Un esempio di come scrive CHI È CONTRO il progetto comunicazione della CEI
Traggo da Il Manifesto domenica 20/09/2009 a proposito della sostituzione di Boffo
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↑2009.09.20 Traggo da Il Manifesto domenica 20/09/2009 a proposito della sostituzione di Boffo
Che Avvenire per i Vescovi
Il progetto comunicazione è stato ideato proprio dal cardinal Ruini nella seconda metà degli anni '80, in parallelo alla messa in minoranza della linea conciliare e cattolico-democratica, sancita a Loreto, nel 1985, durante il secondo Convegno ecclesiale. quando papa Wojtyla chiamò la Chiesa italiana ad un maggiore interventismo nella società politica, affidando le redini a Ruini, nominato prima segretario e poi. nel 1991, presidente della Cei.
La riorganizzazione di un sistema articolato di mezzi di informazione centralizzato e gestito direttamente dalla Cei - che nel programma investe, negli anni, centinaia di milioni di euro -, capace di sostenere le battaglie politico-sociali della Chiesa, è uno degli impegni principali del neo-leader dei vescovi italiani, che disegna l'assetto tutt'ora funzionante.
Nel 1988 nasce il Servizio informazione religiosa (Sir) un'agenzia di stampa che passa le notizie ai 168 settimanali diocesani riuniti nella Federazione italiana settimanali cattolici - e l'obiettivo della Cei è di arrivare a 225: uno per ogni diocesi -, diffusi capillarmente su tutto il territorio nazionale con oltre un milione di copie vendute ogni settimana. Poi c'è Avvenire, alla cui guida viene chiamato Dino Boffo, vicedirettore plenipotenziario nel 1991 (lo stesso anno in cui Ruini diventa presidente della Cei) e direttore dal 1994) che in poco tempo lo trasforma da soporifero giornale parrocchiale in quotidiano pubblico, puntando su titolazione aggressiva, un agguerrito gruppo di «atei devoti» - dall'ex Pci Ferdinando Adornato a Ernesto Galli Della Loggia - e di ex femministe - come Lucetta Scaraffia e Eugenia Roccella, portavoce del Family Day del maggio 2007 - ed eclissando le voci fuori dal coro, quasi sempre esponenti del cattolicesimo sociale e democratico che guarda a sinistra, come Pietro Scoppola, il cui nome, dopo un articolo critico sulle «radici cristiane» dell'Europa, scompare dalle pagine di Avvenire. Alla fine degli anni '90, entrambi affidati alla direzione di Boffo, si aggiungono collegato con circa 40 tv locali che ritrasmettono in chiaro i suoi programmi e i suoi notiziari, e Radio inBlu, emittente nazionale che produce informazione e altri contenuti per un network di circa 200 radio locali sparse in tutta Italia.
Al blocco agenzia di stampa-quotidiano nazionale-settimanali locali- televisione-radio avrebbero dovuto aggregarsi anche un settimanale popolare, Famiglia Cristiana, e un mensile di approfondimento, Jesus, entrambi promossi dai religiosi paolini, che però riuscirono a resistere agli assalti di Ruini il quale, pur di mettere le mani sui due periodici, convinse papa Wojtyla a commissariare la congregazione fondata da don Alberione. L'unica cosa che ottenne furono però le dimissioni di don Leonardo Zega, che nel 1998 lasciò la direzione di Famiglia Cristiana e per qualche anno fece l'editorialista per La Stampa di Torino.
La sostituzione di Boffo, perno dell'intero sistema, è pertanto una scelta decisiva per il futuro della comunicazione targata Cei, in bilico fra chi vorrebbe proseguire la linea militante ruiniana e chi invece auspica un ridimensionamento, anche economico, di imprese con i bilanci in rosso (pare ci siano perdite di 20 milioni l'anno per Avvenire e Sat2000) ripianati solo i soldi con l’8 per 1000.