modificato 22/12/2016

 

Scola teme il ritorno alla violenza: rivitalizzare la societą civile

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Traggo da <adnkronos e corriere>:

 

Roma, 23/12/2011. (Adnkronos) - "Dobbiamo considerare con molto realismo l'effettiva gravita' della crisi economico finanziaria. Pero' in tutti questi anni ho sempre avuto la percezione che la categoria di 'crisi' da sola non riesca ad esprimere tutto quello che c'e' in gioco". Lo sottolinea il cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano, in un' intervista al 'Corriere della Sera'. Dice Scola che "quel che e' avvenuto ha come orizzonte la mutazione inedita che si e' prodotta dopo la caduta dei muri. Dopo la fine delle utopie del XX secolo, si sono succeduti rapidissimamente cambiamenti, piu' che epocali, inediti: la civilta' delle reti, la globalizzazione, la mutazione della percezione corrente della sessualita' e dell'amore, la possibilita' - irta di rischi - di mettere le mani sul patrimonio genetico, i grandi sviluppi della fisica micromolecolare che indaga l'origine del cosmo - si pensi alla cosidetta 'particella di Dio' - e poi il meticciato di culture, i flussi migratori...Mi pare chiaro che, se noi collochiamo la lettura della crisi all'interno di questo travaglio inedito, non ne usciremo. Una ricetta tesa ad individuare ricette tecniche non basta". Il cardinale Scola riflette sul fatto che "una volta si affrontavano i problemi di dialettica interna allo spazio europeo con la guerra. Ora li stiamo affrontando con lo spread: speriamo che dallo spread non si ritorni alla violenza". Un timore che l'arcivescovo di Milano spiega cosi': "non penso ad una guerra intraeuropea. Temo che i disequilibri del pianeta possano esplodere la' dove la guerra e' gia' in atto o incrociare la delicatissima evoluzione del Nord Africa. La speranza affidabile e' che ci si muova tutti: la casa brucia. Per uscire dall'attuale 'impagliatura', l'Europa - ammonisce Scola - deve ritrovare il meglio della sua storia. Solo cosi' si potra' rivitalizzare la societa' civile".Sul piano politico, Scola denuncia che "c'e' un deficit della politica. Dobbiamo ripensarla in termini radicali" e sottolinea che "sull'Ici si fa un gran polverone". Quanto all'era di Berlusconi, Scola dice che "e' presto per dare un giudizio complessivo".

 

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