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ultima modifica il 29/08/2023 |
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Pakistan: Rapito figlio del governatore che difese Asia Bibi |
Correlati: rapporti sui perseguitati; WWL di Open Doors; inarrestabile il terrorismo se ... |
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Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità: contrassegno miei commenti in grigio rispetto al testo attinto da altri. |
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Traggo da Avvenire 27/08/2011 pag 19
DA BANGKOK STEFANO VECCHIA
Il rapimento di ieri mattina di Shahbaz Taseer, ha riportato la paura a Lahore, capoluogo della provincia pachistana del Punjab. Sahbaz, prelevato con la forza mentre era in auto con un amico, è figlio di Salman Taseer, il governatore della provincia del Punjab, ucciso il 4 gennaio dalla sua guardia del corpo per avere preso le difese di Asia Bibi, la cattolica condannata a morte nel novembre 2010 per blasfemia e da allora in attesa del processo d’appello. Il giovane imprenditore, a capo di alcune aziende fondate dal padre, è stato fermato da quattro uomini in moto, che lo hanno costretto ad entrare in un vicolo vicino prima di rapirlo e scomparire nel nulla. Sul luogo del sequestro, la polizia ha trovato un fucile e per ora l’unico sotto interrogatorio è una guardia giurata che potrebbe anche essere un semplice testimone. Ancora una volta va rilevato come ieri l’uomo non fosse accompagnato dalla una scorta, quella abituale integrata da uomini della polizia, che abitualmente seguiva Shahbaz Taseer. Che sia stato un caso oppure una scelta del rapito di cui evidentemente i rapitori erano a conoscenza, lo diranno le indagini. Era stato lo stesso Shahbaz a sporgere formalmente denuncia contro l’uomo – un ex membro delle forze speciali incaricato della sicurezza del padre – riconosciuto colpevole di avere ucciso a colpi d’arma da fuoco il Salman Taseer diventando per i fondamentalisti islamici un eroe. Il rapimento di Shahbaz Taseer, il secondo di alto profilo in due settimane a Lahore, conferma – se questa sarà la pista che emergerà – la libertà di azione del terrorismo islamico in Pakistan e, in ogni caso, la difficoltà di creare una situazione di pace e di convivenza nel Paese, dove insicurezza e violenza endemiche stanno mettendo a dura prova la società civile, ma anche l’economia nazionale. Molte le ipotesi al momento aperte, ma il fratello Shehryar, ha confermato, subito dopo il rapimento che «la famiglia continua a ricevere minacce dai taleban e da altri gruppi estremisti» e ritiene che essi siano dietro al sequestro del fratello. Atti intimidatori che la polizia ha confermato, pur non escludendo un movente diverso. Due settimane fa un cittadino americano, consulente 70enne di un’azienda statunitense che lavora ad alcuni progetti nelle aree tribali nel Nord-Ovest del Paese era stato rapito, sempre a Lahore. Al momento non è giunta nessuna rivendicazione.
L’altro ieri al Meeting di Rimini Paul Bhatti, fratello del ministro per le Minoranze, il cattolico Shabaz Bhattti assassinato il 2 marzo scorso, ha ricordato la difficile condizione delle minoranze nel suo Paese e il sacrificio del fratello che aveva continuato a lottare contro la legge antiblasfemia nonostante la tragica fine del governatore del Punjab che venne assassinato prima di lui: «Condannò l’attentato, fece celebrare anche una Messa in pubblico e da allora cominciò a ricevere le minacce di morte», ha ricordato lo stesso Paul Bhatti alla platea.
Shahbaz Taseer è stato prelevato ieri mattina a Lahore da 4 uomini: aveva presentato formalmente denuncia contro l’uomo che uccise suo padre Salman
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