?

- La CEI (ammesso che tu ne sia pieno portavoce) ora la critica forte, ma i laici che si opponevano alla legge prima dell’approvazione furono redarguiti dal segretario CEI con una frenata del tipo il solo opporsi è sbagliato, non importa contro chi o cosa: non vedresti in ciò contraddizione o confusione? Considera che quella laica opposizione favorì lo stralcio della stepchild adoption (ammesso che tale stralcio sia piaciuto a tutti in CEI).

- Lo sdegno ora potrebbe servire come avvertimento al Presidente della Repubblica, ma se questi rimandasse la legge al Parlamento, verrebbe accusato di sudditanza alla Chiesa ancor più di quanto accadrebbe se tu non ti fossi espresso così chiaramente.

- Lo sdegno potrebbe servire per confortare chi intendesse indire un referendum abrogativo della Cirinnà, ma sarebbe come mandare agnelli al macello per le ragioni che spiego qui.

- Peraltro sono convinto che nemmeno una più forte denuncia della Chiesa avrebbe potuto evitare l’approvazione della Cirinnà, stante la maggioranza PD+M5S: tutt’al più una debole speranza poteva offrire il voto segreto, che tu ben facesti ad auspicare in tale materia, ma, guarda caso, il segretario CEI, smentendoti, dichiarò di non voler interferire nei lavori del Parlamento.

- A che gioco si gioca? Disperdere energie per contraddizione e rischiare catechesi confondente?

Fuori spazio:

Pur essendo evidente fin dal suo incardinamento che la Cirinnà sancisce di fatto una equiparazione al matrimonio e alla famiglia, anche se si afferma che sono cose diverse, le osservazioni della Chiesa cadono fuori spazio, cioè fuori del perimetro di intendimento delle parole, fuori dalla semantica prevalente nella maggioranza degli occidentali per quanto riguarda il termine famiglia e la GPA (gestazione per altri): in che senso?

- quando la chiesa parla di famiglia come quella fatta da uomo e donna, si spiazza se finge di ignorare che il significato del termine famiglia è stato alterato nella cultura dominante non solo dalle lobby gay, ma da supreme istituzioni democratiche: ad esempio? Il Parlamento UE 13/03/2012 ha detto “no a definizioni restrittive del termine famiglia, anche quella gay è famiglia”;

- quando la chiesa detesta la pratica utero in affitto, si spiazza se finge di ignorare che ormai di quello non ha bisogno più nemmeno Vendola, perché le lobby gay parlano ormai solo di GPA solidale, e per tale pratica perfino il nostro gesuita Passalacqua si intenerisce sul settimanale diocesano Vita Trentina]