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modificato 15/12/2016 |
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Dino Pedrotti su “Famiglie, single e unioni gay, diritti della coppia e dei bambini” |
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Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità: contrassegno miei commenti in grigio rispetto al testo attinto da altri. |
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[Trassi da l’Adige del 04/08/2012 e posi un quesito all’autore] Di DINO PEDROTTI
Leggo e approvo senz'altro quanto scrive Giorgio Grigolli (sull'Adige del 1° agosto) a proposito dei «diritti della coppia... anche omo». Su questi argomenti si leggono continue e ambigue prese di posizione da parte di due schieramenti: a destra c'è chi difende il matrimonio secondo princìpi religiosi come istituto che sta alla base della famiglia e a sinistra c'è chi afferma che è una istituzione superata, dato che ci sono ormai nella realtà almeno cinque tipi di famiglia... A Trento solo il 30% dei matrimoni si celebra in chiesa (99% nel 1970) e le coppie di fatto sono in continuo aumento: quasi un neonato trentino su tre nasce ormai da coppie di fatto. Noi vecchi abbiamo assistito al crollo di un mondo «solido» e apparentemente ordinato in cui c'era un sicuro punto di riferimento «in alto»: i comandamenti divini e i precetti della Chiesa imponevano la castità prematrimoniale e l'indissolubilità del matrimonio, con minacce di pene future nell'aldilà per chi era nel «peccato». Una famiglia ordinata doveva essere alla base di una società ordinata; ma questo «ordine dall'alto» non era certo percepito come «ordine» da tante persone che soffrivano e si trovavano in situazioni non coerenti con i dettami dei sacerdoti. Non era «ordine» nemmeno se ci si confrontava con altre religioni: Allah, ad esempio, aveva scritto nel Corano comandamenti diversi per le coppie di sposi. Il punto fisso di riferimento in alto, sostenuto da chi segue una visione religiosa del matrimonio, è sempre meno universale. Che nel mondo «liquido» di oggi ci sia un notevole disordine non v'è alcun dubbio. Che gli impegni affettivi vengano «privatizzati» (come sta scritto su Avvenire) non è un rischio: oggi lo sono già, e la stragrande maggioranza dei giovani non accetta imposizioni in questo settore. Oggi il punto fisso di riferimento è in ogni individuo. Oggi prevale un'etica individualistica e opportunistica, in particolare nelle scelte dei propri comportamenti affettivi. Lo Stato deve certamente regolamentare le unioni civili: due persone devono poter convivere con un patto di solidarietà, in cui si definiscono in modo ufficiale diritti e doveri per entrambi. I «diritti della coppia» sono però ben diversi quando vi sia un bambino, nato dalla coppia o adottato. Vista la confusione babelica delle parole che usiamo, quando si parla di «famiglia» si dovrebbe sempre distinguere se si parla di «famiglia classica, con figli» oppure di altre famiglie (coppie senza figli, uniparentali, gay,...). Nella «Famiglia-con-figli» (che scriverò con la F maiuscola) cambiano radicalmente le cose, almeno da quando c'è una Convenzione internazionale dei Diritti dei bambini, sottoscritta da 189 capi di stato, legge italiana dal 1991. Oggi (almeno a parole) tutto il mondo considera «la Famiglia unità fondamentale della società, ambiente naturale per la crescita dei suoi membri e in particolare dei minori». «Entrambi i genitori, guidati dall'interesse superiore del bambino, hanno comuni responsabilità». L'Onu ribadisce: «La responsabilità primaria per lo sviluppo dei bambini risiede nella Famiglia» (2002). Oggi un figlio non è più un «oggetto di proprietà o di piacere» ma un «soggetto di diritti», è l'elemento più debole di una Famiglia e ha quindi i massimi diritti ad avere genitori che lo aiutino a sviluppare le sue potenzialità e a fare le sue scelte. I genitori si assumono notevoli responsabilità, così come fanno due guide che accettano di portare una persona inesperta su una cima. Se due guide litigano e si separano a metà del Campanil Basso sono giudicate come irresponsabili. La separazione deve essere evitata al massimo non «in nome di Dio» (1) e nemmeno «in nome dei diritti individuali di ogni persona» (2), ma «in nome dei diritti del figlio» (3). Il punto fisso di riferimento (di valore universale!) per un vero «ordine dal basso» diventa il bambino. Già prima di concepirlo bisognerebbe chiedersi: se lui potesse scegliere, in che tipo di Famiglia vorrebbe nascere? Come prepararsi a «essere genitore?». È diritto dei genitori essere aiutati a «essere genitori responsabili», e lo Stato ha le massime responsabilità nel garantire questi diritti, tutelando al massimo la stabilità della «Famiglia-con figli». Una volta il contratto di matrimonio prevedeva la potestà maritale e la tutela della donna debole. Oggi le donne hanno pari opportunità e i più deboli nella Famiglia sono i bambini con i loro diritti. Il contratto, se la coppia programma di generare figli, dovrebbe prevedere un impegno di fronte allo Stato a comportarsi in modo da garantire i massimi diritti del figlio: è dovere dello Stato preoccuparsi della qualità dei suoi futuri cittadini. La sinistra - e il Pd in particolare -dovrebbe essere in prima fila a difendere i cittadini più deboli (più deboli dei lavoratori, delle donne, dei giovani), prevenendo al massimo l'instabilità della Famiglia. Ai politici piace oggi usare il termine astratto di «future generazioni», ma poi si usano «parole» in modo molto confuso e confondente, con punti di riferimento in alto (1) oppure a destra o a sinistra (2). Famiglia, matrimonio, ordine, diritti, etica, futuro, politica,. sono tutte «parole» che devono essere interpretate concretamente «dal basso» (3), dal punto di vista del Bambino. Dino Pedrotti con ind e-mail. [CzzC: carissimo prof Dino, ebbi il piacere di conoscerti eccellente professionista anche per quanto riguarda uno dei miei figli. Grazie. Condivido in larga misura la tua riflessione, ma, in nome dei principi di diritto da te richiamati, avrei aggiunto che, - fintantoché esistesse un bambino adottabile e parimenti una coppia eterosessuale idonea ad adottarlo, auspicheremmo che l’adottando venisse assegnato alla coppia etero anziché alla coppia omosessuale che chiedesse di adottarlo, ancorché la coppia omosessuale non fosse inferiore alla eterosessuale nella graduatoria di merito per altre voci di idoneità; - auspicheremmo che la legge vietasse a single o coppie gay di comperarsi (o farsi regalare) GPA, onde potersi soddisfare il desiderio di allevare un cucciolo d’uomo, ancorché non si possa impedire ad una donna (single, etero o lesbica) di farsi ingravidare come preferisse da NN e di tenersi ovviamente il partorito. Che ne pensa? Mi piacerebbe conoscere il suo parere in merito e farlo circolare nel mio gruppo di mini-rassegna-stampa. Grazie in ogni caso. Cordiali saluti. CzzC] |
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