Beneficienza e SOLIDARIETÀ MASSONICA: da Gran Loggia Svizzera Alpina la Regola della massoneria svizzera del 1782

2013 trassi da Gran Loggia Svizzera Alpina la Regola in titolo del 1782: quando senti i limiti della tua natura finita e la tua anima si rattrista, vieni nei nostri templi, osserva l’insieme sacro dei benefici che ci unisce e concorrenti efficacemente, secondo tutte le tue facoltà, ai piani ed agli impieghi utili che l’associazione Massonica ti presenta e che realizza, assapora i dolci frutti delle nostre forze combinate e concentrate per uno stesso obiettivo; allora le tue risorse si moltiplicheranno.

[CzzC: i termini che ho evidenziato, pur scritti oltre due secoli fa, sono perfetti nel linguaggio odierno della programmazione dei processi operativi, sia industriali sia socio-politici, sia genericamente organizzativi, non c’è che dire: ma la Weltanschauung massonica rimanda a sé ben più che al fondamento della dignità umana fatta ad immagine e somiglianza di un Dio Padre: alcuni esiti sul vero bene comune potrebbero divergere a partire da diverse matrici di weltanchauung; sul tanto che ci accomuna per il bene comune, collaboriamo (ad es.)!  ...CONTINUA IN SEGUITO DEL SOMMARIO ... ]

[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 27/10/2022; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

Pagine correlate: fratellanza massonica il grande architetto potenti matrici della cultura dominante sbilanciata

 

↑2009.11.gg Solidarietà del GOI per i terremotati d’Abruzzo: L'Oriente dell'Aquila rinasce; non si aspettavano tanta partecipazione. I fratelli aquilani della "Guglia d'Abruzzo" (996), stanchi ma soddisfatti, hanno accolto con sorrisi e abbracci i centocinquanta fratelli che da nord e sud d'Italia sono accorsi il 7 novembre nel capoluogo abruzzese per partecipare alle celebrazioni solenni della loro rinascita. ...

 

2013.06.30 trassi da Gran Loggia Svizzera Alpina la Regola della massoneria svizzera del 1782: «quando senti i limiti della tua natura finita e la tua anima si rattrista, vieni nei nostri templi, osserva l’insieme sacro dei benefici che ci unisce e concorrenti efficacemente ... » continua qui di seguito

Carità - Beneficenza - Solidarietà

Regola massonica ad uso delle Logge riunite e rettificate – Wilhemsbad nel 1782. [CzzC: l'atto di Carità verso una creatura umana indigente e indifesa si configura come bene a prescindere da eventuali secondi fini del benefattore, i quali, peraltro, potrebbero inficiare l'efficacia del gesto sull'effettivo bene comune: con i commenti nel seguito spiegherò cosa intendo per questo inficiare. Comunque è bello osservare che i seguenti precetti si aprano citando l'immagine di Dio]

Vittorio Baroffio – Signa hominis, Chiasso

Beneficenza

1. Crea ad immagine di Dio che si è degnato di rivelarsi agli uomini e spargere su di loro la felicità; accostati a questo modello infinito [CzzC: il Dio Padre rivelatoci da Gesù è più carnale di un modello infinito] con la volontà costante di versare incessantemente sugli altri uomini tutta la quantità di felicità che è in tuo potere; tutto ciò che lo spirito può concepire di bene è il patrimonio del Massone.

2. Osserva la miseria impotente dell’infanzia, essa reclama il tuo appoggio; considera l’inesperienza funesta della gioventù, essa sollecita i tuoi consigli; poni la tua felicità a preservarla dagli errori e dalle seduzioni che la minacciano; eccita in lei le scintille del fuoco sacro del genio, aiutala a svilupparle per il bene del mondo.

3. Ogni essere che soffre o geme ha dei sacri diritti su di te; guardati dal misconoscerli, non aspettare che il grido penetrante della miseria ti solleciti; previeni e rassicura lo sventurato timido; non avvelenare, con l’ostentazione dei tuoi doni, le fonti di acqua viva dove lo sfortunato deve dissetarsi; non cercare la ricompensa per la tua beneficenza nei vani applausi della moltitudine [CzzC: bello, giusto, affascinante]; il Massone la trova nella quieta approvazione della sua coscienza e nel sorriso fortificante della Divinità, sotto i cui occhi è sempre posto.

4. Se la Provvidenza liberale ti ha accordato del superfluo, guardati dal farne un uso frivolo e criminale; essa volle che, con un impulso libero e spontaneo della tua anima generosa, tu rendessi meno sensibile la distribuzione ineguale dei beni, che era nei suoi piani; godi di questa bella prerogativa. Che mai l’avarizia, la più sordida delle passioni, avvilisca il tuo carattere, e che il tuo cuore si sottragga ai calcoli freddi ed aridi che suggerisce. Se mai dovesse inaridirsi al suo soffio tetro ed interessato, evita le nostre officine di carità; sarebbero prive di attrattive per te e non potremmo più riconoscere in te l’antica immagine della Divinità. [CzzC: si evince da queste frasi che secoli fa le radici ebraico-cristiane producevano linfa alimentante ancora gran parte dei maestri di pensiero; oggi i massoni parlerebbero ancora così? Che direbbe il redattore di questo statuto alla ministra Taubira che rivendica il diritto di irridere questi fondamenti? Le direbbe di aprire gli occhi sulle conseguenze del misconoscimento di quelle radici]

5. Che la tua beneficenza sia illuminata dalla religione, dalla saggezza e dalla prudenza; il tuo cuore vorrebbe abbracciare i bisogni dell’umanità, ma il tuo spirito deve scegliere i più pressanti ed i più importanti. [CzzC: ottimo riconosce l’importanza delle priorità, e mettere per prima l’istruzione]. Istruisci, consiglia, proteggi, dona, dà sollievo a seconda dei casi; non ritenere mai di aver fatto abbastanza e non riposarti per le tue opere che per trarre nuove energie. Dedicandoti così agli slanci di questa sublime passione, una fonte inesauribile di gioie si prepara per te: avrai su questa terra l’anticipo della felicità celeste, la tua anima crescerà e tutti gli istanti della tua vita saranno riempiti.

6. Quando infine senti i limiti della tua natura finita, e che non potendo essere sufficiente da solo a compiere il bene che vorresti fare, la tua anima si rattrista, vieni nei nostri templi [CzzC: nota bene, questo è l'appello importante, last but not least, ultimo ma non ultimo]; osserva l’insieme sacro dei benefici che ci unisce e concorrenti efficacemente, secondo tutte le tue facoltà, ai piani ed agli impieghi utili che l’associazione Massonica ti presenta e che realizza, rallegrati di essere cittadino di questo mondo migliore; assapora i dolci frutti delle nostre forze combinate e concentrate per uno stesso obiettivo; allora le tue risorse si moltiplicheranno, aiuterai a fare mille felici invece di uno ed i tuoi voti saranno coronati.

[CzzC: da qui purtroppo emerge il punto di forza su cui veramente contano i potentati, la dipendenza dalla loro forza, fondamento della loro speranza; nulla di scandaloso, s'intende, perché l'uomo artefice della sua fortuna non è un concetto solo massonico, e nemmeno al Dio cristiano spiace l'homo faber, ed anche ai cattolici è cara l'unità dei fedeli col Magistero; ma ti invito a discernere

- osservando che

  - i dolci frutti della solidarietà cristiana sono offerti anche e più a non battezzati,

  - se pure la chiesa cattolica crede nelle forze dell'unità (anche più degli adulto-democratici protestanti, prolifici di nuove sette) la Chiesa ama l'unità perché vive primariamente della Grazia e della Presenza santificante di Colui che gliel'ha raccomandata amorevolmente per la salvezza di ciascuno e di tutti,

- e chiedendoti

  - se anche mafiosi e stalinisti e Pol-Pot-tisti non intentino opere di beneficenza, magari per sciacquarsi le mani grondanti un cruento colore,

  - se davvero sia puro solidarismo buono per il bene comune quello che ti promette di essere cittadino di questo mondo migliore, purché tu sia osservante e concorra ai piani e agli impieghi utili che l’associazione Massonica ti presenta, praticando una obbedienza ai templi che potresti successivamente tradire pagando vedute di sorci verdi, non meno di come capita ai disassociati dei TdG, anche se meno peggio di quel che capita agli abiuri islamici;

  - se non sia più ragionevole per la libertà e la dignità della persona umana, oltre che per il bene comune, fidarsi della solidarietà di un associazionismo, come quello cattolico, la cui Chiesa potresti abbandonare quando volessi, senza nascondimenti e trafile da setta semisegreta, anzi, perfino in forme eclatanti come con gli sbattesimi.

Io stesso mi chiedo come qui sono suggerito: ricordando che Mazzini, massone..., definiva la parola democrazia come "the progress of all, trough all, under the leading of the best and the wisest" ("un progresso di tutti, per mezzo di tutti, sotto la guida del migliore e del più saggio", dove progress è inteso come "a moral development of the society"), mi chiedo come si possa migliorare la società in questo modo se quei “tutti” (cittadini) non avessero la possibilità della preferenza e di sapere chi sia la persona scelta e di partecipare a questo processo. Possiamo risparmiarci di contare il numero dei livelli segreti della massoneria, perché una delle più grandi autorità massoniche, Albert Pike, pare abbia detto che tutti i massoni di grado inferiore al 32° vengono ingannati con false interpretazioni.

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Prosegue Vittorio Baroffio – Signa hominis, Chiasso sullo stesso articolo della Gran Loggia svizzera Alpina

I secoli cambiano il senso della storia, gli anni il significato delle parole. Purtroppo i termini “carità e beneficenza” sono stati logorati da un uso secolare che ne ha ridotto e perfino mistificato il significato originario: spesso, quando parliamo di carità, pensiamo all’elemosina, “fare la carità” è l’equivalente di dare due spiccioli a un mendicante. Ecco, oggi la nostra elemosina – gesto di carità peraltro lodevole e la cui origine si perde nella notte dei tempi – rischia di rappresentare un gesto sostanzialmente inutile. [CzzC: concordo, e aggiungo che quel gesto talvolta alimenta lo sfruttamento dell’accattonaggio organizzato] Sono infatti cambiati i tempi, sono cambiati i poveri e sono mutate le loro esigenze, sono diversi i parametri di riferimento e numerose le azioni di contrasto alla povertà, anche se spesso insufficienti per problemi ambientali, politici e spesso religiosi (Somalia). Certo, in quei Paesi dove i servizi sociali sono inesistenti, dove nemmeno la Caritas è di casa e dove invece la povertà è estrema, l’elemosina è purtroppo ancora l’unico mezzo di sostentamento di vedove, orfani e di varia umanità rifiutata o esclusa dalla società. Ma personalmente, anche in questi sciagurati casi, purtroppo sempre presenti anche ai giorni nostri (vedansi Corno d’Africa), continuo a ritenere inadeguate, quasi irriguardose, semanticamente scorretto l’uso delle parole ‘’Carità’ e/o ‘’Elemosina

La solidarietà

La solidarietà non è un valore morale, diceva Pico del Contado, ma un sentire connaturato nell’uomo: la componente più importante dell’istinto sociale. Se gli uomini non fossero per natura solidali tra loro, sarebbe problematica la loro sopravvivenza, in niente potrebbero progredire, e nessun sistema sociale sarebbe possibile. [CzzC: io discerno invece la solidarietà istintuale, che hanno anche le bestie, da ben altra solidarietà che mi preme e che a mio avviso fa la differenza: qui spiego] Scriveva Aristotele ne l’Etica del cittadino: ‘’…gli uomini generosi sono amati quasi più di tutti quelli che sono amati per la virtù, perché sono benefici, e l’essere benefici consiste nel donare’’. E donare, aggiungo io, significa dare con il cuore per alleviare le sofferenze altrui, senza attendersi nessun ringraziamento, siamo noi che dobbiamo ringraziare l’Essere Supremo per averci dato la possibilità di fare ciò che facciamo. Al giorno d’oggi non ha senso parlare di un dovere astratto verso chi soffre, ma di un obbligo che nasce da un modo di sentire, capire, interpretare un mondo in continua evoluzione, un mondo che ha perso il senso dell’Etica, della Morale … e della Solidarietà. Mai come ora sentiamo che il mondo è uno, oggi che le immagini della sofferenza degli altri popoli attraversano distanze che un tempo erano infinite, non esistono più scuse alla sordità morale. [CzzC: ma quale moralità? Essa, come la dignità, ha bisogno di un fondamento, di una Weltanschauung, al variare della quale variano le conseguenze comportamentali: lo sai che centinaia di milioni di umani non riconoscendo la nostra dichiarazione universale dei diritti umani, se ne sono formulata un’altra di riferimento, quantomeno per poter perseguitare i loro abiuri in onta al nostro Art.18?] Non possiamo più giustificare l’indifferenza di fronte alla sofferenza dicendo ‘’non ho visto’’, ‘’non ho udito’’, perché abbiamo visto e sentito.

Il Tronco della Vedova

MV – ‘’Fratelli, un lavoro massonico non è perfetto se non si tiene conto delle necessità di chi soffre nel corpo come nello spirito. Fratello Elemosiniere, fa passare il ‘’Tronco della Vedova’’ …’’ (Rituale Signa Hominis n°60) La ‘’Vedova’’, come tutti sanno, è la Massoneria, ma in molti documenti (attendibili), si parla anche di figlio della ‘’Vedova’’, quindi, domanda spontanea, chi è il ‘’figlio’’ tanto nominato?

La risposta ci obbliga a spingerci su un terreno piuttosto complicato:

‘’Ricca di contributi e culture, quali, per esempio, quella egizia, la Massoneria affonda le proprie radici più antiche nella storia biblica del Tempo di Salomone, narrata in due libri dell’Antico Testamento. Salomone aveva chiesto a Chiram, re di Tiro, del materiale per la costruzione del suo tempio e un architetto molto abile ne guidasse i lavori. Chiram gli aveva mandato un uomo noto per la sua abilità, anch’egli chiamato Chiram. E’ lui il figlio della vedova. Chiram, divenuto, almeno così si dice, Hiram Abiff per un errore di traduzione, era un uomo di grande talento, capace di lavorare oro, argento, bronzo, ferro, pietra e legno e anche di tessere stoffe pregevoli. Nella Bibbia scopriamo che portò a termine il suo compito così bene che non esistono parole per descrivere la bellezza del tempio, ornato d’oro e di ogni ricchezza, cui Salomone aggiunse il proprio inestimabile tesoro. Nella stanza più interna, il luogo più sacro, il re pose l’arca dell’Alleanza, in cui erano custodite le tavole dei Comandamenti che Mosè aveva ricevuto da Dio. All’entrata del tempio si trovavano due colonne di bronzo cave che Salomone battezzò Jachin e Boaz. Si narra che, molto tempo prima di Salomone, tale Enoch avesse costruito nove stanze sotterranee una sull’altra, l’ultima delle quali, quella più in alto, era stata ricavata nella pietra e chiusa da una botola speciale con un anello d’oro. Secoli dopo il tempio di Salomone era stato costruito proprio sopra le nove stanze. La leggenda massonica individua in Chiram re di Tiro, nel re Salomone e in Hiram Abiff tre maestri che custodivano conoscenze segrete. Hiram Abiff avrebbe nascosto i propri segreti in una o in entrambe le colonne cave del tempio (tipo quelle di Rosslyn in Scozia o quelle della chiesetta di Rennesle- Chateaux in Francia).

Quei misteri avevano fatto gola ad alcuni dei lavoratori del cantiere, ruffiani di basso rango, che così avevano deciso di rendere un agguato a Hiram Abiff, cercando di strapparglieli a suon di percosse. L’uomo non aveva ceduto e, prima di morire, aveva gridato: ‘’Oh, Dio, mio Signore, nessuno aiuta il figlio della vedova?’’. Tranne quest’ultima frase, il resto è storia nota a tutti noi…’’

(Fonte: Secrets of the Window’s Son di David A. Shugarts)

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Premesso che quel testo di oltre 2 secoli fa trovo in larga misura apprezzabile, credo più alla buona fede dei massoni di allora che a quella degli attuali esibitori dei relativi potentati, azionatori di cinica finanza avanzata (della serie Soros, certi vertici di MPS, DSK, ...), manovratori di conti cifrati alimentati da proventi di dubbia liceità: dubito che costoro siano fedeli praticanti dei settecenteschi massonici precetti di solidarietà, in specie se invocata a prodigarsi oltre il perimetro dell'area di simpatia; ben altro è l'amore per il prossimo, perfino per i persecutori, insegnatoci da Cristo e che la Chiesa, pur peccatrice, ci insegna ad esempio con la Deus Caritas est o con la Caritas in Veritate, ancorché qualcuno cerchi di storpiarle in la carità è Dio e la verità sta nella carità.

Mi chiedo se non sia proprio questo ben altro la ragione della acrimonia con cui la massoneria attacca (Leitmotiv) i cosiddetti papasuccubi, e ovviamente in primis loro guida palese ed amata come "wisest" successore di Pietro, una Chiesa che osa affermare la possibilità di una vera promozione umana in sequela di un disgraziato crocifisso che osò definirsi figlio di Dio, e pratica la sua missione con pretesa salvifica, con soli tre livelli gerarchici alla luce del sole (Papa, vescovi, preti): a me pare perfino ovvio che una Chiesa così sia concepita come concorrente da abbattere da parte di una struttura che, organizzata in enne livelli gerarchici segreti, promette all'umanità di far assaporare i dolci frutti di un mondo migliore come da lei progettato e controllato; e siccome i massoni non credono alla forza della Grazia, ma alle sole forze umane combinate e concentrate, a me pare ovvio che i massoni vedano proprio nell'unità dei fedeli al Papa e ai vescovi a lui strettamente uniti il punto di forza di quella che concepiscono come concorrente avversa per il podio della legge morale universale (cui non aspira il Papa, pur meritevole, cui aspirerebbero i massoni, pur meritando meno) e dunque mi pare ovvio che attentino soprattutto a quell'unità (che tale non hanno i protestanti, già addomesticati come ammette lo stesso Gran Maestro) per sganciare il gregge dal pastore, brandendo come arma migliore la pretesa di democratizzare la guida della Chiesa; fra l'altro hanno già assaporato ripetutamente i dolci frutti degli espropri del patrimonio fisico della Chiesa (non possono espropriarci ciò che abbiamo di più caro) e potrebbe far gola il residuo avanzato da spartire se riuscissero nell’intento di scardinare quella teocrazia (L1) in democrazia partitica, sostituendo il primato petrino col primato della coscienza individuale (L3) formata nel confronto democratico con la comunità.

E la Chiesa non osteggia la massoneria? Verso la massoneria è costretta a volte ad azionare legittima difesa, ma nulla vuole sciupare del bene che viene fatto anche dai massoni, ad esempio in carità, beneficenza, solidarietà (collaboriamo anche aiutandone iniziative, ad es...): le sta troppo a cuore il bene dell'uomo, per perdere tempo e risorse in ostilità, come ha imparato da quel Crocifisso].