Testimonianze di VITTIME DELLE MASSONERIE e di inchini alle logge: intervista a Ferruccio Pinotti

Persecuzioni subite da ex-massoni a causa del loro pentimento (vedi pseudonimo Fabrizio Girelli) e inchini alla massoneria (anche da area Prodi)

Tra gli inchini si ricorda quello tramitato da Elidio De Paoli, sottosegretario del governo Prodi “la Repubblica Italiana si riconosce nei valori della massoneria” , mentre Paolo Prodi, fratello del premier, ha spesso rilasciato dichiarazioni di grande simpatia per la massoneria unificandola come una fabbrica etica.

[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 05/12/2018; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

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04/07/2008 trassi da http://www.wemustact.org/view_articolo.php?id=36&subcat=64&idart=151, link che il 22/11/2014 non trovo più efficace (mentre, cercando WeMustAct, trovo un residuato di sito nell’ambito di CdWeb http://www.cdweb.it/components/articoli/articolo.php?id=57)

04/07/2008

Intervista a Ferruccio Pinotti: dalla massoneria all'ordine dei giornalisti

"L’intervento della massoneria quando è chiamata in causa da inchieste scomode è proprio quella di delegittimare, depistare, stendere ampie coltri di fumo e di nebbia sugli eventi..."

Wemustact.org intervista l'autore del libro "Fratelli d’Italia". Ne esce una descrizione di un panorama italiano molto cupo.

di Michele Capaccioli

Alcune volte degli eventi che si verificano soprattutto all’interno della nostra Penisola ci dicono come parte del sistema funzioni dietro la sua democratic façade e ci fanno anche capire come alcuni tipi di organismi possano essere costruiti al solo e unico scopo per decidere le sorti del Belpaese al solo beneficio dei “pochi”. E non solo: quando vi è il rischio che qualcuno scopra gruppi di pressione che lavorano nell’occulto per manipolare la realtà dei fatti, alcune “entità” apolidi tentano in ogni modo di delegittimare la fonte cosicché le persone non sappiano. Ferruccio Pinotti (a destra nella foto con Marco Travaglio) nel suo libro “Fratelli d’Italia” affronta il complesso sistema della massoneria, “quanto conta.. chi sono i liberi muratori al vertice delle banche, dell’industria e della politica. Un’inchiesta nel mondo segreto della fratellanza massonica che decide le sorti del Belpaese”. L’autore tratta molte tematiche e riporta alcune testimonianze di protagonisti e vittime delle massonerie, come quella di Fabrizio Girelli (nome che copre la vera identità) che ho deciso di riportare parzialmente:

“Venivo sistematicamente escluso dalle riunioni di direzione dove abitualmente partecipavo, e dopo essere stato costantemente escluso dalla gestione della mia stessa direzione, ho deciso di presentare le mie irrevocabili dimissioni a far data dall’inizio del 2002… Appena uscito dalla banca sono stato investito da una vera e propria ondata di diffamazione. I vertici non sapevano come giustificare al pubblico, ai clienti, ai dipendenti e al consiglio di amministrazione come mai il più giovane dirigente e con evidenti prospettive di carriera, aveva deciso di dare le dimissioni. Fatto mai verificatosi nei tempi recenti di storia dell’istituto. La direzione cercava di far capire ai colleghi che ero stato licenziato perché avevo provocato pesanti perdite alla banca. Ebbi chiara la sensazione che fosse una punizione per non essere entrato anch’io nel giro dei “grembiulini” – ma anche della finanza cattolica “sporca” – che dominava dentro e fuori la banca. I mesi successivi alla mia uscita furono molto difficili, perché non riuscivo a capire come mai queste persone si accanissero contro di me, ma ero consapevole che avrei dovuto sostenere il ruolo del capro espiatorio e accollarmi le colpe per la gestione di un problema che non avevo creato io, ma che mi era stato scaricato addosso da persone che avevano fatto gravi errori di valutazione nell’acquisizione della rete dei promotori e avevano taciuto il tutto al consiglio di amministrazione. Nelle riunioni interne organizzate dalla direzione generale con i dipendenti si continuava a sottolineare che io ero stato la fonte di gravi perdite e che per questo motivo ero stato allontanato. Ovviamente tutti ci credevano… Dopo qualche settimana dalla mia uscita sono stato convocato dal vicepresidente e dal presidente del Comitato di Controllo e a loro ho raccontato tutta la vicenda con supporto di ampia documentazione scritta. Purtroppo da questi incontri non ci furono gli sviluppi che mi auguravo… Mi fu riferito, dagli amministratori che avevo relazionato sulla vicenda, che avevano riferito tutto al presidente, ma che costui aveva consigliato di non dare particolare importanza a quei fatti, dato che erano cose che comunque “sapeva”. I mesi che seguirono furono molto pesanti sia sotto il profilo fisico che psicologico… Inoltre ero totalmente diffamato sul mio territorio e difficilmente avrei potuto essere reintegrato umanamente e professionalmente nella mia città. Ero formalmente un esiliato e tutti mi evitavano. In poco tempo tutto quanto avevo costruito in anni di impegno professionale era andato distrutto dall’opera di persone che si erano rivelate il peggio che avessi potuto incontrare nella mia vita…”

Questo pesante isolamento al quale Fabrizio Girelli fu sottoposto non può non far sorgere qualche dubbio al riguardo delle massonerie. Mazzini, anch’egli massone, sicuramente legittimato e motivato ad esserlo ai suoi tempi, definiva la parola democrazia come “the progress of all, trough all, under the leading of the best and the wisest”, dove progress è inteso come “a moral development of the society”. Ma come si fa a migliorare la società tramite "un progresso di tutti per mezzo di tutti sotto la guida del migliore e del più saggio" se non quei “tutti” (cittadini) hanno la possibilità della preferenza, di sapere chi è la persona scelta e soprattutto di partecipare a questo processo?.

 

Martin Luther King Jr. affermava che, malgrado le enormi sofferenze dalle quali ognuno giunge, è basilare mettere da parte la propria guerra per combattere insieme la stessa battaglia. Il mezzo, sosteneva Martin Luther King Jr, deve essere la dignità della parola e della legge. E’ tempo che la legge si occupi del problema della massoneria, della questione delle doppie loyalty, sulle sue conseguenze negative e soprattutto delle ragionevolezze sulla segretezza di questa consorteria privata al giorno d’oggi.

 

Wemustact.org, tramite un’intervista, ha chiesto un parere allo scrittore Ferruccio Pinotti, giornalista professionista e scrittore, autore di best seller come “Poteri forti” e “Opus Dei segreta”, lavora a L'Arena, il giornale di Verona e collabora con il Corriere della Sera, l'Espresso e il Sole 24 Ore. Ha lavorato alla CNN-Financial News di New York e collaborato con l'International Herald Tribune. Il suo sito è www.grandinchieste.it.

 

Si ringrazia lo scrittore e giornalista Ferruccio Pinotti per la gentile e cortese disponibilità

 

 

Michele Capaccioli: Nel Suo libro, “Fratelli d’Italia”, descrive molto bene il panorama tutto italiano. Può cortesemente dirci quante e quali massonerie sono presenti sulla nostra penisola e in generale i loro scopi?

Ferruccio Pinotti: In Italia ne sono presenti tre principali. Il Grande Oriente d’Italia che conta 18500 iscritti, la Gran Loggia Nazionale d’Italia detta anche la Massoneria di Piazza del Gesù-Palazzo Vitelleschi che ne conta 8800, comprese le donne e poi c’è la Gran Loggia Regolare d’Italia che ha 3600 associati. Sono realtà diverse, con storie diverse, caratteristiche diverse. Tanto per fare un esempio l’unica riconosciuta dagli inglesi è l’ultima citata, cioè quella guidata da Fabio Venzi.

 

MC: La questione della massoneria, è molto complessa. Ciò nonostante Lei offre un’attenta analisi di questo fenomeno. Da una parte abbiamo in un incontro a Rimini tra i “Fratelli muratori” del Grande Oriente d’Italia documentato dal Suo libro,“simpatie” governative, ovvero un saluto ufficiale dall’allora governo Prodi per mezzo del sottosegretario alle politiche giovanili Elidio De Paoli attraverso il quale si afferma anche che “la Repubblica Italiana si riconosce nei valori della massoneria”. Dall’altra, invece, tragiche esperienze come la punizione a Fabrizio Girelli per non essere entrato nel giro dei grembiulini e quella di Alessia di Milano che testimonia “personalismi allucinanti.. violente fratture interne.. Tutti mirano a salire di grado.. Trasparenza? Pochissima, direi niente” e di essersi messa nei guai “quando ho chiesto il bilancio della loggia” e che “il patrimonio della Gran Loggia Nazionale d’Italia.. è tutto nelle mani dei vertici”.

A fronte di questa sua “inchiesta”, secondo Lei, quali sono i pro e i contro nel far parte di associazioni segrete come le massonerie?

FP: Le massonerie da quello che ho potuto verificare e scoprire sono sicuramente in crescita in Italia e vantano delle simpatie forti e istituzionali. Lo stesso Paolo Prodi, fratello di Romano, ha spesso rilasciato dichiarazioni di grande simpatia per la massoneria unificandola come una fabbrica etica. A nutrire grandi simpatie per la massoneria è sempre stato ed è l’ex presidente Francesco Cossiga che a lungo ha illustrato il potere della massoneria. La massoneria ovviamente offre il vantaggio di poter disporre di un network di potere attraverso le professioni, attraverso le industrie, attraverso le banche, il lavoro statale, la grande burocrazia governativa. Quindi, chi entra nella massoneria gode di un network, quello appunto dei fratelli che si aiutano anche a seconda del proprio potere nella società. E’ chiaro che i livelli sono diversi. Gli svantaggi sono che si entra in una associazione che purtroppo è stata macchiata da inchieste molto pesanti, come la P2, l’inchiesta Cordova, l’inchiesta Woodcock, l’inchiesta De Magistris. Inchieste che hanno documentato i rapporti con la mafia, sia pure quella che chiama massoneria deviata, una definizione molto labile.

 

MC: Prendendo ancora la testimonianza di Alessia di Milano: “Ho sempre rifiutato di avere i “fratelli” tra i miei clienti. Ho sempre rifiutato di creare delle situazioni ambigue. Nel caso qualcosa non quadrasse, come potevo far denuncia verso un “fratello”?. A questo punto Le chiedo: al riguardo della questione delle doppie loyalty dei massoni, un giudice che fa parte di una massoneria e che va a giudicare in un processo un suo “Fratello muratore” chi servirà, la giustizia, prestando quindi giuramento allo Stato, o l’organismo apolide per il quale ha fatto una promessa solenne?

FP: La mia impressione dalle esperienze raccolte è che la loyalty massonica spesso prevalga e ci sono molti esempi di questo tipo che hanno sollevato grande dibattito. Chiaramente non si può escludere che ci siano anche massoni con un senso etico che previligeranno l’interesse dello Stato e della giustizia. Però va detto che il legame è così stretto, un legame che veramente si può dire di sangue, nel senso che quando uno entra all’interno di una massoneria è obbligato, è tenuto all’aiuto ai fratelli soprattutto nelle situazioni di difficoltà. Quindi resta difficile pensare che un magistrato che giudica qualche fratello non abbia quantomeno un occhio di riguardo.

 

MC: A Suo avviso esiste il rischio di abuso di potere per chi è un massone e soprattutto l’esempio del giudice può essere applicabile nel mondo della politica, nel mondo delle istituzioni, nel mondo delle università, perché Lei ha citato nel suo libro il Professor Antonio Panaino, preside della facoltà di Conservazione dei beni culturali dell’Università di Bologna, massone e probabile successore del definito “Gran Maestro” Raffi, nel mondo dell’informazione, in quello diplomatico ecc?

FP: Certo, assolutamente si. Il network dei fratelli in politica è sempre stato fortissimo. Si parte da politici che secondo Licio Gelli sono stati massoni come Carlo Azeglio Ciampi. Ovviamente per questo non abbiamo una prova documentale. Una figura come Silvio Berlusconi, tessera P2 numero 1816, alle simpatie ammesse di Francesco Cossiga. Il network dei “fratelli” in politica è molto forte. Ma è fortissimo anche nelle cattedre universitarie, è fortissimo nei primariati. Si può dire che oggi la massoneria si contende assieme all’Opus Dei e anche in parte assieme a CL il primato di network di potere.

 

MC: Le massonerie possono essere sfruttate come mezzo di acquisizione del potere e soprattutto per avere più possibilità di una persona “normale” nel trovare un lavoro? Se sì in che modo, che tipo di accessi si può avere e, soprattutto, in questo c’è il rischio di un forte clientelismo?

FP: Assolutamente sì. La massoneria oggi come oggi non sono solo un network di idealità. Non è certamente più la massoneria risorgimentale che puntava all’Unità d’Italia. Oggi chi vuole trovare un lavoro, avere accesso, indubbiamente trova nella massoneria un canale privilegiato. Infatti, molte donne stanno entrando nella massoneria che le ammette proprio perché soffrono di un problema di accesso al lavoro, di accesso al potere, di accesso alla conoscenza privilegiata. Ecco quindi questo crea naturalmente il pericolo di un forte network clientelare documentato per esempio nell’inchiesta De Magistris.

 

MC: Una volta entrati a far parte di una massoneria e grazie a questa di aver trovato un lavoro, c’è il rischio di subire delle pressioni se si vuole portare avanti il proprio pensiero, ad esempio, in una redazione di un giornale, a favore di una libera informazione?

FP: Sicuro questo, nel senso che una volta che ricevi dalla massoneria un aiuto dai fratelli massoni dopo poi non puoi pretendere particolari libertà di pensiero. All’interno di un giornale se devi aiutare il fratello massone in difficoltà lo aiuti. Oppure se devi dare una mano anche ad una associazione politico-massonica o un industriale massone lo fai sempre problemi. E’ un network di potere in cui tu ricevi dei favori e fai favori in continuazione, in chiave giornaliera, soltanto che dopo sei condizionato. Il grande problema di un giornalista, a suo modo discutibile ma coraggioso come Pecorelli, è che pur essendo stato appunto un giornalista investigativo forte che dava le notizie, era allo stesso tempo anche massone, un piduista e quindi era ricattabile e dopo è finito come è finito.

 

MC: Lei come giornalista ha mai subito questo genere di pressioni nelle Sue inchieste?

FP: Mah, io per le mie inchieste ho ricevuto molte pressioni e anche intimidazioni di carattere legale dalle quali per fortuna sono uscito bene, però le pressioni sono state molto forti, le telefonate, le indicazioni anche di fare attenzione più o meno velate. Chiaramente quando vai a toccare certi fili del potere subisci sempre delle conseguenze.

 

MC: Ci sono alcuni esempi nella storia italiana di massoni che hanno rappresentato l’Italia tramite cariche istituzionali e di non massoni che sono stati appoggiati da massoni?. Ce li potrebbe indicarne alcuni?

FP: Cavour era un massone, chiaramente una figura molto importante, Mazzini, Garibaldi, quindi i massoni al potere sono assolutamente innumerevoli. Così come sicuramente l’appoggio che hanno dato, per cui per esempio Cossiga che raccontava nel suo libro che per l’elezione di Pertini Gelli fece una sorta di circolare ai deputati massoni. Pertini risulta essere stato un massone, ma non esiste in questo senso la prova fisica che era effettivamente un massone.

 

MC: L’esempio di Sandro Pertini, la cui candidatura alla presidenza della Repubblica fu sostenuta da Licio Gelli durante le ultime votazioni per mezzo di una “circolare” spedita agli amici massoni, può far capire agli italiani che

a) per realizzarsi non si è costretti ad associarsi a consorterie private e non pubbliche

b) non siamo più nell’Italia fascista dove i massoni erano ingiustamente perseguitati

c) ci si può riconoscere nei valori della massoneria, non perseguire i massoni, ma non condividere la loro azione

d) tutti quanti, pubblicamente, possiamo mirare ad una collaborazione per il bene collettivo coinvolgendo i massoni stessi in una forma di associazione pubblica

e) le associazioni segrete non sono più attualizzabili al giorno d’oggi perché non vi è più il sovrano che “ti” perseguita per la “tua” opinione

e infine

f) nel caso ce ne fosse uno che instauri una dittatura dolce,  non sarebbe meglio far conoscere a tutti, quindi pubblicamente, le “Grandi” e “Nobili” ragioni di questo gruppo di persone e le sue liste a favore di una libera informazione e di un sano e genuino merito?

FP: Si assolutamente. Io credo che la massoneria dovrebbe recuperare i valori migliori in difesa della libertà e della laicità e anche appunto di cercare il più possibile la trasparenza, ma soprattutto la difesa di certe tematiche, quali i valori dello Stato, la laicità dello Stato, la scuola, l’unità nazionale. Sono questi i valori migliori che ha espresso la massoneria e anche di opporsi alle tendenze dittatoriali sia pure in chiave soft che continuamente riemergono nella società italiana. Legarsi a soluzioni di comodo è un po’ antico.

 

MC: Furbetti in grembiulino o furbetti del quartierino?

FP: Sicuramente anche furbetti in grembiulino, nel senso che come appunto ha raccontato Ricucci in alcune vicende come BNL, Lodi Antonveneta e in diverse questioni immobiliari la presenza dei grembiulini è molto forte. D’altra parte è dimostrato che dove ci sono gli affari, dove ci sono capitali di una certo origine, ci sono anche i massoni.

 

MC: In questo caso si può parlare della “Skull and Bones” negli Stati Uniti?

FP: Sicuramente sì. Loro hanno una forma di massoneria, quella tradizionale, quella ufficiale, hanno Skull and Bones, hanno gli Illuminati di cui ne fanno parte famiglie molto importanti anche connesse alla lobby ebraica. Di conseguenza la massoneria nostra italiana è un po’ l’analogo.

 

MC: Qual è, a Suo avviso, il rapporto tra mafia-massoneria-servizi deviati-politica-affari pubblici-finanza?

FP: Purtroppo è un legame molto forte. Vari collaboratori di giustizia accreditati da grossi processi raccontano una lista di particolari, dei rapporti in passato, ma anche del presente, della massoneria con ambienti della mafia e anche della finanza criminale: partiamo da Sindona, poi continuiamo con Calvi. Hanno fatto parte della massoneria De Benedetti, oltre che al già citato Berlusconi. Quello che è più inquietante è il fatto che soprattutto nel Sud Italia ci sono state sovrapposizioni tra ambienti massonici e mafiosi.

 

MC: Tutto questo intreccio di poteri economici e politici può portare a suo avviso indifferenza e derisione verso coloro che tentano di fare del giornalismo d’informazione e se sì in che modo?

FP: Assolutamente sì. L’intervento della massoneria quando è chiamata in causa da inchieste scomode è proprio quella di delegittimare, depistare, stendere ampie coltri di fumo e di nebbia sugli eventi, operare tramite le pressioni dei media e tramite i propri canali all’interno della magistratura per fare a pezzi chi, giornalisti o magistrati, tenta di far emergere la verità. Vediamo per esempio De Magistris, appena scagionato, è stato oggetto di un attacco identico a quello di Cordova del '92 e del '93. Quindi le stagioni si ripetono con delle lobby che quando arriva il pericolo usano tutti i mezzi necessari.

 

MC: Secondo Lei, c’è qualche motivo per cui un giovane come me non debba continuare a porre delle domande su fatti sconvenienti e scomodi? Al giorno d’oggi, il rischio per me e per tutti coloro che fanno giornalismo d’informazione, è quello di essere pian piano emarginato socialmente e personalmente?

FP: Sì, assolutamente sì. Le persone che come te fanno giornalismo d’inchiesta sicuramente hanno minore accesso ai posti gratificanti dei grandi giornali e delle grandi televisioni pubbliche e quindi devono combattere con molta forza, con molta tenacia, come fanno anche colleghi come Marco Travaglio che all’estero sarebbero direttori di grandi giornali e qui invece fanno i freelance. Indubbiamente un giovane coraggioso come te e come altri paga un prezzo, ma un prezzo che ne vale la pena perché ne va della propria coscienza.

 

MC: Sempre al riguardo del tema dell’informazione, l’accesso ai giovani alla professione giornalistica come avviene al giorno d’oggi? Hanno la prevalenza i raccomandati o i meritevoli?

FP: L’accesso alla professione è molto difficile perché regolato da una legge vecchia e antiquata. Si ottiene l’assunzione solo per mezzo di forti raccomandazioni. E’ una professione sempre più come una casta autoreferenziale in cui ci sono “i figli di”, ci sono i raccomandati, mentre i bravi vengono tenuti al margine delle redazioni, dei giornali e dei telegiornali. Tuttavia non bisogna smettere di lottare, bisogna fare giornalismo su internet, attraverso inchieste proprie e scavi propri.

 

MC: Ultima domanda. Nel Suo libro cita l’esempio di Padre Pio, l’antimassone. Le chiedo, quali soluzioni intravede per questo panorama tutto italiano e che tipo di apporto possono dare i giovani giornalisti?

FP: Il panorama è molto cupo, assistiamo ad una fase di riduzione delle libertà civili, una fase in cui alle ultime elezioni è stata negata la possibilità di esprimere una preferenza, una fase in cui vengono continuamente approvate delle leggi ad personam. Quindi è una fase storica difficilissima e il contributo dei giovani è importante: devono essere coraggiosi, dire la loro in qualsiasi forma sia possibile, da una radio, da un sito internet o per telefono senza rinunciare al potere della libertà.

 

Data Inserimento : 04/07/2008

 

[CzzC: vedi anche 10/04/2008 “La casta di Siena”]