DOSSETTISMO: DOSSETTI presente nel CV2° fu invitato a tornare a Bologna

Durante il CV2° Dossetti patrocinava gli avanguardisti in maniera tanto cadudem da indurre il pur mite Paolo VI a destituirlo dal CV2° con «Quello non è il posto di Dossetti, ditegli di tornare a Bologna» (Andrea Tornielli – Piemme 2003 + qui.nbq).

[CzzC: alcuni dei Leitmotiv assonati dalla erede scuola di Bologna paiono inneggiare più a quella parte di Dossetti che spiacque a quel papa e successivi, che la parte comunque piacevole a nostro Signore, certamente non vuota].

[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 09/12/2024; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

Pagine correlate: Scuola di Bologna, La Rosa bianca, teologi del dissenso

 

2020.05.27 <espresso> Enzo Bianchi (ieri allontanato da Bose)  è uno dei leader più influenti del cattolicesimo progressista, padre nobile della cosiddetta “scuola di Bologna”. È stato presidente dal 1978 al 2000 della Fondazione per le Scienze Religiose fondata a Bologna da don Giuseppe Dossetti, del cui consiglio di amministrazione è membro a vita.

 

↑2019.12.17 <mediterr> presso l’Oratorio di San Filippo Neri (BO), nell’ambito della consueta “Lettura Dossetti 2019” organizzata dalla Fondazione per le scienze religiose Giovanni XXIII (Fscire), il filosofo Salvatore Natoli tiene lectio magistralis “Il fine della politica nella fine della politica”. Dopo la “fine delle ideologie” il futuro resta comunque ineliminabile: per operare sensatamente per esso è necessario assumere una misura. Quale? Le generazioni. Non l’umanità, nozione astratta, ma i venturi. La generazione presente è vincolata a preservare il futuro per loro e, magari, a lasciare un mondo migliore di quand’essa vi è entrata. Se si può dire, dall’utopia all’eutopia. [CzzC: come se fosse Natoli il primo a preoccuparsi dei venturi anziché del carpe diem, e non, ad esempio, la Chiesa da 2000 anni pro persona e famiglia rispetto agli statalisti pro individui e quella finanza cinica che a Bologna premiò Soros: perché nessun accenno di autocritica, caro Natoli, per il latrocinio generazionale? Eppure fu montato spiccatamente nel ventennio di massima impennata del debito pubblico con massima scalata politica dei compagni di ideologia, con i vari dossettiani, rosati, Melloni &C qui oggi ad ospitare e a sublimare il magister. O sbaglio?]