SUBORDINARE LA CONCESSIONE DELLA CITTADINANZA alla verifica del rispetto dei diritti umani
Dovremmo dare la cittadinanza solo sulla base dello ius soli/scholae? Ad esempio darla anche allo scolarizzato che rivendicasse il diritto di punire fisicamente gli abiuri della sua religione? E/o vietasse ad una parente correligionaria di sposare un infedele e insegnasse tali divieti?
La cittadinanza italiana dovrebbe essere concessa non solo in base allo ius sanguinis, ius soli, ius scholae o ius culturae, ma solo dopo aver osservato e misurato un predefinito livello di integrazione, a partire dal rispetto delle nostre leggi e dalla esplicita condivisione la nostra dichiarazione universale dei diritti umani (diversa da quella islamica), inclusi
- il diritto di abiura (art.18),
- il
diritto di sposare
chi si vuole (art.16)
- la libertà di espressione (art.19) e
di abbigliamento (velo),
- le pari opportunità uomo-donna.
Tale verifica (esplicita e vincolante in altri stati, ad es. in Svizzera, in Germania, …) richiede accertamento incompatibile con automatismi e, guarda caso, non sarebbe chiaramente prevista nel dsl 2092/2015.
[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 27/08/2024; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]
Pagine correlate: integrazione, ius soli solo se...; criteri di naturalizzazione in Svizzera; pericoloso senza questa condizione verificata
↑2024.08.27 <google> concessione della cittadinanza in Germania: per chi si è integrato particolarmente bene, la naturalizzazione è possibile anche dopo soli 3 anni anziché dopo 5, previa richiesta (Antrag) dell’ interessato e il superamento di un test di naturalizzazione (Einbürgerungstest); <foglio> le domande contenute nel test possono variare da Land a Land e molte riguardano il rispetto degli Ebrei, il significato dell’Olocausto e il diritto all’esistenza dello stato di Israele; <manifesto> esempio di domanda: «Chi si può iscrivere ai 40 gruppi sportivi del Maccabi?». Risposte possibili: «chiunque», «solo i religiosi», «solo gli ebrei», «solo i tedeschi». <senato> La naturalizzazione è revocabile qualora l’atto amministrativo sia stato ottenuto attraverso l’inganno, la minaccia o la corruzione o mediante il rilascio di informazioni false o incomplete. [CzzC: speriamo che anche in Italia la concessione della cittadinanza sia subordinata ad analoghi test e sia analogamente revocabile: bene per salvaguardare il rispetto degli Ebrei, ma non sarebbe male che venissero previste domande anche per appurare il rispetto di diritti umani fondamentali, ad esempio sul diritto di cambiare credo e sui diritti delle donne, compreso il loro diritto di sposare anche un infedele, come previsto rispettivamente dagli art.18 e 16 della dichiarazione universale dei diritti umani, oltre che dalla nostra Costituzione].
↑2024.03.30 invio.wh a Radio24 800 240024 che discuteva sul sì/no vacanza per fine Ramadan. Se ci limitiamo al frasario «è uno STRANIERO» e «parla ITALIANO» mentre affrontiamo il compito di INTEGRARE i «non italiani» con le nostre LEGGI e COSTITUZIONE, non aiutiamo né le scuole né gli immigrati che aspirano legittimamente ad avere la cittadinanza italiana, mentre rischiamo di prestarci alla caciara partitica cara a certi opposti estremismi, profittevole acchiappaclic per i news managers. Né le scuole né la nostra Costituzione hanno grossi problemi nell’integrare certi ragazzi/e (ad es. ucraini, moldavi, sudamericani, …) come invece li hanno per integrarne altri ... CHI ALTRI? Continua qui con key vietato che musulmana sposi un non musulmano/Art.16, razzismo religioso, Art.18, Raes Sayed/CAIM. Aveva ragione Oriana Fallaci: integrazione fallita, titola il Giornale: io aggiungerei un punto di domanda, perché saremmo ancora in tempo ad evitare il fallimento, se agissimo con accorto what-if.
↑2022.10.13 commento la raccolta firme di actionAid contro la piaga delle spose bambine: non infesta solo il tribalismo islamico, ma se ne potrebbe azionare maggiore prevenzione se anche certi "islamici moderati" si ricredessero dal predicare che «sicuramente alle donne musulmane non è permesso di sposare un uomo che non sia musulmano, ma ci saranno dei motivi se Dio ci ha dato questa regola» («» tratto dal sermone in Rai della nostrana Amina Natascia Al Zer). Non è facile intercettare chi costringe a matrimonio le bambine, ma conosciamo bene chi insegna come suddetto, e dunque, anche senza chiedere firme, lo si dovrebbe correggere e magari si potrebbe riflettere meglio prima di concedere la cittadinanza a richiedenti che prescrivessero cotale razzismo religioso, contrastante la nostra costituzione e l'Art. 16 della nostra dichiarazione universale dei diritti umani. O sbaglio?
↑2020.03.16 <standt> abolire la nuova legge Citizenship Amendment Act (CCA) che agevola l’ottenimento della cittadinanza indiana solo ai non musulmani provenienti dai Paesi di Pakistan, Afghanistan e Bangladesh, dice l’Arcivescovo di Goa e Damn, Filipe Neri Ferrao, all’Agenzia Fides; «I cristiani in India sono sempre stati una comunità amante della pace e profondamente impegnati negli ideali di giustizia, libertà, uguaglianza e fraternità, sanciti dalla Costituzione», preoccupati i musulmani indiani (~15% della popolazione) del Paese.
↑2018.02.20 scrivo a Radio Anch’io: La spaccatura a sinistra nel PD e l'enfasi antifascista che con Boldrini vorrebbe purgare associazioni anziché i comportamenti illegali (come quelli espressi da troppa violenza di piazzaioli mascherati) a mio avviso ha a che fare con il tentativo di rivitalizzare i nostalgici del '68 nella ricorrenza di un 50esimo che vede scemata tale nostalgia ... Domanda: e se la suddetta spaccatura fosse mirata a sfruttare al meglio il 68ttino slogan dell'antifascismo, inculcato come imprinting negli immigrati africani di prossima cittadinanza, onde colmare i vuoti nelle fila dei suddetti canuti nostalgici? Continua
↑2018.02.04 in relazione ai crimini di Macerata concordo con <avvenire> che una predicazione ossessiva di essere invasi dai migranti è un tizzone acceso per il barile di polvere dell’odio e della paura, ma ritengo che non sia privo di responsabilità nell’alimentare tizzoni e paure anche chi trascurasse la difesa preventiva della sicurezza degli indigeni, sottovalutando il pericolo paventato dallo stesso Fr1: «l’imprudenza nei calcoli, nel ricevere di più di quelli che si possono integrare». Continua.
↑2018.01.14 <vatican> giornata mondiale dei migranti: il messaggio di Fr1 centrato sulle parole accogliere, proteggere, promuovere, integrare. Estrapolo: il processo di integrazione «può essere accelerato attraverso l’offerta di cittadinanza slegata da requisiti economici e linguistici e di percorsi di regolarizzazione straordinaria ...» [CzzC: prima di dare la cittadinanza, più della padronanza linguistica o economica è importante appurare il rispetto dei diritti umani sanciti dalla nostra dichiarazione universale, il che ben sa Fr1, ma ... continua ]
↑2017.12.08 <leggeSvizzera>: criteri per la domanda di naturalizzazione in Svizzera: no ius soli: servono 12 anni di residenza, ma soprattutto deve essere accertata l’integrazione con usi, costumi e ordinamento svizzeri, con esclusione di convinzioni / comportamenti dei candidati che siano contrari ai diritti e ai principi di tolleranza nei confronti di altri gruppi e/o religioni (ad es. approvazione dei matrimoni forzati, preferenza per la sharia rispetto all’ordinamento giuridico svizzero)
↑2017.11.10 <giornale>: io insegnante in classi multietniche, un tempo simpatizzante Pd, spiego perché no a questo ius soli: a scuola e fuori si autoghettizzano; talune loro famiglie diffidenti non li mandano nemmeno in gita. Cercano welfare più che integrazione.
[CzzC: lascio sul giornale questo commento]
↑2017.09.17 Ci sono anche immigrati contrari alla permissività dell’attuale ddl ius soli <interris>: l’italianità è appartenenza culturale e non iter burocratico: se passasse questo ddl, tra 10-15 anni saremmo pieni di ragazzi di 2ª o 3ª generazione con cittadinanza italiana ma cultura non italiana, visto il senza se e il senza ma su conversioni, velo, ...
↑2012.11.04 traggo da Vita Trentina #43 pag 18 – Meridiani: La cittadinanza sostanziale – percorsi di convivenza. Accanto alla cittadinanza formale, ne esiste anche una "sostanziale": è quella che le comunità – e i governi locali in loro rappresentanza – possono riconoscere ai cittadini immigrati. Se n’è parlato in occasione del convegno svoltosi recentemente a Trento da titolo “Oltre la cittadinanza: identità, partecipazione e senso d’appartenenza. Il contributo dell’Euregio nelle politiche d’integrazione degli immigrati e di convivenza in Tirolo, Alto Adige e Trentino”.
L’evento è stato organizzato dal GECT (Euregio Tirolo – Alto Adige -Trentino) e dal Cinformi in collaborazione con Zemit ed Eurac.