BASTA LA NATURA DELL’UOMO, anche senza Cristo e Chiesa?

Per Mancuso la questione decisiva non sarebbe la fede nella divinità di Cristo, tanto meno accettare la Chiesa; il punto decisivo non sarebbe né Cristo, né la Chiesa, ma la natura dell'uomo. Vedi qui in data 2013.09.14 la risposta di Avvenire. Trovo che ci sia un punto di possibile conciliazione: gli apostoli e i discepoli sono diventati cristiani per l’attrattiva Gesù che toccava il CUORE DELL’UOMO in esperienza più che con teorie.

[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 04/12/2024; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

Pagine correlate: il cuore dell’uomo; scopo; Vito Mancuso, anche senza chiesa

 

2024.12.03 <avvenire> Il vescovo Varden: «La castità è ascetismo dell’onestà». Il cistercense norvegese, vescovo di Trondheim, affronta nel suo ultimo libro “Castità, la riconciliazione dei sensi”. Diventare casti vuol dire riconoscere i diversi aspetti di me stesso. Il cristianesimo può offrire un resoconto sofisticato del mistero della sessualità umana e della sua bellezza, complessità e anche sofferenza. È importante farsi nutrire dalla ricchezza di questa eredità, da questa nozione chiave di castità che è quasi completamente scomparsa dalla conversazione contemporanea.

 

↑2020.11.25 Filosofia per tutti” a cura di Francesco Agnoli <voce24news> 1ª puntata: la natura è un libro, un concreto; 2ª puntata: il principio dei Greci e degli Ebrei; 3ª puntata: bioetica in pillole

 

↑2017.11.10 <F.Agnoli>: ogni tentativo di cancellare Dio sta insieme a quello di umiliare l'uomo, facendone una "scimmia nuda" ... un figlio del caso sperduto nell'universo ... Ma la natura dell'uomo non è solo quella della materia che lo costituisce [CzzC: già la vita è ben più degli atomi, ancorché l’essere vivente sia composto dagli stessi della materia non vivente; ma ancor più vale il discernimento tra uomo e bestia, radicato nella trascendenza dell’ Ἐν ἀρχῇ ἦν ὁ λόγος, rispetto al quale siamo fatti ad immagine e somiglianza, a differenza delle bestie, checché ne dicano Odifreddi o certa teologia]

 

↑2013.10.04 Spogliarsi dello SPIRITO DEL MONDO che è il CANCRO DELLA SOCIETÀ, dice Fr1 in visita ad Assisi, parlando della MONDANITÀ SPIRITUALE, che ci porta alla VANITÀ, alla prepotenza, all'orgoglio è un idolo, non è Dio, è la lebbra, è il cancro della società e della rivelazione di Dio. La famiglia è la vocazione che Dio ha scritto nella natura dell'uomo e della donna.

 

2013.09.14 <Avvenire> lupus in pagina Felice “simpatia” sì, ma “la nebbia” no «Il Papa, i non credenti e la risposta di Agostino» ("Repubblica", ieri, pp. 1 e 33). Vito Mancuso è felice dello scambio di idee e "simpatia" personale tra Eugenio Scalfari e Francesco. Sei felice anche tu, ma leggi e qualcosa non fila… Incipit dell'articolo: «Qual è la differenza essenziale tra credenti e non credenti?» Al seguito di Norberto Bobbio e del grande Carlo Maria Martini ecco la risposta: «La vera differenza non è tra chi crede e chi non crede, ma tra chi pensa e chi non pensa». Pensi anche tu e come base sei d'accordo, ma poi arriva il seguito, sempre Mancuso: «Rimane però che, per quanto si possa essere accomunati dalla volontà di dialogo e dallo stile rispettoso… la differenza tra credenti e non credenti non viene per questo cancellata, né deve esserlo». C'è, e ci deve essere. E «qual è»? Ecco Mancuso: non nella fede nella divinità di Cristo, che «non è la questione decisiva… (e) tanto meno… passa dall'accettare la Chiesa… Il punto decisivo non sono né Cristo, né la Chiesa, ma è la natura dell'uomo». Ci si potrà ragionare su - proprio Agostino ha scritto: «percorri l'uomo, troverai Dio»! - ma così resta solo nebbia, tanto più che all'ultima Udienza hai sentito lo stesso Francesco annunciare appassionato che la salvezza è Gesù, e non si può accettare Gesù senza accettare anche la sua Chiesa, pur con tutti i difetti che le vengono dagli uomini, anche e soprattutto da quelli "di chiesa". Ci si torna su, vero?