GUBERT REPLICA A CATTANI su “ossequienti alla Chiesa”

Cattani valuta negativamente l’opportunità che chi si ispira al pensiero sociale cristiano si organizzi in un proprio partito. Farlo, vorrebbe per lui dire «un’ossequienza (sic!) formale alla Chiesa, ... costruire di nuovo una società esclusivamente cattolica...» che sarebbe «impossibile, se non pericoloso per la stessa fede».

[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 31/10/2018; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

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↑2012.06.17 Trassi da VT#24 Pag 38: Dialogo aperto

Di Renzo Gubert [che risponde all’articolo di P. Cattani sul precedente numero di VT]

Un partito dei cristiani? Magari!

Caro Direttore,

Piergiorgio Cattani è diventato una voce costante della pagina di Dialogo aperto; in modo ricorrente egli presenta la sua visione dell’impegno politico dei cattolici, non di rado, come nell’edizione del 10 giugno, “addomesticando” i fatti. “Quella del cattolico in politica – afferma - è una categoria che prescinde quasi completamente da una concreta scelta di fede…” ancora a partire dai “tempi della contrapposizione ideologica di chi non era comunista o laico..”. Con “cattolico” si sarebbe contraddistinta “una sensibilità moderata, un’ossequienza (sic!) formale alla Chiesa, una visione tradizionale della società.”

Evidentemente la giovane età di Piergiorgio Cattani non gli consente di aver avuto esperienza diretta del senso dell’impegno dei cattolici in politica negli “anni della contrapposizione ideologica” e quindi gli manca il controllo di realtà. L’Azione Cattolica, la FUCI, le ACLI, GS, a Trento anche la Juventus, erano ambiti formativi di molti di coloro che poi, da cattolici, si impegnavano a vari livelli in politica, nella Democrazia Cristiana. Non erano ossequienti formali, non erano dei “moderati”. Erano laici cristiani che volevano vivere in coerenza anche l’impegno politico. La stessa Vita Trentina nel Trentino giocava fin dal ventennio fascista un ruolo rilevante, che varrebbe la pena, caro Direttore, far conoscere al giovane Cattani.

Alla svalutazione dell’esperienza storica del partito della Democrazia Cristiana Cattani aggiunge una valutazione negativa sull’opportunità che chi si ispira al pensiero sociale cristiano si organizzi in un proprio partito. Farlo, vorrebbe per lui dire voler “costruire di nuovo una società esclusivamente cattolica...” che sarebbe “impossibile, se non pericoloso per la stessa fede”. Non so da dove Cattani tragga tali considerazioni. Il pensiero sociale cristiano ha acquisito ancora nel XIX secolo (e ora siamo nel XXI!) il valore della libertà, della democrazia, del pluralismo: nessuno vuole imporre il cattolicesimo con la forza. Proprio perché “il mondo è mutato in profondità”, e i cristiani devono essere “lievito e sale”, serve un ambito nel quale, senza impegnare direttamente l’autorità ecclesiale, i cristiani si ritrovino, discutano dei problemi collettivi, propongano soluzioni sul fondamento dell’etica sociale che il magistero ecclesiale ha tratto dalla visione cristiana della vita. Lo fanno meglio in partiti che vantano la loro tradizione socialista o laico-liberista? Sarebbero sempre degli intrusi, una corrente che rompe l’unità di partito.

E proprio l’avere un proprio partito che si ispira in modo primario al pensiero sociale cristiano consentirebbe loro di condizionare il proprio sostegno politico alla tutela di valori, come la tutela della vita, della famiglia, della libertà educativa, sui quali si misura la tutela dei diritti umani fondamentali. O debbono ricorrere alla “libertà di coscienza” quando il loro partito, non ispirato alla tutela di tali valori, fa scelte contraddittorie con essi? Ho visto la violenza verbale del capogruppo PD in Senato contro qualche ex-popolare che votava in dissenso dal gruppo sulle questioni della tutela della vita dell’embrione umano! L’alternativa è fra tacere e sperare di far carriera o esporsi con voto in dissenso, con il rischio poi di pagare di persona.

Cattani termina, infine, il suo intervento invocando per l’Italia una soluzione “europea”, con due grandi partiti, come in Germania, la CDU e la SPD, affermando che la scelta di un partito o dell’altro per un cristiano sia “legittima”. Certamente non si può dire “illegittima”. Tuttavia la gran parte dei cristiani, quelli che si ispirano al pensiero sociale cristiano, più numerosi fra i cattolici, aderiscono a CSU e CDU, che a loro volta fanno parte della grande famiglia europea del Partito Popolare Europeo. La SPD è di matrice socialista, come quella della FDP è laico-liberale. Magari in Italia maturasse una struttura simile! Ho visto da vicino, al Consiglio d’Europa, per un quinquennio, come l’affiliazione al PPE testimoni una vicinanza all’etica sociale cristiana che altre affiliazioni sono lungi dal manifestare. Legittimo per un cristiano fare le scelte che giudica giuste in coscienza, ma la coscienza deve essere “retta” e bene informata. Certamente non tutti gli aderenti al PPE sentono prioritaria o semplicemente sentono la loro vocazione di laici cristiani (vi sono anche laici liberali, conservatori, progressisti, ambientalisti e mussulmani), ma la loro ispirazione non li porta in contraddizione con il pensiero sociale cristiano, ed è questo che per un cristiano impegnato in politica conta!

Cattani parla di dilemmi per i cattolici in politica, ma poi di dilemma non c’è niente; tutto è chiaro, alla fine. La scelta opportuna è quella che lui ha fatto, far parte del PD, al pari di altri cattolici. Spero che per Vita Trentina non sia tutto così chiaro.

Cordiali saluti,

Renzo Gubert