ME-TOO nato 2006 con TARANA BURKE, divenne, suo malgrado, virale 2007 dopo le rivelazioni Argento - Weinstein, rischiando ipocrisia
Buono il MeToo che facesse prevenire e punire abusi effettivi, ma occorre discernimento e non guasterebbe diffidenza a fronte di pelosa esibizione mediatica.
<wikipedia> il movimento MeToo, intentato contro le molestie e le violenze alle donne, si diffuse in modo virale sui social, a partire da 2017.10 dopo le rivelazioni di accuse di violenza sessuale contro Harvey Weinstein, ma la sigla era stata creata da TARANA BURKE nel 2006 con la sua campagna personale <nyt> per aiutare tutte le donne – e in particolare quelle di colore che come lei erano state vittima di stupro o molestie sessuali - a reagire
[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 26/04/2024; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]
Pagine correlate: Asia Argento, Harvey Weinstein, molestie sessuali
↑2024.04.26 <inkiesta manifesto> Con quattro voti contro tre la Corte d'appello dello stato di NY ha revocato la condanna di Harvey Weinstein per crimini di natura sessuale, adducendo vizi giudiziari: <s24h> il processo avrebbe dovuto basarsi su prove relative alle accuse di stupro, non su aneddoti o pettegolezzi di quella volta in cui è stato maleducato al ristorante. E così il processo è stato annullato <ansa> #metoo revocato la condanna dell'ex re di Hollywood, che però resta in carcere per altra condanna.
↑2024.01.04 <tg24 agi> J.Epstein: ci sarebbero oltre 150 nomi nella prima tranche di documenti del processo per trafficante sessuale, tra i quali anche Bill Clinton, Donald Trump, Copperfield e Mickael Jackson, ma per ora senza riferimenti a comportamenti illegali da parte loro; personaggi di spicco nel mondo degli affari, della politica e dei media che frequentavano il milionario e che avevano visitato la sua isola privata.
↑2018.08.20 <panorama gazz ntzg spy> Asia Argento avrebbe risarcito con 380k$ un minorenne che la accusava di avergli usato violenza. Ed ecco che <agi> la paladina delle anti-Weinstein diventata ingombrante per il movimento MeToo: vedi tweet della fondatrice e leader Tamara Burke. Scontata la smentita <tg24> dell’Argento, ma <liberoq giornale> il NYT conferma tutto e <bsn> Tmz pubblica gli sms ... [CzzC: e se il tamtam, invece che per far punire e prevenire abusi, fosse per pelosa esposizione mediatica?]
↑2018.07.29 <corriere> il MeToo delle suore: «Il prete mi ha aggredita durante la confessione»: uno dei casi a Bologna, nel 2000.
↑2018.05.06 <foglio> La deriva del MeToo: la letteratura e l’arte dopo le molestie. Attenti a scrivere “tette” e a citare pericolosi sguardi maschili, attenti alle biografie degli autori. Eppure ci sono stati momenti in cui pubblicare romanzi scandalosi era un punto d’onore, non di demerito. Indagine sulla nuova lolitofobia, trattata ad esempio da un inserto settimanale del Mundo, con riferimento al romanzo di Vladimir Nabokov, che racconta ... [CzzC: a parte il Nobel letteratura dato a scrittrice di romanzi scandalosi, ritengo che questi fossero ben più una questione di dea pecunia che punto d’onore, e ritengo che ciò valga tutt’ora, magari con spostamento dalla carta all’web]
↑2018.04.12 <yt> da MeToo all’italiano QuellaVoltaChe, movimento di protesta contro le molestie sessuali e il dibattito in Italia (Tiziana Ferrario - Orgoglio e pregiudizio)
↑2017.10.28 <agi> L’hashtag #MeToo nacque 10 anni fa per le donne di colore. Ma il caso Weinstein ha rovinato il mio decennale lavoro dice Tarana Burke nel 2006 aveva lanciato con quella sigla la sua campagna personale <nyt> per aiutare tutte le donne – e in particolare quelle di colore – che come lei erano state vittima di stupro o molestie sessuali a reagire. Quando vide l’hashtag #MeToo diventare virale (la sigla fu scelta dall’attrice Alyssa Milano per invitare, sull’onda del caso Weinstein, tutte le donne che avevano subìto molestie da parte degli uomini a denunciarlo su Twitter) con oltre 1,7M di condivisioni, Tarana temette che sarebbe stato spazzato via tutto il lavoro che aveva portato avanti da oltre dieci anni, perché il nome della sua campagna veniva indissolubilmente legato al produttore-molestatore seriale Henry Weinstein, una battaglia simile alla sua, ma non la sua