Fr1 Epifania2016: chiarire il desiderio di Dio che ognuno porta in sé
la voce dello Spirito Santo che lavora in tutte le persone, in ricerca dei segni che Dio offre sapendo che richiedono il nostro impegno per decifrarli e comprendere così la sua volontà ...
[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 03/01/2022; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]
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↑2016.01.06 <vatican>: nel giorno dell'Epifania ascolto in Radio1Rai l'Omelia di Fr1: il servizio-missione della Chiesa è risplendere la luce di Cristo, far emergere la voce dello Spirito Santo, desiderio di Dio che ognuno porta in sé, voce che lavora in tutte le persone, in ricerca dei segni che Dio offre sapendo che richiedono il nostro impegno per decifrarli e comprendere così la sua volontà: seguiamo la luce che Dio ci offre, piccolina: l'inno del breviario poeticamente ci dice che i Magi lumen requirunt lumine una piccola luce, la luce che promana dal volto di Cristo piena di misericordia e di fedeltà. [CzzC: pensando di proporre al gruppo di catechesi, dall'intero testo <vatican youtube> trascrivo la seguente seconda parte]
La Chiesa non può illudersi di brillare di luce propria, non può: lo ricorda con una bella espressione Sant'Ambrogio, utilizzando la luna come metafora della Chiesa e dice così: veramente come la luna è la Chiesa: rifulge non della propria luce, ma di quella di Cristo, trae il proprio splendore dal sole di giustizia, così che può dire "non sono più io che vivo, è Cristo che vive in me". Cristo è la vera luce che rischiara e nella misura in cui la Chiesa rimane ancorata a lui, nella misura in cui si lascia illuminare da lui riesce a illuminare la vita delle persone e dei popoli; per questo i santi padri riconoscevano nella Chiesa il Mysterium lunae.
Abbiamo bisogno di questa luce che viene dall'alto per corrispondere in maniera coerente alla vocazione che abbiamo ricevuto; annunciare il Vangelo di Cristo non è una scelta tra le tante che possiamo fare, non è neppure una professione: per la Chiesa essere missionaria non significa fare proselitismo, per la Chiesa essere missionaria equivale ad esprimere la sua stessa natura cioè essere illuminata da Dio e riflettere la sua la luce; questo è il suo servizio, non c'è un'altra strada; la missione è la sua vocazione: risplendere la luce di Cristo è il suo servizio. Quante persone attendono da noi questo impegno missionario, in questo senso, perché hanno bisogno di Cristo, hanno bisogno di conoscere il volto del Padre.
I Magi di cui ci parla il Vangelo di Matteo sono testimonianza vivente del fatto che i segni di verità sono presenti ovunque perché sono dono del Creatore che chiama tutti a riconoscerlo come padre buono e fedele. I Magi rappresentano gli uomini di ogni parte della terra che vengono accolti nella casa di Dio; davanti a Gesù non esiste più divisione alcuna di razza di lingua di cultura: in quel bambino tutta l'umanità trova la sua unità e la Chiesa ha il compito di riconoscere e far emergere in modo più chiaro il desiderio di Dio che ognuno porta in sé: questo è il servizio della Chiesa con la luce che riflette: far emergere il desiderio di Dio che ognuno porta in sé.
Come i Magi, tante persone anche i nostri giorni vivono col cuore inquieto che continua a domandare senza trovare risposte certe: l'inquietudine dello Spirito Santo che si muove nei cuori, sono anche loro alla ricerca della Stella che indica la strada verso Betlemme.
Quante stelle ci sono nel cielo! Eppure i Magi ne hanno seguita una diversa, nuova, che per loro brillava molto di più, avevano scrutato a lungo il grande libro del cielo per trovare una risposta ai loro interrogativi (avevano un cuore inquieto) e finalmente la luce era apparsa, quella stella li cambiò, fece loro dimenticare gli interessi quotidiani e si misero subito in cammino, diedero ascolto a una che nell'intimo li spingeva a seguire quella luce: la voce dello Spirito Santo che lavora in tutte le persone ed essa, luce, li guidò finché trovarono il re dei Giudei in una povera casa di Betlemme.
Tutto questo è un insegnamento per noi: oggi ci farà bene ripetere la domanda di dei Magi "dove colui che è nato il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti per adorarlo". Siamo sollecitati soprattutto in un periodo come il nostro a porsi in ricerca dei segni che Dio offre sapendo che richiedono il nostro impegno per decifrarli e comprendere così la sua volontà; siamo interpellati andare a Betlemme per trovare il bambino e sua madre. Seguiamo la luce che Dio ci offre, piccolina: l'inno del breviario poeticamente ci dice che i Magi lumen requirunt lumine una piccola luce, la luce che promana dal volto di Cristo piena di misericordia e di fedeltà; e una volta giunti davanti a lui adoriamolo con tutto il cuore e presentiamogli i nostri doni, la nostra libertà, la nostra intelligenza il nostro amore; la vera sapienza si nasconde nel volto di questo bambino; è qui nella semplicità di Betlemme che trova sintesi la vita della Chiesa; è qui la sorgente di quella luce che attrae a sé ogni persona nel mondo e orienta il cammino dei popoli sulla via della pace.