SEGNO DI CROCE SÌ/NO nella scuola dell'infanzia in Val dei Mocheni
descr La coordinatrice pedagogica dice di NO, genitori sì, Dellai pure ma gli chiederei ...
[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 23/03/2021; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]
Pagine correlate: religione e laicità, democrazia elogio delle diversità, identità
↑2012.10.27 21 Trassi da <L’Adige 27 Ottobre 2012>, articolo con oltre 100 commenti
No segno croce, è feroce polemica
Piccola querelle identitaria e religiosa nella minoranza linguistica: i bambini della scuola dell'infanzia devono farsi il segno di croce e recitare una preghierina prima di mangiare oppure la scuola è «laica» e pertanto qualsiasi manifestazione di fede va tenuta fuori?
La coordinatrice pedagogica della scuola dell'infanzia della minoranza linguistica (che serve i comuni di Frassilongo, dove ha sede la scuola, Roveda, Fierozzo e Palù del Fersina), arrivata da poco in valle, propende per la versione «laica»: nessun segno di croce come nessun tipo di altra manifestazione religiosa in una scuola pubblica. Ma i genitori dei bambini sono di diverso avviso: vogliono segno di croce e preghiere prima dei pasti. Si sono rivolti ai sindaci dei Comuni e al parroco di valle don Daniele Laghi. «Non capisco perché non si possa insegnare ai bambini a farsi un segno di croce prima di mangiare, dato che in quella scuola attualmente non ci sono bimbi di altre religioni - spiega il parroco - ci siamo riuniti con i sindaci per capire come arrivare ad una mediazione con la scuola. Tutti sono concordi nel sostenere che non era il caso di togliere questo riferimento cristiano, radicato nella gente della valle».
Di medesimo avviso il sindaco di Fierozzo, Luca Moltrer : «Sono dispiaciuto per questo tipo di incomprensioni. Del resto quella scuola è particolare: specifica per la minoranza linguistica mochena. Non è capitato mai, fino ad ora, che ci fossero bambini di altre religioni e non credo che si faccia alcun male se i piccoli si fanno un segno di croce». La fede cristiana, in altri termini, secondo il sindaco sarebbe alla base della cultura mochena e non c'è nulla di male se vengono insegnate dalle maestre questo tipo di tradizioni locali. «Mi preme che si trovi una mediazione con il personale delle scuola - aggiunge Moltrer - ma altrettanto credo che sia importante per i nostri bambini, oltre al gioco, agli insegnamenti, alle attività che fanno crescere le loro conoscenze, insegnare loro la nostra fede religiosa. Nei prossimi giorni si attende un tentativo di mediazione anche da parte di Bruno Groff , sindaco di Frassilongo, dove è la sede della scuola materna.
IL COMMENTO DI DELLAI
"Succede talvolta di apprendere notizie che hanno dell'incredibile: accade oggi, leggendo L'Adige riguardo a delle questioni legate al segno delle croce nelle scuola dell'infanzia della valle dei mocheni". Così il presidente della provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai, a commento della notizia che riferisce di polemiche legate alla posizione della coordinatrice pedagogica della vallata trentina, contraria al segno della croce per i bambini. "Voglio sperare - aggiunge Dellai - che si tratti di uno scherzo di carnevale fuori tempo. Per quanto riguarda la Provincia, è del tutto naturale che i bambini delle nostre scuole materne adottino comportamenti coerenti con la fede religiosa delle proprie famiglie e con l'identità religiosa che costituisce parte fondamentale della nostra costituzione materiale" [CzzC: ottimo slogan pre-elettorale, caro Presidente, per cercare simpatie anche tra i cattolici tradizionalisti invisi alla sinistra te reggente, ma fintante tolleranza pre-elettorale in materia che tirasse acqua alla nostra cara autonomia.
Dovresti spiegarci, caro Presidente, come mai si sia configurato questo apparente[1] scollamento sulla linea didattica della scuola trentina, se quella coordinatrice didattica prende direttive e stipendio ben più dalla tua linea politico-pastorale che dal Vaticano].
-----------------------------------------------
[1] Dato che certi illuminati e accademici accesi non paiono ininfluenti sulla linea didattica nemmeno in provincia di Trento, la scollatura potrebbe essere solo apparente rispetto alla tua linea in merito; a che alludo? Non alludo, esemplifico: non leggo nelle tue parole il “segno di croce” esplicitato dai genitori, ma parli semplicemente di “comportamenti coerenti con la fede religiosa delle proprie famiglie”: basterebbe che la linea pastorale più adulta e democratica influente in Diocesi e te reggente prevedesse che sarebbe coerente con la nostra fede anche il “non fare il segno della croce nella scuola pubblica” al fine di rispettare la multiculturalità, et voilà: ti concilierebbero capra e cavoli e la scollatura sarebbe solo apparente (non quella della coordinatrice, beninteso).