Massoni del GOI, in tandem coi radicali, ATTACCANO IL NON PROFIT CATTOLICO E L’8X1000
<termp> Gustavo Raffi GM del GOI sermona che si congeli per tre anni l’8 per mille e s’impongano tasse su tutti «gli edifici non destinati al culto»: comprese mense dei poveri, case di accoglienza, oratori, ostelli, scuole, musei...?. L’elenco della mannaia anti-solidale si precisa in bocca di Mario Staderini segretario dei radicali. [CzzC: c’è anche la Cgil è far banda con massoni e radicali nell’attacco alle scuole paritarie e al resto della sussidiarietà cattolica]
[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 23/06/2019; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]
Pagine correlate: vuolsi soffocare; accuse di privilegi.IMU; matrici contro anche con referendum; quanto risparmia lo stato?
↑2011.08.29 <termp Goi> Raffi (GOI): allo Stato chiediamo di cancellare privilegi ed esenzioni e di sospendere l'8 per mille per tutto il periodo della manovra
↑2011.08.27 Traggo da Avvenire p1 CHIESA E NON PROFIT, ORIGINE DI UN ATTACCO
QUALCOSA CHE IMPRESSIONA (di Marco Tarquinio)
Impressionante. Impressionante la realtà dell’evasione fiscale. Impressionante la disattenzione verso quell’immenso e bistrattato valore e quella portentosa (ma non inesauribile) risorsa che è la famiglia, e la famiglia con figli. Impressionante la campagna politico-mediatica che è stata scatenata contro la Chiesa per il solo fatto di aver detto tutto questo. E aver ricordato a chi ha il compito di governare e di fare le leggi che, in un tempo esigente e duro di manovre difficili e di seri sacrifici, gli italiani attendono – e finalmente meritano – scelte giuste e utili per la preziosa risorsa famiglia e contro la sottrazione di risorse operata da chi evade le tasse. «Più famiglia e uno stop all’evasione», titolavamo il 20 agosto scorso su questa prima pagina, continuando la nostra preoccupata analisi delle sfide che stanno davanti alla classe dirigente di questo Paese e rilanciando la riflessione e l’appello del presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco. Un appello che sembra essere stato ben compreso da quanti, in Parlamento e nel Governo, lavorano per un’equa correzione della manovra-bis d’agosto. Le immediate reazioni bipartisan favorevoli lo hanno segnalato a dovere.
Che sia questo il problema? Che sia insopportabile questo vasto convenire, e non per piccole convenienze, su problemi veri della nostra società nazionale posti in primo piano dai cattolici (gente che dell’Italia vera sa qualcosina...)? O forse il problema è che non si deve far arrivare in primo piano la famiglia, quei quasi 15 milioni di nuclei di persone sposate e, spesso, con figli a carico che non riescono a ottenere il riconoscimento sancito in Costituzione e una cittadinanza fiscale piena? O, ancora, il problema è che non ci si deve neanche azzardare a porre la questione dell’evasione fiscale? Viene da rispondere sì a tutte queste domande niente affatto retoriche. Soprattutto all’ultima. È potente il partito dell’evasione, quella vera: grossa, grassa e sfottente per i milioni e milioni di 'dipendenti' e anche per tutti quegli 'autonomi' che s’arrabattano e quando evadono, poco o nulla, lo fanno per disperazione. È potente, secondo analisti e commentatori insigni, ed è «intoccabile» perché elettoralmente determinante. È potente e conta – scopriamo con crescente sorpresa – su alleanze insospettabili, sia nelle redazioni di vasti e radicati gruppi mediatici sia in quelle di giornali corsari.
Ma non riusciamo proprio a vederlo coincidere il partitone dell’evasione con il partitino (pannelliano) più amato e amplificato da certi colleghi e più fervente nello spacciare leggende nere e cifrati anatemi contro la Chiesa e il mondo del non profit (evidentemente per costoro troppo inquinato, anche nella sua parte laica, dal 'solidarismo' e dal 'vitalismo' cristiano). Eppure almeno un retroscena ce l’ha, e per niente raccontato, la contro-campagna mediatica fatta scattare (a suon di numeri a casaccio e falsità ripetute ossessivamente) per tentare di far deragliare la campagna a marchio 'cattolico' pro-famiglia e per un fisco giusto, amico della famiglia e uguale per tutti. È un retroscena, che si condensa in un marchio d’origine. Ma basta riandare al 19 agosto. Parla alla radio, al mattino, il cardinal Angelo Bagnasco, e parla chiaro: Arrivano consensi, promesse, impegni. Nel pomeriggio, però, brontola e tuona l’avvocato Gustavo Raffi. È l’ordine d’attacco: dev’essere detto che la salvezza dell’Italia in crisi sta nel colpire la Chiesa. Si congeli per tre anni l’8 per mille e s’impongano tasse su tutti «gli edifici non destinati al culto». Tutti. Mense dei poveri, case di accoglienza, oratori, ostelli, scuole, musei... E sull’altarino anticlericale si sacrifichino pure, visto che non se ne potrebbe fare a meno, «tutti gli altri enti» (religiosi e non profit). Sul far della sera, l’elenco della mannaia anti-solidale si precisa in bocca a un esperto della materia, l’avvocato Mario Staderini. E la campagna s’intensifica.
Ho dimenticato qualcosa? Già che cosa d’altro fanno nella vita i due abili avvocati. Staderini è il segretario in carica del Partito radicale. Ovvero la metà esibita del marchio d’origine della campagna anti-Chiesa (e non profit). Raffi è, invece, il gran maestro del Goi, ovvero «la più antica e numerosa comunione della massoneria italiana ». L’altra metà del marchio, quella più discreta. Un film già visto. Ma vederlo di nuovo in circolazione con pronti e potenti strombazzamenti mediatici, un po’ di impressione la fa lo stesso.
Da pagina 3 La campagna anticattolica: da 4 anni le stesse bugie (di UMBERTO FOLENA)
Freezer e microonde sono il toccasana in tante cucine. E pure in certe redazioni. Proprio ieri un 'settimanale di politica cultura economia' (la copertina è qui sopra) lanciava una roboante inchiesta dal titolo «La santa evasione», così riassunta: «I vescovi lanciano l’anatema contro chi non paga le tasse, ma i patrimoni della Chiesa vivono di agevolazioni ed esenzioni. Ecco la mappa di un tesoro che conta un quinto degli immobili italiani. E per legge sfugge alla manovra».
La fonte principale? Tenetevi forte: è il libro di Curzio Maltese La questua, del 2008, che riprendeva l’inchiesta pubblicata dal quotidiano La Repubblica, in sette puntate dal 28 settembre al 17 dicembre 2007. Nient’altro di nuovo, se non un misterioso «altro libro» di Piergiorgio Odifreddi, che accuserebbe la Chiesa di un’evasione doppia, rispetto a quella denunciata da Maltese.
A sconcertare è l’assenza totale di fonti che i lettori possano controllare. Si citano vaghe «stime» e «calcoli», magari dei «Comuni». Tutto così generico da risultare inattendibile. Si dice, si ripete, si ridice che «la Chiesa non paga l’Ici», ma da quattro anni non facciamo che ripetere la verità: la Chiesa paga l’Ici per tutti gli immobili di sua proprietà che danno reddito, a cominciare dagli appartamenti (vedi la lettera del parroco romano in questa pagina) e dai cinema con caratteristiche commerciali. E se qualcuno non paga ma dovrebbe pagare, sbaglia e va fatto pagare. Ma chi?
L’inchiesta, se così la si può definire, non lo dice. Sbrina e riscalda. E insinua. Afferma che a Roma gli immobili del Vaticano sono grandi evasori. Ma non si prende la briga di chiedere all’Agenzia delle Entrate della capitale l’elenco degli enti non commerciali contribuenti. Comprensibile: se fosse una vera inchiesta, dovrebbe spiegare che Apsa (Amministrazione del patrimonio della Sede apostolica) e Propaganda Fide sono al secondo e al terzo posto tra i contribuenti, dietro un importante istituto di previdenza. Quindi paga, eccome se paga. Ma poiché il teorema esige che evada, le cifre dell’Agenzia vanno oscurate, altrimenti farebbero saltare il teorema. Son fatte così queste 'inchieste'. Perfino la Caritas romana viene messa nel mirino come «proprietaria» di ben 70 immobili. La Caritas non «possiede » nulla ma gestisce, in effetti, mense e comunità di recupero per ex tossicodipendenti, case per malati terminali di Aids o per giovani madri in difficoltà... che per il gruppo guidato da Carlo De Benedetti, così in sintonia con le parole d’ordine e le campagne di Radicali italiani e Massoneria italiana, devono fruttare ampi redditi, e quindi vanno ben spremuti.
Nulla di nuovo, dunque. Anche se con ineffabile faccia tosta qualcuno afferma che la Chiesa manterrebbe un imbarazzato silenzio e non avrebbe mai smentito nulla, tutto è già stato ampiamente confutato dal 2007 in poi; ma la campagna militare esige l’applicazione del mobbing mediatico: so perfettamente che ci sei, mi rispondi e cerchi il dialogo, ma ti ignoro e faccio come se tu non esistessi. Via allora con le cifre sparate a casaccio senza citare fonti controllabili. Così gli immobili di proprietà della Chiesa cattolica, in Italia, ieri erano il 30 per cento, oggi calano al 22 e domani chissà... palesi enormità, avvalorate da numeri che si riferiscono a Roma, dove però tutte le congregazioni religiose del mondo hanno una 'casa madre' o una rappresentanza, e molte Conferenze episcopali nazionali hanno i loro collegi dove ospitano i propri studenti che frequentano le Pontificie università. Che un collegio di seminaristi o giovani preti, che studiano e pregano, collegio che non produce reddito alcuno ma ha soltanto dei costi, debba pagare l’Ici è una palese sciocchezza. Nessun istituto d’istruzione la paga.
Ma la campagna contro la Chiesa non teme le sciocchezze. Leggiamo infatti l’elogio dell’emendamento dei Radicali «che farebbe cadere l’esenzione dall’Ici (...) per tutti gli immobili della Chiesa non utilizzati per finalità di culto», con questo elenco: «Quelli in cui si svolgono attività turistiche, assistenziali, didattiche, sportive e sanitarie, spesso in concorrenza con privati che al fisco non possono opporre scudi di sorta». La scure decapiterebbe anche innumerevoli ong, enti di promozione sportiva laicissimi, scuole non cattoliche, realtà culturali, politiche e sindacali. Un massacro. E costerebbe una cifra inaudita (la sola scuola paritaria, pubblica esattamente come la statale, fa 'risparmiare' 6 miliardi all’anno) a uno Stato costretto a intervenire là dove la Chiesa, e altri, sarebbe costretti a mollare. Ma che importa? La furia demagogica ha bisogno di un facile bersaglio da additare all’odio popolare. E intanto gli evasori, quelli veri, gongolano.
↑2010.05.27 Va in onda il disprezzo per la libertà di educazione: assemblea scolastica con visione del programma, REPORT contro la scuola libera (che narrava di scuole private con interviste a mamme ingioiellate); poi sono intervenuti i politici della e il rappresentante della Cgil sparando a zero contro le scuole pritarie sostenute anche da fondi pubblici. [CzzC: la Cgil è fa banda con massoni e radicali nell’attacco alle scuole paritarie e al resto della sussidiarietà cattolica]