Libro L'AFRICA. GLI STATI, LA POLITICA, I CONFLITTI libro de Il Mulino.

«Somalia, Mali e Nigeria, le icone del fondamentalismo» l’intervista

[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 08/02/2024; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

Pagine correlate: cristiani perseguitati, minerali dei conflitti, massoneria africana

 

↑2012.07.14 Trassi da Avvenire 14/07/2012 pag 3. Il politologo Carbone: non necessariamente questi scontri sono riflesso di un confronto tra fedi, c’è sicuramente altro dietro. Oggi la conflittualità è diffusa, ma con intensità più bassa che in passato

« Il fenomeno nuovo di questi anni è l’apparire in Africa di movimenti armati con una connotazione religiosa. [CzzC: però la cristianofobia insegnata aiuta molto] A ciò si aggiunge la sempre maggiore esclusione economica di ampie fasce della popolazione. E i due fattori si sovrappongono. L’esempio più chiaro è la Nigeria, dove la violenza di Boko Haram nel Nord non è una semplice contrapposizione tra islamici e cristiani: quello semmai è il veicolo sul quale si innesta una percezione di esclusione da parte del Nord rispetto a una crescita nelle mani del Sud». Così Giovanni Carbone, docente di Scienza politica all’Università di Milano e autore per Il Mulino di “L’Africa. Gli Stati, la politica, i conflitti”.

...  è difficile stabilire quanto chi si mobilita si batta per la difesa della fede o perché ha interesse a controllare una determinata area e portare avanti attività illegali. Insomma, non necessariamente questi conflitti sono riflesso di un confronto tra fedi. C’è sicuramente ben altro dietro.

[CzzC: è ovvio che c'è anche del'altro, ma in misura minore o prevalente? Vedo annacquare il sangue innocente con una domanda retorica come "non necessariamente questi conflitti sono riflesso di un confronto tra fedi" che

·        confonde logicamente "condizione necessaria e sufficiente", essendo più che sufficiente l'evidenza dei massacrati in chiesa,

·        mette sullo stesso piano aggressori ed aggrediti con il pilatesco "confronto tra fedi ".

Posso comprendere I. A. Kaigama, arcivescovo di Jos che dissimula le ragioni di odio religioso, perché così sottrae paglia al fuoco degli aggressori islamici e a quello delle vendette cristiane; ma se un politologo si facesse bello di strabismi, si farebbe supporre cedente a pregiudizio ideologico affine a quello dei potenti labari che bocciano gli appelli in difesa dei Cristiani perseguitati e affine quello di don Renner che incolpa i Cristiani delle persecuzioni subite perché sarebbero stati loro i primi a dire che la loro religione era l'unica vera; non a caso la linea ideologica de Il Mulino è cara ad entrambi].

Questo accade anche a causa degli spazi vuoti lasciati dall’Occidente?

Fino a un certo punto. In Somalia, ad esempio, c’è stata un’accentuazione della presenza di fazioni islamiche radicali a fronte di un sostegno occidentale al governo di transizione. Dal punto di vista temporale, comunque, di certo le radici di molti di questi gruppi, nati una decina di anni fa, affondano all’interno di un periodo in cui l’Occidente era assente, anche se ora l’interesse occidentale è stato risvegliato dalla competizione cinese.

...

Paolo M. Alfieri