Gesuiti americani contro Francesco?

Francis X. Clooney Gesuita americano rabbuffa Papa Francesco [CzzC: mi pare che ricorra a trucchi dialettici tipizzati nell’arte di ottenere ragione: frutto di leadership ignaziana bioenergetica?]

[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 05/01/2024; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

Pagine correlate: Gesuiti e loro teste/testate; lettera a Repubblica; Fr1 ha dissenzienti

 

2013.10.11 Trassi da http://www.ilfoglio.it/soloqui/20142

 

11 ottobre 2013 - ore 06:59

di Francis X. Clooney SJ*

Gesuiti americani contro Francesco

Prof. della Societas Jesu dispensa sulla rivista America (tendenza liberal) un rispettoso rabbuffo al Papa: se giudichi lebbrosa la curia, perché canonizzi il suo campione Wojtyla? E sull’ecumenismo religioso non accettiamo lezioni.

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Mi trovo qui alla Seattle University a tenere alcuni workshop per la School of Theology and Ministry sull’apprendimento interreligioso – questa scuola è leader nella nuova ondata di formazione interreligiosa per ministri della fede – e quindi sono rimasto un po’ indietro con le notizie. Ma un amico mi ha spedito il link alla seconda intervista concessa dal Papa, quella con Eugenio Scalfari, fondatore del quotidiano Repubblica. Anche questa è un soffio d’aria fresca che arriva così presto in questo pontificato nuovo e dallo stile nuovo, un soffio d’aria fresca dopo gli ultimi trentacinque anni in cui i papi hanno avuto uno stile molto differente. Sono stato molto felice di leggere quasi tutti questi nuovi commenti, e sono grato per il nuovo approccio di Francesco. Sono quindi recalcitrante nel sollevare un paio di interrogativi che mi sono venuti in mente durante la lettura, ma dato che mi tormentano, penso sia il caso di esporli.

 

Per prima cosa, il Papa continua a essere critico nei confronti della burocrazia del Vaticano, la curia: “I capi della chiesa sono stati spesso narcisisti, adulati e idolatrati dai loro cortigiani. Le corti sono la lebbra del papato… [Sì,] ci sono a volte dei cortigiani nella curia, ma la curia nel suo complesso è tutt’altra cosa. E’ quella che nell’esercito è chiamata l’intendenza, chiamata a gestire i servizi della Santa Sede. Ma ha un difetto: è Vaticano-centrica”. E’ un po’ difficile, anche a una seconda o terza lettura, capire la distinzione che il Papa fa tra la “lebbra di questa corte” e le buone funzioni della curia, la sua funzione apparente e il suo narcisismo. [CzzC: mi sa che ti piacerebbe assai se il papa si mettesse a cantare i Leitmotiv paramassonici del dissenso anti Magistero petrino]  In ogni caso, se la curia – o una parte di essa – è causa di rovina per la chiesa e ha un disperato bisogno di essere riformata e ripulita, per quale motivo Francesco si affretta a canonizzare Giovanni Paolo II, che l’ha presidiata, promossa e nutrita, ne ha nominato i funzionari e così via per ventisette anni? [CzzC: quesito in perfetta intonazione del Leitmotiv 1 e 2]. E’ difficile incolpare i “capi della chiesa” e gli “elementi della curia” e criticare i narcisisti e i cortigiani, senza che si accusi in qualche modo anche il potente Papa che vi ha regnato per tanto tempo. Che i papi debbano essere canonizzati o meno è una questione che rimane aperta; ma nel momento in cui stanno per essere elevati agli onori degli altari, il modo in cui hanno gestito il Vaticano dovrebbe essere un criterio fondamentale di valutazione, ed è strano che Francesco continui la sua corsa alla canonizzazione di Giovanni Paolo II quando è così critico nei confronti di una delle principali componenti dell’eredità amministrativa del suo predecessore.

 

Dopodiché, più avanti in questa stessa intervista, in riferimento alla domanda sullo “status di minoranza” della chiesa nel mondo attuale, Francesco risponde in parte, “il Concilio Vaticano II, ispirato da Papa Paolo VI e da Papa Giovanni, ha deciso di guardare al futuro con uno spirito moderno, e di essere aperto alla cultura moderna. I Padri conciliari sapevano che essere aperti alla cultura moderna avrebbe significato ecumenismo religioso e dialogo con i non credenti. Ma dopo di ciò è stato fatto davvero poco in quella direzione. Ho l’umiltà e l’ambizione di voler far qualcosa in merito”. (L’enfasi in corsivo è mia). E’ sbalorditivo dire che è stato fatto “davvero poco” riguardo l’ecumenismo e il dialogo dai tempi del Concilio. Ammetto subito che, almeno rispetto al dialogo interreligioso, più d’una volta a due passi avanti è seguito un passo indietro. [CzzC: “inverno dell’ecumene” perfetta intonazione del Leitmotiv 1]Pensate alla “Dominus Iesus” e ai processi di Jacques Dupuis, SJ.

 

Sicuramente c’è ancora molto da fare, e molti rimpianti da esprimere. Ma non si deve dire, con noncuranza e en passant, che è stato fatto “davvero poco” dall’epoca del Concilio. [CzzC: abile trucco dialettico con inversione a 180° della logica argomentativa: Shopenhauer ne “L’arte di avere ragione” sgamò questa dialettica truffaldina individuandone i codici #7 (Metodo erotematico) e #13 (Presentare l' opposto della propria tesi)]. Sono stati fatti enormi passi avanti negli scambi ecumenici con un’ampia gamma di chiese cristiane dell’occidente e dell’oriente. Attraverso il Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso e gli altri uffici e comunità globali e locali, e nella vita dei cattolici ovunque nel mondo, sono stati fatti passi enormi nel cambiare il vecchio atteggiamento della chiesa verso le altre religioni, prima spesso arrogante e polemico. Molto è stato fatto anche riguardo lo sradicamento dell’antisemitismo, l’apertura verso i nostri fratelli e sorelle musulmani, gli scambi ricchi e profondi con gli indù e i buddisti [CzzC: ti piacciono gli induisti anche quando massacrano i cristiani in Orissa? E i buddisti della reincarnazione? Io e tanti fratelli Christifideles e succubi del Magistero dialoghiamo con tutti, abbiamo amici induisti e buddisti, ma non ti seguiamo nel rinunciare al discernimento]

 

Quando Francesco dice che è stato fatto “molto poco” in questo campo, cosa intende, dunque?Ha fatto di più come cardinale in Argentina? Può essere che, mettendo le cose in prospettiva, Jorge Mario Bergoglio non sia mai stato coinvolto in scambi ecumenici o interreligiosi nel suo ruolo di parroco, vescovo, arcivescovo e cardinale [CzzC: pure male informato sei? Mica ti darei dell’ignorante per questo, ma di presunzione saresti tacciabile se nonostante cotali forse dubitativi ti permetti cotali certezze accusatorie ed allusive] (anche se gli si conferisce grande credito per aver promosso le relazioni fra ebrei e cristiani). Forse non è mai venuto in contatto con le teologie e le pratiche delle religioni asiatiche, ad esempio, [CzzC: povero Bergoglio: forse non ha frequentato i corsi di santità asiatica sostenuti a Villa S.Ignazio TN anche da applausi diocesani e contribuzioni: che perdita!] e non ha spinto i suoi collaboratori a lavorare per implementare la visione ecumenica e interreligiosa del Concilio. [CzzC: povero Bergoglio, li ha spinti, ma forse non ha avuto il coraggio di spingere come vorresti tu, timoroso di farli inciampare, mentre a tu certi inciampi celebreresti salutari nonostante esitassero in lacerazioni?] Forse ce n’era meno bisogno in Argentina, e lui era troppo impegnato per notare quello che stava accadendo altrove nella chiesa. [CzzC: povero Bergoglio, lui primate di Argentina troppo impegnato in carità materiale e spirituale, mentre tu sì, forte delle moderne accademiche metodologie dell’efficienza puoi i fare analisi degli altrove accadimenti magari ricevendo applausi da big di scuola gesuitica come Clinton, Castro, Mitterrand, John Kerry, Scalia, Fox, Monti, Draghi, per non parlare di star e rockstar, attori, allenatori, registi, capi-partito come Fassino; vuoi mettere la leadership ignaziana bioenergetica a fronte di un Bergoglio, pur gesuita, ma cresciuto dai Salesiani e devoto di Maria Ausiliatrice che propone la misericordina?] Ma di certo, ora che è Papa, deve essere più cauto e più attento a quello che gli altri hanno fatto e a ciò che la chiesa ha davvero raggiunto negli ultimi cinquant’anni. [CzzC: povero Bergoglio, come farebbe a conciliare la tua richiesta di essere più cauto se poi tu gli dai del poco coraggioso? Anche questo tuo sarebbe un trucco dialettico individuato da Shopenhauer (#26 Retorsio argumenti), ma mi debbo trattenere per non dar adito a chi trova difficile la mia scrittura: stavolta ho provato a condirla con un po’ di ironia (non offensiva) per vedere se riesco ad alleviare con un sorriso la fatica di leggermi così].

di Francis X. Clooney SJ

 

* (Francis X. Clooney, gesuita, dal 2005 è professore di Teologia alla Harvard Divinity School dopo aver insegnato per ventun anni al Boston College. Dal 2010 dirige il Centro di Harvard per lo studio delle religioni mondiali e dal 1998 al 2004 è stato il coordinatore per il dialogo interreligioso negli Stati Uniti per conto della Compagnia di Gesù)

 

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