Il riformismo tridentino si eserciti SENZA VEDUTE E TIMBRI “ROMANI”.
Parole scritte sul settimanale diocesano VT dal presidente dei giornalisti cattolici trentini, nonché ex governatore del Trentino, Giorgio Grigolli. Ginevrini di ISR-FBK plaudenti.
[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 06/04/2022; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]
Pagine correlate: Giorgio Grigolli
↑2009.09.23 Traggo da VT#37 Pag 38: Dialogo aperto e commento prefissando CzzC
All'assemblea diocesana ispezionato il futuro
All'assemblea diocesana ispezionato il futuro
Concetti, immagini, traiettorie, l’introduzione a un coinvolgimento. Non solo per le “terze età”. Si potrebbe dire così delle relazioni introduttive all’assemblea pastorale diocesana di sabato scorso.
Il pensante e il propositivo, con l’invito anche “inventivo” al localismo costruttivo.
Nello spazio breve del dialogo, introdurrei qualche quesito, a partire dalla sottolineatura metodologica. L’ avviso ai naviganti. La stagione del Piano è un 2009-2012 da intendere in tre tempi. Un primo anno ad ascoltare (“gli uomini che incontriamo sulle nostre strade”), un secondo a comprendere (“una precisata conoscenza di qualcuna delle situazioni incontrate”), il terzo ad agire (“iniziative vere e proprie per relazionarci in modo nuovo anche con realtà diverse da quelle delle nostra comunità ecclesiale”). Considero la distinzione troppo sottile. Nell’ epoca dei circuiti scatenati, tra gli eventi e le opinioni, Tv in prima evidenza, occorrerebbe essere, in contemporanea, pensanti operosi. Con giusta sottolineatura del dato “culturale”, occorrerebbe una permanente capacità a muovere - almeno a certi livelli - contemporanee evidenze testimoniali. Quindi la presenza sul campo. Non si dice di un giudizio altolocato e sussiegoso, pregiudiziale o conflittuale. Su questo hanno detto splendidamente i relatori. Ma tempestivo e misurato. A conclusione dei dibattiti interni sui temi illustrati dalle schede pubblicate (cittadinanza responsabile, i separati/divorziati, gli immigrati, i lontani, le famiglie di fatto eccetera) potrebbe insorgere - inevitabilmente - un “dunque”( che fare, che dire). Aspettiamo dopodomani, il 2012? Tanto più che su talune questioni, la veduta “romana” ha già stabilito qualche “di qui non si passa”. Detto, per esempio, in tema di legge sul riconoscimento dei diritti civili (costituzionali) ai componenti le coppie di fatto, con Romano Prodi e la Rosy Bindi malamente accantonati.. Roma locuta, causa finita? Detto, ancora, sulle insorgenti questioni della bioetica, adesso, quando la legge sul testamento biologico in discussione alla Camera dimostrerà l’insorgenza di opinioni (anche di settore “cattolico”) difformi dal testo (governativo e “benedetto”) votato al Senato. Utile e tempestiva, in parallelo, l’annunciata iniziativa della scuola diocesana per la politica, l’economia e il sociale. Ma neanche uno dei temi 2009-2010 programmati dalla scuola investe il settore della bioetica. Un distanziamento senza ragione [CzzC: sembra sentirgli dire “fifoni” oltre che “irragionevoli” ai poveri allineati con le vedute vaticane].
Forse occorre evidenziare una dominante questione di impianto, l‘elaborazione migliore di un ruolo dei laici, esaltato nel convegno ecclesiale di Verona. Ma quando si chiese, in quella sede, una puntualizzazione assembleare pubblica su qualche tema dominante [CzzC: il nostro è fissato col chiedere proclami assembleari su questioni partitiche; ciò reitererà nel 2010] Boffo, su Avvenire, replicò che le mozioni erano proprie della sede politica. Quindi, voce al cardinale Ruini. C’è stato molto incedere del vocabolario allusivo, in fatto di identità, il cristiano “adulto”, una laicità “sana”. Ma spesso sono risultate dimezzate le traiettorie inizialmente declamate [CzzC: hanno dimezzato traiettorie, lo han fatto spesso, …, ma che cattivoni ‘sti vertici ruiniani soffocanti il vento profetico che soffia dalla base adulta e democratica come Grigolli]. Talvolta si stenta a riconoscere connessione tra il riconoscimento “veronese” di Benedetto XVI ( “ai fedeli laici…spetta il compito immediato di operare per un giusto ordine nella società…”) e il recintato, quasi inibito [CzzC: pure inibitori, chissà cosa direbbe Freud! Forse qualche PM potrebbe trovare qualche inibito disposto a denunciare per danni cotali inibitori], spazio di mediazione richiesto da parlamentari anche rettamente ispirati. Si fa questione di principi spesso detti “non negoziabili”su certi incombenti dilemmi di società, vita, scuola, famiglia. Come agevolare, in ecclesiale, una introduzione ai dialoghi forti, al confronto? Negoziare non significa rinunciare ai valori, né comprometterli, ma investirli. La questione, anche “italiana”, non è la difesa di un fortilizio. Occorre ispezionare un futuro. [CzzC: ah, lui sì che è un lungimirante e pure anche rettamente ispirato, “adulto”, “sano”; altro che l’oscurantismo degli inibitori “recintato” in “fortilizio”]. Detto splendidamente sabato scorso.
Si sa, neanche i laici debbono considerarsi prorompenti di energie e di disegno. Ma un migliore accento potrebbe augurarsi identitario [CzzC: non tanto identità cristiana-cattolica, ma identità local-trentina rispetto a vedute e timbri romani…]. Ad esempio, anche localmente, occorre un profilo della consulta diocesana dei laici. [CzzC: una fissa di Grigolli e dei teoglib locali quella della “consulta diocesana dei laici”: insisteranno ancora per anni e finalmente, autunno 2011, osservo che sono quasi arrivati ad ottenerla]. Mettiamoci, nel finale, anche una puntura di vespa post estiva. Dopo osservata la composizione del consiglio pastorale diocesano, avviene anche di constatare l’assoluta irrilevanza di espressione della laicità organizzata. Viene quindi da chiedersi se il decantato riformismo tridentino non potrebbe esercitarsi anche qui, a riequilibrare gli assetti, senza supporre l’ausilio di qualche timbro “romano”.