TACERE o PARLARE? DIPENDE dall’obiettivo e dal contesto, ponderati con saggezza
C’è un tempo per parlare e un tempo per TACERE, ma entrambi richiedono la giusta misura: trovo del vero in questo video♫ sul valore del tenere la bocca chiusa (secondo gli stoici come Seneca, Epiteto e Marco Aurelio), ma mi parrebbe più confacente il criterio della cristiana virtù della previdente PRUDENZA che coniuga verità e amore nell’ESPRIMERSI
- per affermare un convincimento teorico-pratico utile al bene comune, da perorare con la saggezza che evita il peggio, ancorché talvolta soffrendo,
- contemplando anche la correzione fraterna, reciprocabile,
- evitando la superba supponenza a di chi tace per non abbassarsi al livello dello stupido.
Con intendimenti leggermente diversi rimando ad altre pagine per i casi in cui si tradisce il dovere professionale e morale di parlare: il tacer che parla.
[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 18/08/2024; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]
Pagine correlate: discernere inganni, disinformazione, framing; il nostro silenzio complice sui cristiani perseguitati; conoscenza della verità con carità in dialogo con misericordia e perdono
↑2024.08.18 aforisma su <fb> «Le persone buone quando sono offese, tacciono, tacciono non perché non sanno difendersi, ma perché sono consapevoli che scendere allo stesso livello degli imbecilli offende la loro intelligenza» (Luigina Scudiero). [CzzC: DIPENDE! Dipende dal contesto; ad esempio, se fosse mio figlio o mio nipote ad offendermi, resterei tutt’altro che zitto; per scegliere se tacere o no, potrebbe essere utile adottare il criterio di una cristiana virtù, la previdente PRUDENZA che coniuga verità e amore nell’ESPRIMERSI, anche evitando la supponenza di chi decidesse di tacere solo per non abbassarsi al livello degli imbecilli; continua qui].