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modificato 21/10/2017 |
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Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità: contrassegno miei commenti in grigio rispetto al testo attinto da altri. |
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Pietra d'angolo della Chiesa è Gesù Cristo e alla Chiesa non viene a mancare quello Spirito che Gesù stesso le ha promesso come accompagnatore fino alla fine dei secoli. |
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Riempie le pagine dei giornali lo scandalo scoppiato in Vaticano. La domanda che mi interessa porre riguarda gli effetti che questi scandali possono avere sui credenti e approdare ad una visione chiara, nel senso di teologicamente corretta della Chiesa.
Riempie le pagine dei giornali lo scandalo scoppiato in Vaticano. Finora è stato arrestato ed è sotto torchio degli indagatori Paolo Gabriele, maggiordomo degli appartamenti pontifici, per aver sottratto documenti riservati consegnandoli alla stampa. Ma si scommette che non è il solo, anzi, si dà per certo che è l'ultima ruota del carro, perché sarebbero coinvolti e in funzione di regia monsignori e cardinali. Si aggiunga il licenziamento in tronco di Gotti Tedeschi dalla direzione dello Ior, la banca vaticana, e c'è materia abbondante per scrivere un altro “Codice Da Vinci”, ma anche per il gossip. Corrado Augias, che riempie i suoi scritti ma anche i suoi programmi televisivi di sospetti e insinuazioni, ha preso in mano i libri di storia ed è andato a ripescare Bonifacio VIII, i Borgia, su su fino a Pio XII e alla morte improvvisa di Papa Luciani, per dire che il Vaticano e la corte pontificia sono da sempre teatri di intrighi e misteri. Non escluse le bolge pruriginose.
Ora, che ci fossero cordate contrapposte all'interno della curia romana era già evidente con il caso Viano, il vescovo allontanato con un “promoveatur ut amoveatur”, mandato come nunzio apostolico in America. Ma io non voglio seguire queste piste. La domanda che mi interessa porre riguarda gli effetti che questi scandali possono avere sui credenti e approdare ad una visione chiara, nel senso di teologicamente corretta della Chiesa. So che c'è chi si scandalizza al punto da uscire dalla Chiesa. Ci sono stati esempi anche recenti di ripulsa per avervi trovato incomprensione, sordità ad appelli che ritiene profondamente cristiani. Questi scandali non possono non rattristare. Si è potuto leggere che anche Benedetto XVI di fronte all'ultimo scandalo con annessi arresti e destituzioni è rimasto allibito e si è commosso fino al pianto. Né si può dire che quella non è Chiesa. Sono uomini di Chiesa e fanno parte dei vertici di quella struttura che la Chiesa si è data per dare delle direttive e gestire i rapporti con l'universo mondo. Non si può dire però, facendo di ogni erba un fascio, che il Vaticano è tutta la Chiesa. Eppure è invalso nei mass media ma anche tra i cristiani dire “la Chiesa” quando si parla della gerarchia e del Vaticano. Una distinzione necessaria. La faceva già il vescovo Oscar Romero quando, criticato dai suoi stessi confratelli vescovi e dalla curia romana, si rassicurava dicendo: “Cristo però non me lo toglie nessuno”. E gli fa eco oggi quella suora statunitense che, criticata dalla Curia romana per le sue scelte pastorali di servizio giudicate “off limits”, risponde che “la vite è Cristo e non il Vaticano”.
E' in questo senso che si può rispondere a chi considera queste crisi e questi scandali come preludi al tramonto della Chiesa riflettendo che essa è costituita sopra la roccia e i venti che la agitano non riusciranno ad abbatterla. Sono precisazioni che già facevo a scuola quand'ero catechista alle superiori. Mi accorgevo subito quando i professori di storia erano arrivati al Cinquecento, perché gli alunni venivano a dirmi quasi a mo di sfida: “Però, anche i Papi hanno avuto amanti e figli”. Al che io ribattevo: “il bello è che non sapere quanti!”. E non lo dicevo per scusare gli scandali, perché anzi rincaravo la dose di esecrazione. Ma poi facevo lezione di ecclesiologia dalla quale emergeva che pietra d'angolo della Chiesa è Gesù Cristo e che alla Chiesa non viene a mancare quello Spirito che Gesù stesso le ha promesso come accompagnatore fino alla fine dei secoli.
L'atteggiamento da assumere da parte dei credenti scossi anche da questi scandali, lo trovo ben descritto in tre versi di David Maria Turoldo, di cui quest'anno ricorre il ventesimo anniversario della morte. Canta Turoldo: “Mia Chiesa amata e infedele / mia amarezza di ogni domenica / Chiesa che vorrei impazzita di gioia”.