|
|
ultima modifica il 18/02/2020 |
|
|
La legge delle Comunità di valle trentine non intende sussidiarietà orizzontale ma verticale |
Correlati: persona, dignità, libertà, statalismo, cittadinanza, non profit |
|
Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità: contrassegno miei commenti in grigio rispetto al testo attinto da altri. |
|||
|
L’introduzione del livello istituzionale “Comunità di valle” in Trentino è giustificato in nome della sussidiarietà, ma intesa tra organi della P.A. (sussidiarietà verticale), non la sussidiarietà erogata dai corpi intermedi della società (sussidiarietà orizzontale) come intesa dalla Dottrina Sociale della Chiesa. Etica e solidarietà necessitano di sussidiarietà, se non ti basta lo stato come essenza dell’eticità. |
|
|
Mi permetto di commentare questo articolo di Comunità in cammino notiziario interparrocchiale, di cui sono un sostenitore, perché è afferente ad un tema, quello della sussidiarietà, che ritengo tra i più importanti nella Dottrina sociale della Chiesa (DsdC). La libertà del mio commentare muove anche dalla circostanza che l’articolo non è firmato: pertanto l’autore (o gli autori) non vogliano sentirsi direttamente appuntati se in qualche mia espressione cogliessero dissenso, nel senso che mi sarei aspettato più chiarezza nel discernimento dei significati del termine sussidiarietà, in specie tra l’intendimento proprio della DsdC e quello della cultura partitica dominante (sussidiarietà tra livelli istituzionali della P.A.) e qui invocante l’attuazione della legge 3; sono pronto a riparlarne e a ricevere correzione fraterna. |
Traggo da “Comunità in cammino” 9/2010 pag 5e6 - approfondimenti Pastorale del Lavoro
Ottobre, tempo autunnale, legato alla conclusione della raccolta dei frutti, ma per il Trentino, mese in cui si è chiamati ad eleggere il Consiglio amministrativo delle Comunità di valle …[CzzC: Le Comunità di valle sono un nuovo soggetto dell’amministrazione pubblica (P.A.) inventato di recente in Trentino con competenze intermedie tra Comuni e Provincia Autonoma di Trento, ancora acclarabile per costituzionalità]… Esse hanno lo scopo di favorire la responsabilità sul territorio, l'autonomia condivisa delle istanza locali, di saper coinvolgere maggiormente le realtà del territorio nelle decisioni che riguardano la stessa zona. Come dicono i promotori di questa istituzione una dimensione che dev'essere animata dalla sussidiarietà: principio che dev'essere l'anima della cosa. [CzzC: chi invoca in questo contesto il termine SUSSIDIARIETA’ lo usa nella accezione tipica della P.A., riguardante i suoi livelli istituzionali, cioè con il significato di “sussidiarietà VERTICALE”. Infatti (clicca qui per il virgolettato) la legge provinciale 16/06/2006 n.3 «nota come legge di riforma istituzionale della Provincia autonoma di Trento, ridisegna il sistema delle Istituzioni trentine (Provincia, Comuni e Comprensori) nel rispetto dei principi di sussidiarietà, di adeguatezza e di differenziazione, con l’obiettivo di portare l’esercizio delle funzioni amministrative al livello istituzionale più vicino al cittadino. Tale risultato è perseguito attraverso un significativo, ancorché graduale, trasferimento di funzioni ai Comuni (articolo 8), i quali devono esercitarle, salvo specifiche eccezioni, in forma associata mediante le rispettive Comunità» di valle. L’accezione del termine sussidiarietà invocata qui dal legislatore ha ben poco a che spartire con l’intendimento che alla Sussidiarietà attribuisce la Dottrina Sociale della Chiesa (DsdC) e la stessa Caritas in veritate, ancorché qui in titolo. Vedasi note circa la necessità di discernimento semantico al riguardo]. Nel precedente articolo abbiamo riflettuto sulla sussidiarietà legata all'aspetto dell'educazione che, come ci siamo accorti, sono due realtà che necessitano di un'attenzione grande e concreta, in quanto sono legate al bene della persona. In questo testo leggeremo il principio della sussidiarietà legato alla forma di governo locale. La prima cosa su cui riflettere, e che si potrebbe chiedere ai candidati presidenti e consiglieri delle Comunità di valle, è se chi si candida ha una chiarezza di idee sulla sussidiarietà [CzzC: della sussidiarietà VERTICALE i candidati sanno, ben istruiti nella gestione del potere dalla maestra PAT, mentre la sussidiarietà come intesa dalla DsdC non sono tenuti a conoscere, perché la legge non è di questa che parla; al legislatore preme che il funzionario Comunale deleghi con adeguatezza a quello della Comunità di valle la materia di sua competenza con opportuna differenziazione dei ruoli, delle responsabilità, dei budget, e analogamente faccia il funzionario provinciale verso i colleghi dei LIVELLI ISTITUZIONALI inferiori. E’ la stessa terminologia che userebbe la UE verso i vari Stati membri, o lo Stato nel trasferimento di funzioni alle Regioni. Non è questo il tipo di sussidiarietà che intende affermare e difendere la Caritas in veritate, che non a caso (clicca qui per l’estratto), - alla prima ricorrenza del termine (al §47) precisa «sussidiarietà opportunamente concepita» - alla 2ª ricorrenza precisa «principio di sussidiarietà, espressione dell'inalienabile libertà umana» (la legge 3/2006 parla di libertà della persona?). - alla 3ª: «La sussidiarietà è prima di tutto un aiuto alla persona, attraverso l'autonomia dei corpi intermedi» della società, mentre la legge 3 per corpi intermedi intende quelli della P.A. (Comuni, …Comunità di valle), non famiglie, confessioni religiose e loro associazioni, … - alla 4ª: «La sussidiarietà rispetta la dignità della persona, nella quale vede un soggetto sempre capace di dare qualcosa agli altri» mentre i testi attuativi della legge 3 parlano di dare-avere tra funzionari provinciali, comunali, comunitari - alla 5ª «la sussidiarietà è l'antidoto più efficace contro ogni forma di assistenzialismo paternalista» e la nostra PAT in termini di invasività paternalistica è benchmark mondiale; - e così via]. Ciò è importante perché altrimenti viene meno il senso delle Comunità di valle che appunto vogliono essere un elemento di sussidiarietà [CzzC: più che elemento di sussidiarietà nell’accezione orizzontale della DsdC, sono entità inventate per le quali il legislatore invoca lo spirito di sussidiarietà verticale tra uffici della P.A., non come capacità radicata nel valore trascendente della Persona umana, ma come capacità di delega tra i vari LIVELLI ISTITUZIONALI della P.A. provinciale]. Non riprendiamo i passi della Caritas in veritate espliciti su di essa [CzzC: espliciti su ben altro tipo di sussidiarietà, rispetto a quella qui intesa dalla legge 3], perché già citati il mese scorso, ma vogliamo riflettere sul senso del potere [CzzC: a proposito di potere della PAT leggiamo, per limitarci a questi giorni, circa gli abbondanti contributi erogati pro tante ridondanti caserme dei Vigili del fuoco (vedi risposta che il Direttore de l’Adige ha dato ad un compagno di scuola di mia figlia): è effettivamente un tema scottante quello del potere. Ad esempio sa bene il legislatore che le neofite entità politico-tecnico-organizzative rischiano di diventare scatole vuote o piene di contenzioso del tipo «questo tocca a te, non a me, e viceversa». La maggior parte dei semplici cittadini già prevede che nella verticalizzazione delle competenze e delle nuove attribuzioni di responsabilità esploderanno i suddetti contenziosi alimentati - dai timori di perdere potere, - dal correre in due ad occuparsi dell’ambita questione q1 foriera di brillantina e nessuno a curare la questione q2 foriera di rogne, - dall’incertezza sul chi-fa-cosa, ma dalla certezza che comunque non si va in cassa integrazione (posto di lavoro sicuro e ben retribuito in P.A., clicca qui), a differenza di quei ¾ di lavoratori trentini che non hanno avuto la fortuna di trovare il posto fisso in Enti collegati alla P.A. Perfino le stesse linee di indirizzo della legge hanno previsto questo scenario in caso di mancata «leale collaborazione …; se l'intesa non è raggiunta entro sessanta giorni dal ricevimento della richiesta, la Provincia può procedere tenendo conto delle posizioni espresse», della serie «se beghé masa, farà tut la PAT come prima», e intanto, non solo saranno passati invano i 60 giorni, ma i poveri cittadini pagheranno anche in termini di maggiori costi pubblici per i dipendenti pubblici o para-tali pagati in sovrappiù per oliare il neonato ingranaggio politico-amministrativo, in un territorio con meno di 500 mila abitanti, un quartiere di Roma]: ciò è importante anche per il Trentino e non è una considerazione astratta. Ve lo spiego raccontandovi che durante i mesi di aprile e maggio scorsi (tempo di elezioni amministrative comunali) ero andato [CzzC: mi chiedo chi sia a parlare, visto che l’articolo non è firmato] in varie parrocchie per presentare la Caritas in veritate e in tre occasioni avevo avuto modo di parlare con dei parroci attorno ai candidati sindaci nei loro comuni. Alla mia gioia nel vedere che in un tal comune c'erano tre o quattro o addirittura cinque candidati, cosa che io avevo letto come un desiderio di partecipazione e responsabilità, tutti i parroci hanno risposto affermando che ognuno di essi rappresentava un interesse o più interessi particolari da portare avanti. Questa capacità di lettura ci fa percepire come, non dappertutto, il senso del servizio al bene comune è presente, come invece auspicherebbero le radici cristiane della società trentina. Per questo, sarebbe importante chiedere ai candidati [CzzC: e agli eletti in PAT e nei Comuni] le motivazioni, il perché hanno dato questa disponibilità, su quali valori si fonda la loro candidatura. Questo è indispensabile perché "Senza verità, senza fiducia e amore per il vero, non c'è coscienza e responsabilità sociale, e l'agire sociale cade in balia di privati interessi e di logiche di potere, con effetti disgregatori sulla società" (CV, n. 5). Le Comunità di valle assumono allora il compito di essere una possibilità concreta di aggregazione dei vari ambienti [CzzC: le aggregazioni si fanno nei posti di lavoro/scuola e in quelli di tempo libero (svago, sport, media, associazionismo, volontariato): non mi è chiaro il plusvalore di aggregazione che derivasse ad un cittadino di Avio dal rivolgersi ad un Ufficio in Rovereto gestito dalla Comunità di Valle anziché dal Comune di Rovereto (come avviene a Trento per il suo circondario), atteso che i contatti sono sempre più via filo che via scarpa]. Tale incontro non avviene intorno a delle semplici "feste", o ad iniziative "folkloristiche", ma nella creazione di una cultura in cui la persona si sente valorizzata, soggetto, nella quale prima di tutto, la famiglia è riconosciuta come soggetto e si attuano progetti e percorsi perché ciò possa poi esprimersi realmente. Ciò si può realizzare solo con una chiara e precisa cultura della sussidiarietà: essa è l'ambiente nel quale le persone, le famiglie, le associazioni, [CzzC: ottimo, questo è il linguaggio della sussidiarietà intesa dalla DsdC, ma non mi pare che la legge 3 abbia né articoli né budget specifici per alimentare e rafforzare il suddetto riconoscimento, e non mi pare che il legislatore PAT[1] intenda il significato del termine famiglia come la DsdC], i sindacati [CzzC: per questi sì c’è grande sensibilità, perché difendono i privilegi dei dipendenti pubblici senza perequare sacrifici con gli altri lavoratori che perdono il posto eppoi alcune sigle sono un’ottima cerniera partitica], i gruppi di vario tipo sono compresi come soggetti e diventano, quindi, il centro del senso dell'azione amministrativa. La sussidiarietà si vive solo quando c'è uno spirito di servizio al Bene comune e cioè la creazione di una società in cui ciascuno trova le possibilità per realizzare la propria vita, diventare attivo nel suo ambiente ed aiutare gli altri a fare altrettanto. [CzzC: fingi di non sapere che agli uffici della nostra P.A. interessa, ben più della sussidiarietà etica della DsdC, il budget di spesa discrezionale, la comodità del posto di lavoro, la gestione delle assunzioni e degli spostamenti]. In questo impegno i cristiani sono chiamati ad essere presenti e a dare lo specifico contributo che deriva proprio dalla fede in Dio Creatore e nel Cristo Redentore. Il Cristianesimo ha dentro di sé quella verità che permette di cogliere bene chi è la persona [CzzC: nemmeno questo mi pare oggetto della legge 3] e questo è l'elemento fondante di ogni azione amministrativa che voglia essere positiva. Ci ricorda papa Benedetto XVI che "Solo se pensiamo di essere chiamati in quanto singoli e in quanto comunità a far parte della famiglia di Dio come suoi figli, saremo anche capaci di produrre un nuovo pensiero e di esprimere nuove energie a servizio di un vero umanesimo integrale. La maggiore forza a servizio dello sviluppo è quindi un umanesimo cristiano, che ravvivi la carità e si faccia guidare dalla verità, accogliendo l'una e l'altra come dono permanente di Dio. La disponibilità verso Dio apre alla disponibilità verso i fratelli e verso una vita intesa come compito solidale e gioioso" (CV, n. 78). La visione integrale dell'uomo fa nascere il principio della sussidiarietà e la fede in Dio [CzzC: questo ovviamente non pretendevo che fosse oggetto della legge 3] ci dice che il Creatore stesso ha voluto le persone come soggetti nella creazione, dandogli le capacità di responsabilità e servizio reciproci. Abbiamo compreso come esiste la necessità di una formazione alla cultura della sussidiarietà e alla creazione di quelle strutture e strumenti affinché essa possa essere esplicata e concretizzata. [CzzC: la DsdC parlando di strutture e strumenti non si riferisce ai LIVELLI ISTITUZIONALI della P.A. (PAT, Comunità di valle, Comuni) ma a strutture e a strumenti che valorizzino l’autonomia, la responsabilità, l’iniziativa dei CORPI INTERMEDI DELLA SOCIETA’, in primis della famiglia, delle confessioni religiose, delle loro forme associate pro bene comune]. Come comunità cristiane abbiamo il compito di conoscere meglio la Dottrina sociale della Chiesa [CzzC: e di discernere il significato di termini quali sussidiarietà, famiglia, educazione, vita, persona, … usati da tale Dottrina con accezione diversa da quella dell’attuale cultura dominante], di accompagnare i nostri politici ed amministratori con attenzione, con la preghiera e la capacità di dialogare e, soprattutto, di fare in modo che nell'organizzazione e costruzione di ogni ambiente la famiglia sia concepita come "cellula vitale della società" [CzzC: ottimo, questo sarebbe affermare il vero principio di sussidiarietà, ma non mi pare oggetto della legge 3, anzi, - a proposito di famiglia, si vocifera che in PAT qualcuno della stessa cultura dominante che ha partorito la sovra-infra-struttura delle Comunità di valle, stia scaldando colla per partorire, in attuazione delle indicazioni UE, una leggina atta ad estendere alla famiglia allargata, alle coppie di fatto, a ... la normativa (con prospettiva di arrivare alle adozioni in fase 2) oggi riferita alla famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna con patto pubblico di stabilità e fedeltà (famiglia come concepita dalla DsdC e finora dalla nostra Costituzione); e pare pure che ci sia in merito a quell’intento il nulla osta di non rare firme di Vita Trentina; - a proposito di sussidiarietà, qualcuno della cultura dominante che ha partorito quanto sopra, tra i suoi primi atti di neoeletto Sindaco ha tolto 2 borse di studio su Rosmini (tra i padri della sussidiarietà) a due studenti che ne stavano beneficiando, in attesa di riassegnarle dopo che la direzione degli studi sia stata assunta dal segretario del suo partito; - a proposito di vita, qualcuno della cultura dominante che ha partorito quanto sopra, tra i primi atti del neoeletto governo (maggio 2006) ha fatto togliere il veto italiano sui finanziamenti UE alla ricerca sulle cellule staminali embrionali].
Comunità in cammino 9/2010 Pag 5e6
04/08/2014 annoto che è stata sollevata eccezione di incostituzionalità sulle Comunità di Valle |
[1] «La famiglia è una risorsa preziosissima, per questo non siamo andati alla ricerca di una definizione specifica di famiglia, piuttosto abbiamo cercato di mettere in campo risorse concrete per favorire lo sviluppo armonico delle famiglie e il loro benessere. L’obiettivo principale di questa legge è quello di aumentare la natalità ...». [CzzC: quel "per questo" intende a mio avviso
· che la legge non ha dato "una definizione specifica di famiglia" perché è convinta che avrebbe leso la preziosità dell'entity-relationship famiglia
· che la legge qui non intende porre limite alcuno al significato del termine famiglia]