ultima modifica il 20/02/2023

 

Scout, giù le mani dalla parola «Dio»

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Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità: contrassegno miei commenti in grigio rispetto al testo attinto da altri.

 

Non piace allo scoutismo italiano l’ipotesi inglese (obiettivo_B) di togliere il riferimento religioso nella Promessa. «Un torto al fondatore Baden-Powell»

[CzzC: chi sarebbero gli inglesi che si pongono l’ obiettivo_B? Certamente non tutti i sudditi di Sua Maestà. Azzardo una risposta: (r1): certe potenti matrici inglesi, forse anche ingraziandosi i fondi sovrani mezzalunati gonfianti i numeri della LSE, si danno da fare a discriminare residue tracce cristiane (vedi anche cristianofobia) nella loro UK (United Kingdom), soprattutto se fedeli all’inviso Papa.

Facile obiezione: ci sono anche gli scouts mezzalunati ... Vedi risposta r2]

 

 

Trassi da Avvenire 20/12/2012 pag 27

DI ANTONIO MARIA MIRA

 

«Nessun uomo è buono se non crede in Dio e non obbedisce alle sue leggi. Per questo tutti gli Scout devono avere una religione». Frase perentoria, forse, ma da sola può rispondere al dibattito aperto dopo la proposta, avanzata dalla Scout Association britannica, di togliere il riferimento a Dio nella 'Promessa scout'.

 

Quell’impegno che i giovani col fazzolettone prendono iniziando il loro 'cammino' e che recita (versione italiana), «Con l’aiuto di Dio prometto sul mio onore di fare del mio meglio: per compiere il mio dovere verso Dio e verso il mio Paese; per aiutare gli altri in ogni circostanza; per osservare la Legge scout». Un testo che sostanzialmente non è cambiato da quello scritto, ai primi del ’900, dal fondatore dello scoutismo lord Robert Baden-Powell. Ed è proprio di B.P., come tutti gli scout lo chiamano, la citazione con cui abbiamo aperto. E ne aggiungiamo subito un’altra, legata alla Promessa. «La fedeltà più alta è verso Dio e la possiamo dimostrare mantenendo la Promessa scout. La nostra fedeltà più alta è verso Dio. Possiamo dimostrarla compiendo i nostri doveri verso la religione a cui apparteniamo e mantenendo la nostra Promessa scout». Tutta la sua vita è stata impegnata in questo senso religioso che ha voluto anche nello scoutismo, dove non ha mai acconsentito a «dare un posto facoltativo al Creatore dell’Universo ». Ma oggi? «Non c’è scoutismo senza un credo religioso. È uno dei punti su cui teniamo duro, contro il tentativo di semplificare e relativizzare che non ha casa nello scoutismo». Parole altrettanto chiare di Mario Sica , maggior storico dello scoutismo italiano e membro del Comitato delle Costituzioni dello Scoutismo mondiale, una sorta di 'Corte costituzionale' del movimento, organizzazione di giuristi col fazzolettone che deve esaminare i vari documenti/norma nazionali che, spiega, «devono sempre ispirarsi al testo di B.P.». Certo, aggiunge, «il riferimento a Dio è stato un po’ 'annacquato' circa cinquanta anni fa, con l’apertura nella Promessa ad altre trascendenze, soprattutto per venire incontro ai buddisti e induisti. Ma – insiste Sica – se il riferimento alla religiosità non c’è noi non l’accettiamo».

 

Insomma, taglia corto, «abbiamo sempre detto di no a tentativi di togliere Dio. Proprio perché in B.P. c’è la condanna della negazione di Dio: l’ateo non può essere scout».

 

Ragionamenti analoghi da padre Alessandro Salucci, assistente ecclesiastico generale dell’Agesci. «Uno scoutismo senza Dio non è concepibile. La deriva laicista distrugge la sua identità. Altrimenti facciamo un altro scoutismo e non è più quello di B.P.».

 

Il fondatore, ricorda padre Alessandro, «pensò lo scoutismo proprio secondo il dettato biblico e su questo fonda la sua dimensione morale. Una religiosità molto concreta. La vera felicità, diceva, è fare la felicità degli altri ». Dunque «la parola Dio nella Promessa garantisce i valori etici che poi B.P. esprime attraverso la Proposta educativa e i dieci articoli della Legge scout.

 

Valori che vanno oltre l’etica umana».

 

E anche l’evoluzione della presenza di Dio nella Promessa parte da lontano perché, aggiunge, «B.P. respirava già allora una dimensione ecumenica».

 

Scout e Dio, un legame strettissimo.

 

Come ha ricordato Benedetto XVI in una lettera scritta nel 2007 in occasione del centesimo anniversario del primo campo scout organizzato da Baden-Powell sull’isola di Brownsea, in Inghilterra. «Lo scoutismo – affermava il Papa – non è solo un luogo di crescita umana vera, ma anche il luogo di una proposta cristiana forte e di una vera e propria maturazione spirituale e morale, così come un autentico cammino di santità».

 

E torniamo alle parole di B.P.: «Fare il proprio dovere verso Dio significa non dimenticare mai Dio, ma ricordarLo in ogni cosa si faccia. Se non Lo dimenticherete mai, non farete mai alcuna cosa che sia male. Se, quando state facendo qualche cosa di male, pensate a Dio, vi fermerete immediatamente ».È un ritorno continuo il riferimento a Dio, in modo molto concreto. «La Promessa che uno scout o una guida fa entrando nel Movimento ha come suo primo punto: 'Compiere il mio dovere verso Dio'. Si noti che non dice 'Essere fedele a Dio' perché questo sarebbe solo un atteggiamento mentale, ma invece impegna il ragazzo o la ragazza a fare qualcosa: un atteggiamento cioè positivo, attivo». Insomma, aggiungeva, «significa non solo affidarsi alla Sua bontà, ma fare la Sua volontà praticando l’amore del prossimo ». Dall’inizio alla fine. Così il 'papà' degli scout si rivolge ai suoi ragazzi. «Chi abbia fatto del proprio meglio ritorna senza paura al Creatore.

 

Egli può in piena verità dire a Dio: 'Ho cercato di fare il mio dovere; ho fatto del mio meglio', e nessuno può fare più di questo».

 

Come scrive nel suo ultimo messaggio prima di morire l’8 gennaio 1941.

 

«Procurate di lasciare questo mondo un po’ migliore di quanto non l’avete trovato e, quando suonerà la vostra ora di morire, potrete morire felici nella coscienza di non aver sprecato il vostro tempo, ma di avere 'fatto del vostro meglio'. 'Siate preparati' così, a vivere felici e a morire felici: mantenete la vostra Promessa di Esploratori, anche quando non sarete più ragazzi, e Dio vi aiuti in questo». Ancora una volta 'quella' Promessa.

 

r2

CzzC 25/12: è facile una prima obiezione alla mia risposta r1, perché esistono anche gli scouts mezzalunati che certamente non intendono rimuovere il riferimento a Dio dallo scoutismo. Lasciami spiegare meglio, permettendomi di ricordare il trucco tattico obj_BxA (obiettivo B per A):

- potrei avere un obiettivo primario A (ad esempio prezzo di vendita 80 o sbarco in Normandia), che sarebbe meglio dissimulare alla controparte

- cui invece farei credere che sto mirando all’obiettivo B (prezzo 100, sbarco a Calais);

- mentre la controparte si prodigherebbe a contrastarmi sull’obiettivo B

- io raggiungerei l’obiettivo A

- con un compromesso (sconto 20%) da me previsto

- o vincendo l’avversario spiazzato dal mio trucco (sbarco in Normandia).

La tattica BxA è ampiamente usata nel mercato, nelle trattative sindacali, nella strategia dei giochi o militare, perfino in famiglia.

Nella fattispecie, chi propone l’obiettivo_B (togliere la parola Dio dallo scoutismo), mira a mio avviso a raggiungere questo obiettivo_A:

- anche senza togliere la parola Dio dallo scoutismo, basterebbe eliminare dalle leggi dello scoutismo l’insegnamento della Bibbia e della dottrina cristiana, cattolica in particolare (che almeno da noi ancora si usa: vedi es1, es2)

- o consentire la menzione della Bibbia solo in neutrale simmetria con altri testi sacri.

Analogo obiettivo_A viene perseguito da nostrani tifosi di analoghi potentati, quando trattano di insegnamento della religione nelle nostre scuole.

Ma anche a questo punto sarebbe facile un’altra obiezione: dato che la Bibbia interessa anche agli ebrei scouts ed è testo sacro pure per gli islamici, la r1 sarebbe illogica.

r3

CzzC 26/12: permettimi di completare la riflessione con una r3, fermo restando che r1, r2, r3 configurano ipotesi, non certezze, anche se cercherò di suffragarle con qualche indizio non trascurabile.

Per ciò che abbiamo di più caro (Gesù Cristo) mi interesserebbe essere smentito da un buon evento, piuttosto che essere apprezzato per avere indovinato cattive intenzioni dei suddetti tifosi nei confronti della nostra affezione a Cristo: quale sarebbe il buon evento atteso? Desidererei che scouts ebrei ed islamici, assieme ai cristiani, contrastassero pubblicamente l’obiettivo_B affermando di volere l’opposto dell’obiettivo_A, che definirei all’incirca così nella legge scout: l’aderente al movimento viene educato ad amare il bene comune e a riconoscere l’opera di Dio tra gli uomini in sintonia con il Magistero di fede prescelto dagli aderenti e in piena attuazione dell’art. 18 della dichiarazione universale dei diritti dell’uomo.

Temo che tale reazione non accada per ora (vedi montante jihadismo), e spiego perché.

1) Ai potentati islamici conviene svalorizzare i testi sacri in occidente, perché

- a casa loro impongono lo stato-sharia con l’esclusivismo del loro testo sacro ed annesse violazioni del suddetto art. 18;

- a casa altrui lasciano volentieri che istituzioni ed associazioni neutralizzino i testi sacri, perché agli effetti pratici ciò riguarderebbe solo la Bibbia, mentre prevedono che, quando i loro correligionari supereranno 1/3 della popolazione, riusciranno ad imporci ben più che i tribunali islamici di Londra.

2) Ai potentati ebrei non interessa l’esplicita valorizzazione dei nostri testi sacri perché

- a casa loro (Israele) provvedono autonomamente a far studiare la Bibbia senza il Vangelo;

- a casa altrui lasciano volentieri che istituzioni ed associazioni neutralizzino i testi sacri, perché agli effetti pratici ciò riguarderebbe solo i cristiani, mentre sanno che la loro potenza consiste soprattutto in strategia affaristico-finanziaria (vedi questa foto che ebbi dalla Casa Bianca).

Quale sarebbe un indizio non trascurabile? Che né gli scouts islamici né gli scouts ebrei si attiveranno come i cattolici contro l’ipotesi inglese di togliere il riferimento religioso nella Promessa. Vedremo l’evoluzione della contesa ...