Giuseppe Delfrate: quale visione di chiesa oggi
«La dottrina sociale della Chiesa - poco conosciuta, sia dai presbiteri che dai fedeli laici - non è più la bussola di orientamento dei cristiani» [CzzC: ritengo invece che lo sia assai per i fedeli tacciati di cieca ubbidienza al Magistero petrino da aquile nostrane che negligono il valore dell’OBBEDIENZA; con l’occasione permettimi qualche domanda in aiuto al discernimento ...]
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Pagine correlate: Franco Monaco, protestantizzazione della chiesa in ermeneutica di rottura; il Margine; scuola di Bologna
↑2011.11.28 traggo da VT#47 Pag 39: Dialogo aperto
Quale visione di Chiesa, oggi?
[CzzC: questo articolo ho trovato su VT il 17/01/2012, rimandato da quest’altro; con CzzC prefisso come al solito i miei commenti, che formulo non con intento polemico, ma come tentativo di correzione fraterna, commenti che, se riuscirò a trovare il contatto, cercherò di comunicare a G. Delfrate, sia per fraterna cristiana trasparenza, sia per averne a mia volta correzione fraterna, sia per avere un’eventuale risposta alle DOMANDE postegli, che girerei al gruppo di mini rassegna stampa].
Complessivamente, la Chiesa italiana, da alcuni lustri, sta dimostrando di essere più propensa a giocare in difesa dello status quo, che ad essere propositiva e missionaria per rievangelizzare i battezzati [CzzC: allusione gratuita caro Delfrate: ti CHIEDEREI per favore un esempio calzante con nomi date e documenti a riprova della tua tesi accusatoria. Io te ne porto uno, il progetto di nuova evangelizzazione; se me lo chiedessi te ne porterei altri] i quali, molto spesso, nella vita quotidiana, sono poco coerenti con il Vangelo e il messaggio delle Beatitudini [CzzC: come sempre nella Chiesa, a cominciare da noi due]. La dottrina sociale della Chiesa - poco conosciuta, sia dai presbiteri che dai fedeli laici - non è più la bussola di orientamento dei cristiani [CzzC: ritengo invece che lo sia assai per i fedeli tacciati di cieca ubbidienza al Magistero petrino da aquile nostrane che negligono il valore dell’ubbidienza; con l’occasione permettimi una DOMANDA: ti ritrovi davvero sincero e lineare invocando così rispettosamente la dottrina sociale della Chiesa, mentre qui tributasti una doppia condivisione a questa sentenza di Franco Monaco «si richiede l’elaborazione di un pensiero e di una proposta politica per il paese, che è cosa affatto diversa dalla mera recitazione della dottrina sociale della Chiesa»: davvero sincerissimo e lineare?].
Recentemente, almeno a Brescia, sono emerse ben tre posizioni di Chiesa cattolica, ispirate e sorrette da visioni diverse di società [CzzC: credevo fossero molte più di 3 in ambito di visioni socio-politiche ..., ma forse intendi le 3 prevalenti ? o perché 3 è numero magico caro anche al ripetutamente condiviso Franco Monaco?]
La Chiesa montiniana e del Concilio, che nel bresciano affonda le sue radici nel movimento cattolico guidato dal beato Giuseppe Tovini e Giorgio Montini, i padri “filippini” della Pace, tra cui padre Giulio Bevilacqua; quindi Giovan Battista Montini, allora assistente nazionale della Fuci, cardinale di Milano e, poi, papa.
Dagli anni '60 del secolo scorso i punti di riferimento sono stati Giovanni XXIII e Paolo VI; i papi del Concilio. Non possiamo dimenticare come la grande assise conciliare abbia prodotto un ampio rinnovamento nella Chiesa, attraverso il suo instancabile Magistero rivolto a tutti i cristiani, anche non cattolici, e a tutte le persone di buona volontà, sparse nel mondo intero [CzzC: non più con GP2° e B16°?].
Ricordiamo, pure, che l’ansia di dialogo della Chiesa con il mondo contemporaneo sono i capisaldi contenuti nella Gaudium et Spes, voluta dallo stesso Paolo VI. [CzzC: ricordiamo anche che Paolo VI fece la vituperata Humanae vitae contro il parere di cattolici adulti e democratici che probabilmente applaudi; ricordiamo anche che gli parve di vedere il fumo di Satana infilarsi nelle crepe della Chiesa anche se probabilmente non veniva da tizzoni tuoi].
Dopo alcuni decenni, [CzzC: ti riferisci al papato di GP2°? Se sì, non mi meraviglierei; ti narro che un primario catechista locale sostiene che il papato di GP2° è stato distruttivo per la Chiesa e non basteranno 20 anni per ripararne gli errori per come emarginò i teoglib; gli dissi che poteva anche pensarla così purché non catechizzasse parimenti i ragazzi confondendoli, ma mi strapazzò in CPP rivendicando il diritto di catechizzarli in tal senso aprendo loro gli occhi con le tesi di Hans Küng che forse anche tu applaudi] da quella grande stagione di speranza, post conciliare, avvertiamo un certo scollamento nella vita e nella pastorale della Chiesa rispetto alle indicazioni contenute nei testi approvati dai Padri conciliari [CzzC: altra allusione gratuita: ti DOMANDO per favore un esempio con nomi, date e documenti]; dei quali si nota una scarsa conoscenza, sia nel clero meno anziano che nei fedeli [CzzC: tu no, li conosci bene si direbbe, ne conosci bene l’ermeneutica: soprattutto l’ermeneutica di rottura suppongo; ti CHIEDO per favore di dirmi se sbaglio].
Va annotato che, mentre diverse associazioni ecclesiali, in primis l’Azione Cattolica [CzzC: permettimi una domanda a mo’ di celiare: intendi anche quell’AC, Monaco guidata, che tanto recepì il termine sussidiarietà della dottrina sociale della chiesa da scrivere che ha ben altro di più NOBILE cui badare, la democrazia, ad esempio? Qui scusami, so di sbagliare, perché ho tanti amici di AC che son ben altro rispetto a quanto potrebbesi dedurre da questo misero esempio], avevano sposato integralmente le tesi del Concilio, il movimento di Comunione e Liberazione [CzzC: ma non sarebbero i ciellini gli integralisti per antonomasia?], che si è affermato dopo la stagione conciliare, non ha mai accettato la distinzione della sfera politica dalla dimensione religiosa, rifiutando, di fatto, ogni forma di confronto e di dialogo con tutte le componenti culturali e sociali della comunità. [CzzC: ti CHIEDO per favore un esempio di questo rifiuto, con nomi date e documenti; perché? Perché mi risulta quasi il contrario conoscendone alcuni, mi risulta cioè che quelli di Cl riescano a dialogare con ebrei e buddisti, ortodossi e anglicani, con radicali e verdi, perfino con i Fratelli Musulmani con i quali nel 2010 fecero il Meeting del Cairo, vari membri dell’arco parlamentare (vedi gruppo per la sussidiarietà) e anche con il segretario del più grande partito della coalizione che forse preferisci].
Senza una chiara distinzione dell’impegno civile da quello religioso prevale, nei ciellini, una visione di Chiesa ancorata al potere economico e politico [CzzC: la politica c’entra con la vita quindi con l’impegno civile e con l’economia; permettimi un’altra DOMANDA: ritieni forse che solo i cattolici della coalizione tua preferita possano occupare posti di comando nelle strutture economico-finanziarie e mediatiche legate al governo politico ed ecclesiastico della nostra PAT?]
Ne è prova come la Compagnia delle Opere - che è espressione diretta di C.L. - condizioni, pesantemente, ogni scelta sociale di quei soggetti che vogliano operare in autonomia [CzzC: parvemi accusa tanto grave quanto priva di esempio concreto in termini di nomi, date documenti: te ne CHIEDO per favore anche uno solo per cominciare, e vedresti quanto sarebbe facile trovare l’esempio simmetrico in certe coalizioni di governo PAT che forse godono la tua preferenza; ti voglio agevolare precedendoti con un esempio mio, di quella coop che la scorsa estate osò pretendere autonomia di approvvigionamento rispetto all’indicazione del vertice della fed: ricordi come le fecero rimangiare la delibera di libertà di scelta, ricordi quel famoso “che fai, mi cacci?”. Però non ci faremmo correzione fraterna ma solo polemica sterile se ci misurassimo sul piano partitico a colpi di rinfacciate: nessun aggregato partitico o socio-economico o sportivo o massonico o clericale è scevro dal trovarsi talvolta a condizionare pesantemente le scelte di quei soggetti che vorrebbero operare in autonomia: non a caso nacquero gli anarchici e per questo vige di grazia un pluralismo di partiti e per questo non cesserà di accadere che il proprio partito o il proprio clan o la propria chiesa o il proprio comitato dei maccheroni ci paiano meglio degli altri e soprattutto meglio degli avversi concorrenti sui quali è inevitabile la dialettica di difesa/prevalenza, che spiace quando degenerasse in ricorso giacobino al discredito o alla criminalizzazione, ma converrai che è meglio l’avversità di partiti liberamente eletti che l’anarchia, mentre per le strutture che non siano democraticamente elette, come certe chiese, fondazioni o logge, la garanzia di liceità e libertà starebbe nella responsabilità del gruppo guida avente un volto primario (universalmente riconosciuto e operante alla luce del sole) e nel diritto dei fedeli di cambiar credo senza temere alcun male fisico, diritto che è notoriamente violentato anche da leggi di stati che siedono nella commissione ONU per i diritti umani e quando desiderassimo invitare i più moderati di loro, dialoganti con noi, affinché perorassero questa causa di libertà coi loro regimi fatwanti, potremmo venire contestati così].
Questo modello di Chiesa trova ampio consenso e sostegno anche nell’alta gerarchia ecclesiastica [CzzC: e dagli con l’alta gerarchia! Spero che anche tu non sia uno di quelli cui essa sta sullo stomaco, perché vorrebbero che la baracca fosse guidata democraticamente a partire dalle loro idee, anche a costo di ridurci come i riformati che, a detta di Mancuso, proprio loro, i massimi cultori della Parola, finiscono per non capirsi più e ritirano la patente alla papessa (non mi dire che al Papa non ritirano la patente per guida in stato di ebbrezza perché lui ha l’autista). Quelli che? Siccome non ti voglio imitare nelle allusioni, ecco qualche esempio ...]..
C’è infine la Chiesa sostenuta, principalmente, dalla Lega [CzzC: e dagli ancora con la partitica; ma non hai capito che la fede cattolica è tutt’altra cosa? Non sono un leghista, ma mi pare un po’ rozza l’analisi socio-politico-religiosa che manicheamente toglierebbe la patente di cattolicità alla sinistra perché sarebbe abortista (non volendo abolire la 194) e alla destra perché sarebbe razzista (votando leggi punitive degli immigrati clandestini); permettimi un’altra DOMANDA: non sarai mica anche tu come una locale primaria catechista di teoglib che in corso Rosmini aggredì verbalmente un gazebo della Lega per ritirare loro la suddetta patente per la suddetta infrazione; eppoi, chiesa leghista con il capo della Lega che non va a comunicarsi nemmeno a Pasqua? Mah!]; ancora legata al Concilio di Trento [CzzC: suppongo che anche tu concordi che il dialogo ecumenico sarebbe più spedito se non avessimo sulla nostra strada quel macigno del Concilio di Trento. O sbaglio?], che si basa sulla difesa dei simboli, e di un modello sociale che univa le comunità civili e religiose fino a 40 anni fa, ma che oggi non si riscontra più, neppure nei piccoli paesi. Un simile modello di Chiesa, che fa breccia anche in giovani preti, rivendica un passato che non ritorna, ed osteggia ogni tentativo di dialogo con le altre religioni. Infatti sono contrari, in modo pregiudiziale, a stabilire un rapporto di reciproco rispetto nei confronti dei tanti immigrati che vivono nelle nostre comunità, accanto a noi. Si oppongono, in modo strumentale, a permettere ai mussulmani di aprire luoghi di culto (moschee).
Complessivamente, la Chiesa italiana, da alcuni lustri, sta dimostrando di essere più propensa a giocare in difesa dello status quo, che ad essere propositiva e missionaria per rievangelizzare i battezzati [CzzC: clicca qui], i quali, molto spesso, nella vita quotidiana, sono poco coerenti con il Vangelo e il messaggio delle Beatitudini [CzzC: a cominciare da noi due].
La dottrina sociale della Chiesa - poco conosciuta, sia dai presbiteri che dai fedeli laici - non è più la bussola di orientamento dei cristiani, per un’azione qualificante da svolgere nella “Città dell’uomo”. Ne è prova il fatto che, pure l’Enciclica sociale di Benedetto XVI, la Caritas in Veritate, non è stata molto illustrata ed approfondita nelle comunità parrocchiali. [CzzC: a mio avviso menti: ho assistito a numerosi incontri e tanti altri ne ho visti calendarizzati, ed ho letto articoli a bizzeffe, anche in serie mensile sui notiziari interparrocchiali; il problema è un altro, sempre quello dell’ermeneutica di rottura, per cui a qualcuno, e forse anche a te, non piace che il Papa abbia parlato di Caritas in Veritate, ma preferirebbe la Veritas in caritate; non piace che il Papa abbia scritto la Deus Caritas est, ma preferirebbe sostenere che la Carità è Dio e che l’unico criterio col quale saremo giudicati sarà solo quello della carità puramente materiale; tutta questa fregola di democraticizzare la Chiesa scimmiottando i riformati mi par mossa non solo dalla voglia di migliore sequela di Cristo, ma anche dall’intento (come fu dei prìncipi che usarono Lutero) di mettere o mantenere le mani sul potere economico-mediatico curiale e il relativo consenso indotto, soprattutto nella nostra Regione dove governo laico e curiale gestiscono rispettivamente un budget di spesa pro capite tra i più elevati del mondo, con interessi incrociati]. E meno ancora i parroci inseriscono il Magistero sociale nel programma dell’anno pastorale [CzzC: anche qui mi par che menti: quelli che conosco io lo inseriscono eccome, ma poi debbono perdere un sacco di tempo a raccattare cocci dispersi da capi catechisti teogliboni che insegnano ai bambini il Magistero orco: alludo? No, esemplifico].
Il risultato di tale impostazione lo si può riscontrare dalla indifferenza manifestata, anche dai più assidui frequentatori alla Messa domenicale, verso l’illegalità diffusa e il degrado morale che ha coinvolto i vertici delle Istituzioni dello Stato italiano; quasi che non riguardasse degli stili di vita, negativi, che si diffondono.
Dobbiamo rivisitare, con piena apertura d’animo, tutto l’insegnamento conciliare.
Per quanto mi riguarda, con il grande bagaglio di formazione sociale ricevuta a suo tempo, vorrei tanto poter contribuire [CzzC: che fai, ti candidi? In Trentino troveresti ponti d’oro; potresti cercare un certo Grigolli, che sicuramente apprezzeresti, per perorare la tua candidatura per il sinodo dei laici trentini se già non ne facessi parte; lì lo svileggiamento di Cl fa gran chiasso e gote rosse; Grigolli? Sì quello che vorrebbe che dal sinodo uscisse una pastorale più coraggiosa senza le vedute e i timbri di Roma, perché Roma non è solo il Vaticano e la CEI non è solo il suo presidente; alludo? No, esemplifico] a consolidare la Chiesa del Concilio, una Chiesa libera dal potere, ancora in grado di rinnovare la scelta preferenziale dei poveri [CzzC: intuisco che sei filo-teoglib e tu intuisci che io no; ma, battute a parte (e perdonamene qualcuna fuori riga), l’importante sarebbe che entrambi fossimo innamorati di Cristo perché vediamo la sua Presenza qui ed ora nella nostra comunità di fede e che gli prestassimo i nostri limiti per configurare questa sua Presenza, affermandola come motrice del nostro occuparci di poveri in fame (ad es. raccogliendo e distribuendo pacchi alimentari), di poveri in testa (ad es. assistendo qualche autistico, o evitando qualche esaurimento o qualche separazione coniugale), di poveri anziani (ad es. pulendo loro il cesso almeno una volta alla settimana), di studenti (ad es. offrendo loro aiuto nel metodo di studio), di piccoli (ad es. aiutando i genitori entrambi lavoratori che non riescano ad accudirli abbastanza), di malati e di barboni, ...eccetera; affermando questa Presenza motrice del nostro agire in stretta unità col Magistero petrino sai che poco mi edificano quei teogliboni che fecero gran chiasso coi Missionari in sala Depero della PAT per tirar acqua al loro mulino ideologico, anche aggredendo verbalmente un Vescovo che scendeva dalla predella reo di essersi formato in ambiente ciellino: la maggior parte di quei teogliboni sono noti dipendenti pubblici o para-tali prossimi a non misera pensione, arroccati in difesa di privilegi retributivo-pensionistici (conquistati a forza di chiasso in piazza dopo il ’68) che indussero in IT il conflitto generazionale più grande del mondo; speriamo in Monti? Anche, ma soprattutto confidiamo nella salvezza portataci da Cristo, ancorché da queste parti paghino con soldi diocesani un certo Mancuso invitato quaresimalista a catechizzarci che non è necessario credere nella risurrezione di Cristo per essere salvi e sarebbero stati scritti postumi quei passi del Vangelo che attribuiscono valore soterico alla Risurrezione di Cristo.
Non sono ironico, ma sincero nel concludere chiedendoti un abbraccio fraterno in Cristo e sperando che tu me lo conceda. CzzC].
Giuseppe Delfrate