Pongo domande a Cattani su certi suoi Leitmotiv
vedrei consonanza con uno dei noti Leitmotiv del dissenso, anche se riconosco che tu non li canti tutti così
[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 01/02/2022; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]
Pagine correlate: lo sai che i valori non negoziabili sarebbero solo questi 2 civilissimi?
↑2012.06.24 <VT#25p46> Trassi da Vita Trentina Pag 46: Dialogo aperto
La riforma più urgente
non può che riguardare i rapporti con il mondo e in particolare con il potere e con i beni materiali
In un recente convegno sui rapporti tra cattolici e politica in questo difficile contesto storico, l’ex sindacalista e ora onorevole Savino Pezzotta ... si è concentrato sull’impegno dei cattolici in questa temperie: occorre ripartire da zero ... Occorre una nuova tensione etica ...
Soprattutto però ci vuole una riforma di tipo religioso. Pezzotta non è entrato nei particolari, ma la stessa evocazione del termine riforma implica una chiara presa di posizione. Non ha senso parlare di nuovo ruolo dei cattolici in politica, di nuovi soggetti, tavoli, cordate, pensatoi, forum, occasioni di incontro, se non si progetta prima un rinnovamento ecclesiale. Non si tratta di capire come presentarsi alle elezioni del 2013, ma nientemeno di cominciare a ridisegnare il volto della Chiesa, soprattutto nei suoi rapporti con il mondo. Questa è la sfida dei tempi.
[CzzC: semper reformanda est la Chiesa, e magari qualche altra imponente religione si riformasse analogamente in termini di rapporto fede-ragione, ma mi pare che tu, Piergiorgio, dia da intendere che il volto della Chiesa come curato dai papi del dopo-Concilio non ti soddisfi al punto da invocarne con Pezzotta un ridisegno plastico radicale: qualcuno potrebbe intendere che tu intenda che quei papi abbiano tradito i documenti del CV2° con la loro guida, o quantomeno, che ne abbiano tradito lo spirito, fino a rovinare i rapporti della Chiesa cattolica con quel mondo che invece non ha particolari problemi di rapporto con le Chiese riformate. Non ti leggo fare proposte di riforma dettagliate, ma presumo di non errare analogandoti ad altri esplicitatori dei principali temi reformandi
· peccheremmo di troppa ubbidienza ecclesiastica e di "afasia" imposta,
· non ci sarebbe sufficiente collegialità nella Chiesa romana e libertà per le autonomie locali,
· imponiamo ancora il celibato ai preti e vietiamo il sacerdozio alle donne,
· riteniamo peccaminoso l'uso dei contraccettivi, puniamo i conviventi con l'esclusione dai sacramenti, saremmo omofobi.
Mentre ti inviterei ad essere meno allusivo e più esplicito (non mi pare sia stato scomunicato nessuno di quelli che proclamano l'esigenza di quelle riforme, mentre sedicenti profeti continuano ad ammaestrarci (anche con risorse diocesane, ad esempio invitati quaresimalisti) sul valore NON soterico della resurrezione di Cristo e su quel maledetto Agostino che da platonista avrebbe inventato il peccato originale), ti chiederei
- se sostieni anche tu che dovremmo rimuovere quel macigno del Concilio di Trento dalla nostra strada
- se ritieni che siano da soprassedere le encicliche dei suddetti Papi (salvo al più quelle di dottrina sociale), la loro missionarietà e insistenza sulla sfida educativa per affrontare l'emergenza educativa e la nuova evangelizzazione, ora anche con l'anno della fede, perché quella loro faccia non riformata non rifletterebbe il volto di Cristo davanti ad un mondo che invece relaziona meglio con i riformati.
Mi verrebbe da pensare che
- per mondo tu intenda solo quello buono cui la Chiesa miopemente si metterebbe contro e non anche il mondo che perseguita la Chiesa di Cristo follia per i gentili
- che tu supponga in aumento la frequenza dei fedeli nelle chiese e nelle scuole teologiche dei riformati, ancorché essi stessi le definiscano al tramonto,
ma sarei accusabile di processo alle intenzioni].
... Qualcuno ha già soluzioni. Basterebbe vedere nemici dappertutto e immaginare un cristianesimo dei puri -che ovviamente non può esistere - che non può far altro che lottare contro le forze oscure del relativismo e del laicismo ... Questo approccio, per fortuna non molto diffuso, considera nemici anche quei credenti che accettano la sfida del pluralismo dei valori, cercando un dialogo con chi la pensa diversamente: anzi questo tipo di cattolici sono considerati i più pericolosi, in quanto, ingenuamente o meno, diventano la quinta colonna dell’anticlericalismo.
[CzzC: effettivamente la Guida petrina indica nel relativismo una delle derive più minacciose per il bene comune e per la nostra fede in Gesù Cristo figlio di Dio morto e risorto, e dunque questo tuo svilire un cristianesimo che non farebbe altro che lottare contro le forze oscure del relativismo e del laicismo, configura un'accusa diretta al Magistero petrino, o sbaglio? La vedrei consonante ad uno dei noti Leitmotiv del dissenso, anche se riconosco che tu non li canti tutti così].
... È giusto e davvero necessario riscoprire i fondamenti della propria religione mentre assistiamo a un analfabetismo di ritorno di molti credenti e a una indifferenza generalizzata nella maggior parte della popolazione. Forse il clero e i fedeli dovrebbero guardare di più dentro se stessi, pensando a una formazione permanente piuttosto che a voler insegnare a tutti quale è la retta via. [CzzC: mentre qui insegni a clero e ai fedeli il meglio da farsi, dai da intendere che insegnare, educare sarebbero parole fuori moda, spiazzate dal criterio di coerenza perché sovente chi pretende di insegnare si comporterebbe indegnamente; o ti intendo male?].
Bisognerebbe creare comunità vive [CzzC: non come le folle di sventolanti bandierine bianche e gialle?] prima di bacchettare i comportamenti altrui. I cristiani farebbero meglio a rinforzare vicendevolmente la propria fede, a guardare ai poveri, a compiere un servizio liturgico gradito a Dio, a non giudicare con troppa superbia. Bisognerebbe aiutarsi a vivere il comandamento dell’amore [CzzC: quante allusioni, Piergiorgio! Ti chiederei per favore di esemplificare, facendo il nome di qualche Vescovo strettamente unito al Papa ma bacchettone incapace di creare comunità e di insegnare/vivere il comandamento dell'amore].
Solo in un secondo momento si potrebbe avere l’ardire di proporre qualcosa agli altri. Così purtroppo non è. [CzzC: mi ci metto anch'io nel così purtroppo non è, sia per i miei limiti, sia per i miei peccati, ma ciononostante ardisco proporre qualcosa agli altri, a partire dai miei figli ed amici, se lo credo buono ed altrettanto chiedo che gli altri facciano verso di me, a prescindere dalla loro coerenza: guai s’io dovessi prender la mia debolezza per misura del dovere altrui (Manzoni)].
Una vera riforma ecclesiale non può che riguardare i rapporti con il mondo e in particolare con il potere e con i beni materiali.
[CzzC:
· spero che tu non stia invocando un'altra tornata di espropri patrimoniali se la Chiesa non svendesse rapidamente i suoi per darli ai poveri;
· spero che tu non stia tifando perché l'Agenzia delle Entrate induca le scuole cattoliche parificate a pagare l'IMU;
mi potresti confermare la speranza?]
... ISA, la finanziaria della Curia trentina ... Non basta forse l’etica sociale cristiana?
[CzzC: non sono abbastanza informato sull'ISA per istruirla usando i tuoi termini, ma credo che anche gli Apostoli oggi userebbero le regole della finanza per salvaguardare il patrimonio utile al sostentamento delle opere dell'Annuncio, visto che anche Gesù con la parabola dei talenti non ci additò a buon esempio chi non li seppe far fruttare. Però, se proprio volessi dare un suggerimento ad ISA e al budget uscite della Curia e delle sue partecipate, compresa Vita Trentina, non mi limiterei a sermoni allusivi e farei una semplice proposta: pubblichino semestralmente l'ammontare delle uscite con l'elenco dei percettori che avessero ricevuto in prebende o liberalità almeno 500 euro: per pura trasparenza coram populo, non per scoprire correlazioni tra le maggiori prebende e i simpatizzanti della tua area partitica].
Fino a qualche decennio fa, almeno in Europa, la Chiesa si è presentata come un’istituzione accanto a quella statale, come l’autorità religiosa accanto a quella civile, come un necessario punto di riferimento per tutta la società. Alcuni uomini di Chiesa abbracciavano i principi, come oggi troppo spesso stanno in compagnia dei potenti, interpretando il proprio ruolo come una sorta di rappresentanti di una religione civile piuttosto che come guide di una comunità di credenti.
[CzzC: ce l'hai con il Papa che strinse la mano a Pinochet? E non sarebbe perciò guida di una comunità di credenti? Lo ha fatto anche con persecutori della Chiesa, perché rappresentanti di una nazione, quindi di un popolo amato; c'è dovizia di chiarimenti al riguardo, ma il frasario teoglib pare duro da riformare].
Là dove la Chiesa è solamente istituzione [CzzC: ancora alludi: ti chiederei per favore un esempio nominale che configuri una Chiesa fedele al Papa solo istituzione] c’è sempre il rischio che le persone qualunque la percepiscano come qualcosa di lontano, inaccessibile, autoritario.
Là dove invece è comunità i fedeli si responsabilizzano, partecipano con più assiduità, innervano al meglio anche la società. [CzzC: infatti, parrocchie e movimenti ecclesiali forniscono ottimi esempi al riguardo, mi pare; oppure intendi solo alcune parrocchie?]
[CzzC: sarei contento di leggerti in risposta ad alcune domande e in correzione fraterna nei miei confronti, ma ti son grato in ogni caso, anche solo per avermi letto fin qui; nel qual caso, come umile compenso per la fatica e la fiducia, ti passo questo link da cui potresti dedurre spunti correttivi della tua eventuale supposizione di integralismo ottuso nei mie confronti.
Un abbraccio fraterno in Cristo e il ricordo nella preghiera].