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Dellai, l'attivismo di un politico a due facce
10-08-2013
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Mentre Scelta Civica pare destinata al naufragio e viene data dai giornali alla deriva verso il Pd dopo aver mollato l’alleato Udc, qualcuno dei suoi leader non si rassegna. Così Lorenzo Dellai, capogruppo alla Camera del partito di Mario Monti ma noto ex sindaco di Trento ed ex Presidente della Provincia Autonoma, lo scorso 8 agosto ha scritto una bella lettera a Il Foglio dove, in linguaggio strettamente politichese, ha perorato la causa della necessità di Scelta Civica. Nel farlo ha voluto anche sottolineare la sua appartenenza cattolica. Ed è proprio su questo che vale la pena soffermarsi, perché questa appartenenza non si sa più a cosa corrisponda. Nessuno può giudicare la fede, ci mancherebbe, però c’è da chiedersi che rapporto ci sia – o ci debba essere - tra la verità annunciata dalla Chiesa e le scelte fatte in politica.
Nel caso di Dellai, basterebbe solo ricordare la rapidità con cui nella sua provincia ha introdotto l’uso della pillola abortiva RU486 (quella che lo scienziato cattolico Jérôme Lejeune descriveva come il “pesticida umano”). Per fare un confronto basta pensare a come i governatori di Piemonte e Veneto, Cota e Zaia, hanno fatto resistenza e non vengono neanche lontanamente dalla tradizione democristiana. Ma Dellai, da presidente della Provincia ha fatto molto di più e di peggio: ha messo Trento al centro di un grande progetto per la realizzazione della “vita artificiale”, la più radicale ed estrema sfida che le scienze biologiche lanciano al creato. Ha così “strappato” agli Stati Uniti uno dei più importanti ricercatori in questo settore, Sheref Mansy, mettendogli a disposizione un dedicato Centro per la Biologia Integrata (CIBio, secondo l’acronimo inglese) presso l’Università di Trento. E ha lanciato in pompa magna l’iniziativa mascherandola come una ricerca “sulle origini della vita”.
In realtà bisogna sapere che il vero obiettivo su cui Mansy sta
lavorando è quello della vita artificiale, ovvero la creazione della
vita partendo da materiale non-vivente. Sarebbe a dire, trovare il modo in cui
si creano le prime forme di aggregazione della materia vivente, e farle vivere
ed evolvere senza passare per cellule preesistenti. Non per nulla, la
disciplina è anche detta Biologia Sintetica.
Craig Venter, lo scienziato-businessman che detiene il “primo
brevetto di forma di vita creata dall’umanità”, da anni racconta di un mondo
futuro fatto di batteri sintetici che divorano l’inquinamento, producono
carburante etc. Gli interessi della speculazione finanziaria su simili progetti
sono ovviamente alle stelle. Anche da un punto di vista strategico, non hanno
mancato di inquietare i contratti che la DARPA - la branca di ricerca
scientifica del Pentagono - ha stipulato con Venter, nella dichiarata volontà
di creare “Fonderie Viventi”, ossia catene di montaggio bioingegneristiche.
Come era successo anche per la fissione dell’atomo, i militari vogliono mettere
le mani sulla tecnologia al confine dell’umanità: la bomba atomica prometteva
una potenza distruttrice soprannaturale, la biologia sintetica, promette un
potere ancora più complesso: infondere la vita. Creare e distruggere, come una
divinità nella più efferata hybris tecno-fantastica: sostituirsi a Dio non solo
nel reggere la procreazione umana, come fanno la bioingegneria e l’eugenetica,
ma sostituirlo sino nel profondo del mistero della materia vivente. Così
Dellai, coinvolgendo le locali Fondazioni, ha messo il Trentino al centro di
questo progetto che descrive il delirio di onnipotenza dell’uomo.
Sheref Mansy era ad Harvard nel team del premio Nobel per la Medicina
Jack W. Szostak. Divenuto giovanissimo professore a Denver, gli succede di
vincere il premio di un milione di dollari americani della Fondazione
Armenise-Harvard. Da qualsiasi parte si guardi in rete, Mansy è considerato
come un enfant prodige della Biologia Sintetica. Un articolo del Sole 24 ore
sui “Venter italiani” lo descrive come l’uomo che vuole ossessivamente creare
una protocellula sintetica: “Semplice, anzi semplicissima; una vescicola con
dentro delle molecole, poi si vedrà. La scintilla davvero iniziale, insomma, ma
senza copiare nulla”. Cioè, a differenza di Venter, Mansy vuole produrre una
cellula “ricostruita, non fotocopiata, e magari anche a modo nostro, con pezzi
diversi da quelli della natura (o della creazione, come volete)”, perché la storia
che veramente interessa al ricercatore è un'altra: “La vita, anche a
livello minimale, l'avremo davvero capita quando l'avremo ricostruita”.
Insomma, un programma ancora più incredibilmente estremo di quello di Venter.
Ovviamente tutto questo non è stato spiegato da Dellai & co.
Ufficialmente invece è passata la storia di Mansy “Mister milione di dollari”,
che avrebbe deciso - bontà sua - di venire a spenderlo in Trentino. E il
progetto, come detto, viene spiegato come “Le origini della vita”, come è stato
fatto, ad esempio, anche in un intervento a Unomattina, il programma mattiniero
di Rai Uno: “Sono venuto per studiare le origini della vita”, ha detto. E ci
mancherebbe: avesse parlato di Vita Artificiale, di creazione biochimica di
organismi, del superamento della soglia tra animato ed inanimato e così via,
magari a qualcuno si sarebbero alzate le antenne. Invece in un filmato su You Tube
chiamato Transnatural, lo si vede raccontare la sua ricerca della
differenza tra animato ed inanimato: ecco la slide dove alla foto di un gattino
è affiancata la foto di una roccia, e lui spiega che vuole costruire partendo
da materiale non-vivente qualcosa che sia considerato come “vivente”.
Insomma non basta l’aborto, Dellai è il protagonista di un
progetto che ha portato a Trento una scienza che crede sul serio nella promessa
del Serpente dell’Eden: eritis sicut dei, sarete come Dio. Questo altro non è
che transumanismo, effettuato con le tasse del contribuente.
Dellai comunque non ci vede alcun problema con la sua asserita appartenenza
cattolica.
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