OP di Pecorelli elencò nel 1978 oltre 100 nomi di ecclesiastici iscritti alla Massoneria

12/09/1978 il settimanale OP diretto da Mino Pecorelli (poi assassinato), pubblicò in un articolo dal titolo La grande loggia vaticana un elenco di oltre 100 nominativi di esponenti vaticani e di alti prelati indicati quali affiliati alla massoneria. Prendere cbdi

2023 Atlantide

[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 30/06/2024; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

Pagine correlate: massoneria alla conquista della chiesa, infiltrandola perfino con matrimoni

 

↑2023.03.30 <La7 google> Pecorelli indagava sulle stragi. Sapeva di Moro e del dossier incompleto di Andreotti sul golpe borghese. Atlantide, l'intervista di Andrea Purgatori a Raffaella Fanelli, giornalista ed esperta del caso Pecorelli.

 

↑2017.10.29 <nbq>: che Papa GP1, Albino Luciani, sia stato ucciso è solo un’idea da boutade giornalistica? Luciani voleva rimuovere dei prelati progressisti come il segretario di Stato Jean Villot, Ugo Poletti e Agostino Casaroli (tutti in sospetto di massoneria?) e dare più spazio a personalità di "conservatori" come il cardinal Pericle Felici, e il cardinal Giovanni Benelli. Non è forse un caso che tutte le ricostruzioni che portano avanti dei sospetti sulla morte di Luciani, tirino in ballo proprio Villot, e, con lui, Paul Marcinkus, anche perché un'altra idea che Luciani aveva di sicuro era proprio la radicale riforma dello Ior. [CzzC: prendere cbdi]

 

↑2014.11.22 [CzzC: prendere il seguito con beneficio di inventario]. Fra i nomi di spicco indicati dal Pecorelli tra gli infiltrati filomassoni appare anche quello del famoso Padre scolopio Ernesto Balducci: è sufficiente una conoscenza superficiale dell'opera di questo frate per rendersi conto che abbiamo a che fare con un uomo profondamente permeato dagli insegnamenti della Loggia. Ad es.: dal suo libro L'Uomo Planetario: «Chi ancora si professa ateo, o marxista, o laico, e ha bisogno di un cristiano per completare la serie delle rappresentanze sul proscenio della cultura, non mi cerchi. Io non sono che un uomo». Più oltre, commentando l'incontro «ecumenico» di Assisi del 27 ottobre 1986, così si esprime: «Siamo così alla resa dei conti. E in questa resa dei conti le religioni sono costrette a rivelarsi per quel che sono: produzioni simboliche di gruppi umani, sistemi ideologici in veste sacra [...]. Timor fecit deos». Continua qui alla data.

 

↑2013.06.16 <lettera43>: Chiesa e massoneria, storia di un mistero: gli incroci, passati e presenti, tra le logge e il Vaticano. Tanti sospetti, poche certezze. Nel 1978 su Op il giornalista della P2 Mino Pecorelli pubblicò la famosa lista dei 121 ecclesiastici massoni, tra i quali spiccavano monsignor Marcinkus ed eminenti papabili come l'arcivescovo di Roma Ugo Poletti, il segretario di Stato vaticano Jean Villot e il cardinale Agostino Casaroli, dal 1979 segretario di Stato di Karol Wojtyla. La bomba dell'elenco deflagrò alla vigilia della morte di Giovanni Paolo I (il papa anti-massoni dei 33 giorni), e del conclave che avrebbe eletto al soglio pontificio il polacco Woytjla. Ma nessun prelato fu mai scomunicato e nel 1981 dalle liste della P2 non saltò fuori alcun religioso.

 

↑2008.02.15 <ariannaeditrice>: cbdi: da F. Pinotti, Fratelli d'Italia, cit., pp. 647-653: "il 12 settembre 1978 il settimanale OP diretto da Mino Pecorelli, giornalista iscritto alla P" e poi assassinato, pubblicò in un articolo dal titolo La grande loggia vaticana un elenco di ben 121 nominativi di esponenti vaticani e di alti prelati indicati quali affiliati alla massoneria. Ha scritto Alfio Caruso (in la Stampa, 22 agosto 2006): «Una mano anonima aveva inserito l'articolo nella rassegna stampa sfogliata ogni mattina dal papa. Questi aveva subito chiesto al cardinale Felici se la lista potesse essere veritiera. Verosimile, era stata la risposta. L'elenco faceva impressione: comprendeva Villot, monsignor Agostino Casaroli, ministro degli Esteri della Santa Sede, il cardinale Ugo Poletti, vicario di Roma, il cardinale Sebastiano Baggio, Marcinkus, monsignor Donato De Bonis, dello Ior, don Virginio Levi, vicedirettore dell'Osservatore Romano, padre Roberto Tucci, direttore della Radio Vaticana, monsignor Pasquale Macchi, segretario di Paolo VI.  Con il disincanto tipico del vecchio habitué di Curia, Felici osservò che liste simili circolavano da sempre e che la prassi era di non prenderle in considerazione. D'altronde, aggiunse con un pizzico di malizia, Paolo VI aveva varato un comitato per cancellare la scomunica che da secoli veniva comminata ai massoni e il cardinale Villot ne era apparso entusiasta. Sentimento non condiviso da Luciani: per lui la massoneria incarnava il nemico di Roma. Pur intuendo che il suo amato Montini avesse aperto le porte delle mura leonine a una schiera di piduisti - Gelli, Ortolani, Sindona, Calvi - era contrarissimo a quell'insana commistione rivolta soltanto al profitto».

"Don Villa, nel libro Paolo VI beato?, afferma che l'elenco era veritiero.

 

↑1978.09.12 <crisidellachiesa> La rivista OP (Osservatore Politico) del giornalista Mino Pecorelli (1928-1979; vedi*) piduista, elenca 113 nomi di ecclesiastici iscritti alla massoneria, lista quasi uguale a quella apparsa su Panorama del 10/08/1976: O.P. omette due nominativi e ne aggiunge altri otto [CzzC: per confondere le acque?]. Qualcuno aveva citato anche un certo Algo, Al.M. Gottardi?

estraggo cbdi: Il 12 settembre 1978 la rivista Osservatore Politico del noto giornalista Mino Pecorelli (1928-1979) pubblicava un articolo intitolato «La Gran Loggia Vaticana» che destava notevole scalpore. In detto articolo, il Pecorelli, premesso che tanto in ambiente massonico quanto in ambiente cattolico tradizionalista correvano insistenti voci su una massiccia infiltrazione della Massoneria nelle più alte cariche ecclesiastiche e che l'agenzia di informazioni Euroitalia il 17 e il 25 agosto di quell'anno aveva diffuso, con tanto di numero e data di iscrizione alla sètta addirittura i nomi di quattro «papabili» in vista dell'imminente Conclave, elencava 113 nominativi di ecclesiastici e otto di altre personalità influenti in ambiente cattolico. Il tutto corredato con data di adesione, numero di matricola e sigla massonica. Il giornalista non precisava come fosse venuto in possesso di quei nominativi, ma è noto che era persona molto vicina al «Venerabile» Licio Gelli e alla famigerata Loggia P2. Da notare che nella lista in questione erano indicati, con identici dati di immatricolazione e di iscrizione alla sètta, anche i quattro cardinali di cui aveva parlato l'agenzia Euroitalia, e precisamente gli autorevolissimi Sebastiano Baggio (1913-1993), Salvatore Pappalardo (1918-2006), Ugo Poletti (1914-1997) e Jean Villot (1905-1979).