↑2010.09.12 Trassi da Vita Trentina #35 pag 35
Da Reggio Calabria voci per il bene comune
Come "dare voce" alla prossima settimana sociale dei cattolici italiani? Reggio Calabria, 14-17 ottobre. Settimana intesa come "agenda di speranze" peri il bene comune. Questa l'intitolazione, corredata da dibattiti già avvenuti, non solo nell'area della sensibilità cattolica. Introdotta, ultimamente, anche all'attenzione del presidente del Senato, Schifani.
Sia pure a carte ormai definite, osservavo recentemente in lettera aperta al direttore di Avvenire [CzzC: avanzare proposte a carte ormai definite, fa sospettare che sia per esibire dissenso nel merito o lagnanza per mancato accoglimento] che il tema del bene comune potrebbe risultare troppo onnicomprensivo, quando la settimana, insediata nel Sud, avrebbe potuto richiamare – in specie dopo il recente, puntuale, propositivo, documento dei vescovi - una considerazione specifica per una necessaria "progettazione" sul Mezzogiorno. Oltre tutto, nel 150° anniversario di una ancora malconcia unità d'Italia [CzzC: forse la cornice del bene comune esclude necessariamente un cenno al Mezzogiorno?]. A rimedio, nella mia lettera, riproponevo una proposta del prof. Giorgio Campanini, introdotta su Avvenire nella vigilia del convegno ecclesiale di Verona, tre anni fa. I dirigenti - avevo detto - potrebbero prevedere su qualche specifica tematica, coinvolgente la comunità nazionale, una o più mozioni da sottoporre all'assemblea, da trasferire all'attenzione pubblica "esterna". Ricordo la replica di allora, firmata da Dino Boffo: quell'assemblea non è equiparabile a un Parlamento. Forse temendo, tra i partecipanti, momentanee disgiunzioni di tesi. [CzzC: perché riprende una proposta respinta sapendola fuori campo? Perché ciò che gli interessa è avere il pretesto per riaccarezzare Ruini: vedi oltre]. Sicuramente, Verona fu fervida di spinte, nei gruppi di lavoro, anche di voci dell'Italia meridionale. Di fatto, a conclusione dei lavori, il tutto fu "allineato", con vellutata autorevolezza, dal presidente della Cei, card. Ruini. [CzzC: ecco qui la frase forte del suo pezzo, ben ruminata]. Eppure, su un ruolo incisivo dei Laici, c'erano state, a Verona, anche le parole incoraggianti di papa Benedetto [CzzC: come se Grigolli volesse insinuare che Ruini avesse agito in distonia con il papa (minuscolo)]. Nel dettaglio, un tantino insinuante [CzzC: ammissione autocompiacente], mi ero interrogato se il futuro potrebbe prevedere un laico alla presidenza delle Settimane sociali. Non scompaginata, ovviamente. Al direttore di Avvenire non chiedevo di pronunciarsi su questo, mi bastava [CzzC: bontà sua] un ritorno di fiamma sulla ex proposta di Campanini. Archiviata la mia lettera di proposta, archiviati ambedue. [CzzC: che ingratitudine è stata usata verso il Presidente dell’Unione Stampa Cattolica Italiana sezione trentina! Forse ripareranno in seguito].
La questione di un difetto di comunicazione si è riprodotto nella settimana sociale ultima, l'anno scorso a Pistoia. Relazioni anche eccellenti. Nessun risalto sull'esterno. Destinazione archivio [CzzC: termini tombali, quasi vendicativi]. Eppure, il card. Bagnasco, attuale presidente della Cei, a gennaio, aveva comunicato "un sogno a occhi aperti", nella prolusione al consiglio permanente dei vescovi. Aveva sognato "una generazione nuova di italiani e di cattolici, che pur nel travaglio della cultura odierna e attrezzandosi a stare sensatamente entro di essa, sentono la cosa pubblica come importante e alta, in quanto capace di segnare il destino di tutti". Questo "raccordo", in via di fatto, si preferisce esprimerlo (o ricercarlo) attraverso le autorità costituite, più che nel confronto d'opinione tra protagonisti del laicato [CzzC: lui tra i protagonisti ovviamente]. Risulta esistente una consulta nazionale delle aggregazioni laicali (Cnal): non c'è notizia di reale protagonismo di sintesi e di proposta [CzzC: la mission del Cnal sarebbe il protagonismo? E se a Grigolli fosse sfuggita qualche notizia circa le attività del Cnal?]. Ultimamente, consolatorio, qualche coraggio è affiorato. Radio Vaticana, Osservatore romano e Avvenire hanno "bacchettato" severamente lo stato di governo del Paese [CzzC: Grigolli non era così consolato quando gli stessi organi bacchettavano il benviso governo del sedicente cattolico adulto]. Mica poco sentire dire, all'emittente pontificia, che "L'Italia è senza classe dirigente", da parte del segretario del comitato organizzatore della Settimana sociale. Famiglia cristiana, per parte sua, ha promosso un affondo inequivocabile. "Una concezione padronale dello Stato ha ridotto ministri e politici in 'servitori'. Semplici esecutori dei voleri del capo". Quasi quasi potrebbe essere l'anticipo di una mozione a Reggio Calabria [CzzC: altra proposta, perfino più partitica che politica…]. La curiosità persiste [CzzC: ah, se è per curiosità…]
Giorgio Grigolli